lunedì 15 giugno 2015

GENDER NELLE SCUOLE: MOBILITAZIONE NAZIONALE IL 20 GIUGNO A ROMA

FAMILY DAY: MOBILITAZIONE NAZIONALE IL 20 GIUGNO A ROMA, TUTTI IN PIAZZA PER I BAMBINI E PER LA FAMIGLIA!

FAMIGLIA: MOBILITAZIONE NAZIONALE IL 20 GIUGNO A ROMA
manifestazione a piazza San Giovanni su gender nelle scuole e ddl Cirinnà

“Per promuovere il diritto del bambino a crescere con mamma e papà, vogliamo difendere la famiglia naturale dall’assalto a cui è costantemente sottoposta da questo Parlamento, vogliamo difendere i nostri figli dalla propaganda delle teorie gender che sta avanzando surrettiziamente e in maniera sempre più preoccupante nelle scuole”.
Il comitato “Difendiamo i nostri figli”, spiega così la convocazione a Roma per il prossimo 20 giugno di una manifestazione che si annuncia imponente a difesa dell’istituto del matrimonio, della famiglia composta da un uomo e da una donna, del diritto del bambino ad avere una figura materna e una paterna, senza dover subire già dalla scuola dell’infanzia la propaganda dell’ideologia gender definita da Papa Francesco “un errore della mente umana”. Spiegano i promotori: “Chiamiamo alla mobilitazione nazionale tutte le persone di buona volontà, cattolici e laici, credenti e non credenti, per dire no all’avanzata di progetti di legge come il ddl Cirinnà che dell’ideologia gender sono il coronamento e arrivano fino alla legittimazione della pratica dell’utero in affitto.
Ci troveremo tutti in piazza a Roma, schierati a difesa della famiglia e dei soggetti più deboli, a partire dai bambini”. La manifestazione, che si terrà a piazza San Giovanni dalle 15.30, è promossa dal comitato “Difendiamo i nostri figli” a cui aderiscono personalità provenienti da diverse associazioni tra cui Simone Pillon, Giusy D’Amico, Gianfranco Amato, Toni Brandi, Filippo Savarese, Costanza Miriano, Mario Adinolfi, Jacopo Coghe, Maria Rachele Ruiu, Paolo Maria Floris, Alfredo Mantovano, Nicola Di Matteo. Portavoce del comitato è il neurochirurgo Massimo Gandolfini.
Lunedì 8 giugno alle ore 12 all’hotel Nazionale di piazza Montecitorio si terrà la conferenza stampa di presentazione della manifestazione. [breve resoconto su avvenire.it]

[scarica il comunicato, il volantino e il pieghevole STOP GENDER]

evento FB: https://www.facebook.com/events/980763605269935/


A livello locale si stanno organizzando dei pullman, chi è interessato può contattare i seguenti recapiti: 349.2322975 (dopo le 13,00) perugia@lamanifpourtous.it


Fonte: http://www.forumfamiglieumbria.org/family-day-mobilitazione-nazionale-il-20-giugno-a-roma-tutti-in-piazza-per-i-bambini-e-per-la-famiglia%e2%80%8f/


 

venerdì 12 giugno 2015

Ovaio asportato e congelato: 14 anni dopo è mamma grazie al reimpianto



La vicenda riguarda una donna congolese che vive a Bruxelles e che è stata la prima al mondo a dare alla luce un bambino dopo il trapianto del suo stesso tessuto ovarico.


di F. Q. | 10 giugno 2015

A13 anni aveva subito un trattamento invasivo contro una grave forma di anemia. Prima dell’inizio della cura, però le è stato espiantato un ovaio, che è stato congelato e reimpiantato quando la ragazza aveva 23 anni. Dopo cinque mesi sono tornate le mestruazioni e a novembre 2014 è diventata mamma di un bambino. Completamente sano.
La vicenda riguarda una donna congolese che vive a Bruxelles e che è stata la prima al mondo a dare alla luce un bambino dopo il trapianto del suo stesso tessuto ovarico. A causa del trattamento altamente invasivo per curare la drepanocitosi