venerdì 26 dicembre 2014

La sclerosi multipla è inguaribile?!


Se avessi sviscerato questo discorso in ogni sua parte, non sarei qui...

...la sclerosi multipla è inguaribile?!

La prima volta che l'idea mi ha timidamente accarezzato è stato quando - non so chi, non so come - un  libro della Dottoressa Kousmine è arrivato nelle mie mani: La sclerosi a placche non è inguaribile, http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la_sclerosi_a_placche_non-inguaribile.php. Ancora non sapevo dove mi avrebbe portato quella strada, non potevo immaginare che avrebbe sconvolto del tutto le mie idee sull'alimentazione, facendomi abbandonare caffè, cappuccini, sigarette...per poi approdare al vegan-crudismo tendenziale con la consapevolezza di potercela fare. Si, di guarire. Ragazzi, oggi io sto bene, in salute, forza e bellezza. Non avrei potuto pensarlo sei anni fa, quando quel gentiluomo del neurologo mi spiattellava la sua bella diagnosi con un ghigno di malcelata soddisfazione. Forse comunicare certe diagnosi fa sentire potenti dei piccoli individui.
Ancora oggi, alcuni amici credono che la mia diagnosi sia stata un errore, il mio ginecologo lo ha supposto, il mio ex medico della mutua lo sosteneva (forse), mio padre che è rimasto sempre nascosto sotto il tetto del suo negozio e non si è mai presentato in ospedale, in nessun ospedale, lo crede un errore. Per molti è più facile pensare che fior fior di neurologi si siano sbagliati nonostante lo abbiano messo per iscritto, piuttosto che credere alla mia guarigione. Per questo motivo, sono stata insultata anche su Facebook...perché non è proprio possibile guarire!
E invece no, cari tutti. Io sono guarita. La salute me la sono ripresa con le unghie e con i denti e ho fatto tutto quello che era in mio potere per recuperarla. Ma non sono superwoman, non ho la pozione magica a voi che me lo chiedete, non ho risposte brevi. Neanche per voi che avete già provato tutto. La sclerosi, come tante altre malattie definite inguaribili, è guaribile. Basta volerlo, basta crederci, incanalarsi nella strada giusta e fare tutto il possibile. Ce lo diceva il padre della medicina, Ippocrate: "Fa che il cibo sia la tua medicina" e quindi, conosci cosa mangi, per capire di cosa soffri. E invece questi medici moderni non fanno neanche un esame di alimentazione e se dici loro che hai smesso di fumare, se hai la sclerosi, ti guardano perplessi come per dirti: " E 'mbe', che te pensi de guari'?!".
Te lo dice anche Hamer http://www.disinformazione.it/http://frontelibero.blogspot.it/2014/01/la-nuova-medicina-germanica-spiegata.html, da tempo che la malattia è una sorta di riparazione ad un conflitto biologico e che ad un trauma corrisponde un malanno, una risposta più o meno grave del nostro corpo più. Ma per carità, se non vogliamo dar retta al povero Hamer, perseguitato come un ossesso, scomodiamo i cinesi, la medicina tradizionale cinese http://www.studiodimedicinatradizionalecinese.it/mtc.htm che collega un'emozione ad ogni organo, di conseguenza una malattia ad un blocco psicologico. Ma se neanche una tradizione millenaria come quella cinese vi convince, cercate in rete Roy Martina, un medico dei nostri giorni, che va in giro dicendo che per star bene bisogna vivere bene, pensare bene, mangiare bene, fare attività ed essere felici, confermando dunque la teoria che le emozioni scatenano malattie o migliorano la salute. http://www.mylife.it/martina/. Io sto leggendo Energy, http://energypeople.it, ma ci sono anche tanti altri testi interessanti. Colin Campbell con The China Study http://www.thechinastudy.it e Valdo Vaccaro http://valdovaccaro.blogspot.it/2014/06/rivoluzione-sclerosi-multipla-con.html, sono stati già ampiamente menzionati da me in questo blog, anche se non hanno certo bisogno delle mie presentazioni. Le soluzioni alternative ci sono. Non sono propriamente di fronte ai nostri occhi, ma basta cercarle. Non sono facili come bere un bicchiere d'acqua o comode come prendere le pasticche che vi ha prescritto il medico. Tocca a voi. Per chiunque avesse voglia di contattarmi sono disponibile alla mail: sclerosette@gmail.comAstenersi perditempo, chi cerca pozioni magiche e risposte brevi.

Giuliana 

mercoledì 10 dicembre 2014

Tumori, torna la cura Di Bella. Dal figlio migliaia di pazienti

Stessi farmaci. E alcuni tribunali impongono alle Asl il rimborso dei costi
La terapia Di Bella torna d’attualità

BOLOGNA 
 
Se c’è una parola che potrebbe riassumere tutto è «speranza». Di guarire, certo. Ma anche di tornare a una vita non più sospesa tra la morte e l’attesa che giunga. Quella vita che, giura un avvocato di San Severo di Foggia, ha ritrovato sua moglie. Condannata da un tumore alla mammella «e tornata sana. Alla faccia di ciò che diceva la scienza ufficiale». Tornata al mare con i figli e il marito, a dispensare sorrisi e carezze, a fare progetti. «E tutto grazie alla Cura Di Bella».
A quindici anni, quasi, dalla fine della sperimentazione, il «Metodo Di Bella» è diventato - così spiega l’avvocato Gianluca Ottaviano che oggi segue alcuni pazienti Stamina - la seconda cura antitumorale del Paese». La prima è quella erogata dal servizio sanitario nazionale. L’altra quella che Giuseppe Di Bella, figlio di quel medico dai capelli bianchi che, alla fine degli Anni 90, riuscì ad ottenere la sperimentazione della sua terapia anticancro - somministrata da anni nel suo studio di via Marconi, centro di Bologna.

E qui la differenza la fanno i numeri. Due-tre mila persone curate, in pochi anni. Esiti molto diversi tra loro, certo. Ma alcuni casi fanno scalpore. E a quella porta vanno a bussare migliaia di persone. «Niente mail» ne arrivano troppe con richieste di terapia. Solo telefonate, e anche così è complicato star dietro a tutti. Arrivano uomini con tumore alla prostata. Donne con patologie terribili e devastanti. «Gente ormai al quarto stadio, quelli che già respirano il fiato della morte» dicono a Bologna. E lui, Giuseppe Di Bella li riceve tutti. Parla per ore, spiega tutto, e se è il caso parte con la terapia. I farmaci sono quelli di sempre, quelli che già suo padre utilizzava a suo tempo. Somatostatina prima di tutto e poi ancora octreotide, vitamine (A, C, D, E) melatonina, calcio e molto altro ancora.

«I risultati ci sono e ottimi» s’infervora l’avvocato Ottaviano. «L’unico guaio è che la si deve pagare tutta di tasca propria. E non tutti possono permetterselo». Come accade con Stamina, con le cure imposte dai tribunali, anche in questo caso la magistratura si fa sentire. I tribunali di Lecce, di Lucca e una sfilza di altri, hanno ordinato alle Asl di competenza di «pagare le cure ad alcuni malati». E ci sono altre sentenze in arrivo. I giudici si basano sugli esiti delle perizie dei Ctu (i consulenti) che se notano una regressione della malattia, o una stabilizzazione dicono: «L’Asl deve pagare le cure già fatte e quelle che verranno». È già accaduto parecchie di volte. Accadrà ancora. «Ne abbiamo altre in arrivo, saranno rivoluzionarie. Questa volta non si potrà più far finta che la cura non esista» dicono i pazienti.

E poi c’è la questione denaro. Quanto costa comprarsi questa speranza. Tanto o poco, a seconda di quanto sei attaccato a questa vita, certo. Ma anche di quali sono le entrate di chi va a bussare a quella porta. Duemila euro al mese di medicinali, stima qualcuno. Ma i consulti con Giuseppe Di Bella non costano. «Paghi la prima visita e poi basta, anche se lui ti vede e ti rivede decine di volte» dicono i pazienti.
Ripartire con richieste di sperimentazione a livello nazionale? «Non ha senso» suggerisce Giuseppe Di Bella. «Non ha senso» insistono alcuni pazienti. E la coda davanti alla porta si allunga, in un pellegrinaggio alla ricerca della speranza. 


Fonte: http://www.lastampa.it/2014/09/20/italia/cronache/tumori-torna-la-cura-di-bella-dal-figlio-migliaia-di-pazienti-YdotgoeILcbLV8XYLe1QiJ/pagina.html


 
 

lunedì 1 dicembre 2014

L'aria, fonte di energia gratuita e inesauribile per l'edilizia residenziale

02/11/2014 - Zoe Parisi 

La soluzione tecnologica Aquarea di Panasonic sfrutta una pompa di calore aria-acqua che fa risparmiare sui costi di riscaldamento del 78% rispetto alle soluzioni con alimentazione elettrica.

Nata dalla demolizione e ricostruzione di un precedente volume residenziale in un contesto agreste pressoché incontaminato in provincia di Cuneo, a Boves è sorta una villetta bifamiliare ‘green’ che, appartenendo alla classe energetica più alta e dimostrandosi quasi autosufficiente, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di primo edificio in Piemonte in classe ‘Gold’ di CasaClima. La pompa di calore Aquarea di Panasonic costituisce il cuore energetico di questa casa e provvede alla produzione ecosostenibile di calore per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria, comportando un consumo quasi nullo in bolletta per la famiglia che vi abita.
Più conveniente e versatile. La soluzione tecnologica Aquarea proposta da Panasonic air conditioning per il riscaldamento, sfrutta una fonte di energia gratuita e inesauribile quale l’aria: i costi di riscaldamento ottengono, in questo modo, un risparmio fino al 78% rispetto a soluzioni con alimentazione elettrica, garantendo massimo risparmio ed efficienza, minima emissione di CO2 e ingombro ridotto.
Questa pompa di calore sfrutta, grazie a un ciclo frigorifero, l’energia termica presente nell’aria esterna e la trasferisce, tramite uno scambiatore di calore, all’acqua impiegata per riscaldare l’abitazione.
In particolare, la versione ‘solo caldo’ utilizzata per l’edificio è un kit composto da un’unità esterna Aquarea alta connettività da 9 kW e un’unità interna quarea alta connettività S/Ris da 9 kW; l’unità split garantisce massima efficienza anche a basse temperature, è dotata di un termostato per semplificarne il controllo e, collegata a pannelli solari, aumenta ancora di più l’efficienza, riducendo l’impatto sull’ecosistema.
Alta efficienza, minima potenza. «La scelta di una pompa di calore aria/acqua Panasonic si è dimostrata ideale per le nostre esigenze, in quanto ottimo esempio di qualità tecnica con prezzo assolutamente congruo alla qualità. Una volta risolto il problema dell’ottenimento di un buon involucro dell’edificio (murature, tetto, solaio verso terra, serramenti esterni) ci si è occupati dell’impiantistica, sia per la ventilazione meccanica controllata, Zehnder, che per il generatore di calore, Panasonic, con una pompa di calore aria/acqua ad alta efficienza. Le potenze necessarie sono state minime, in quanto la potenza elettrica richiesta dalla macchina è di soli 3 kW, mentre il fabbisogno energetico dell’edificio era di soli 10,24 kWh/mq/anno con una potenza specifica riferita alla superficie netta di 31,32 W/mq», specifica Marco Mauro, architetto progettista dell’edificio residenziale.

Semplicità d'uso e di installazione 
Il più grande vantaggio relativo al funzionamento? La facilità d’uso per l’utente finale, che, una volta tarati correttamente gli impianti, non deve fare nulla; la pompa di calore genera il poco fabbisogno termico necessario per il riscaldamento a pavimento.
Pur essendo presenti cronotermostati con regolazione a fascia oraria, giornaliera e settimanale, in fase di collaudo è stato sufficiente impostare i giusti settaggi per l’uso specifico dell’edificio: il tutto funzionerà correttamente sino al cambio di stagione, nel periodo estivo, quando sarà necessario impostare la pompa di calore sulla sola produzione di acqua calda sanitaria.
L’installazione di Aquarea è stata semplice e non ha comportato particolari problematiche, a detta dell’azienda installatrice, poiché la macchina è risultata intuitiva e facile da installare; l’unità interna della pompa di calore è stata collocata nella centrale termica, mentre l’unità esterna è stata appesa verso Est, sulla facciata del garage, in modo da nasconderla anche dal punto di vista architettonico.

Il progettista - Arch. Marco Mauro
«Dopo aver pensato a un’architettura che ben si inserisse nel contesto rurale del paesaggio e garantisse un buon soleggiamento invernale e un riparo dall’eccesso di sole in estate (il tutto grazie al porticato sul fronte Sud), si sono studiati dettagli costruttivi, strutture e impianti, scelti i materiali e quantificati i costi di realizzo: il tutto ha richiesto circa un mese di lavoro con l’aiuto degli ingegneri Claudio Pellegrino, per le strutture, e Luca Sarale, per gli impianti termici.
Nella fase di messa in funzione dell’impianto abbiamo dovuto prestare attenzione al corretto settaggio della pompa di calore, per il quale è intervenuto direttamente un tecnico qualificato, che ha impostato il software della macchina in funzione delle condizioni d’uso richieste dall’utenza. L’impianto è il punto di arrivo, la partenza è un corretto involucro, pertanto ritengo sia necessaria una serrata collaborazione, a livello progettuale, tra i progettisti delle parti architettoniche, strutturali e impiantistiche
».

©Gt il giornale del termoidraulico

Fonte: http://www.edilizianews.it/articolo/20365/laria-fonte-di-energia-gratuita-e-inesauribile-il-caso-di-una-bifamiliare-a-boves-in-provincia-di-cuneo?ctbt=ClickTheBrick+n.+181+%E2%80%A2+08.09.2014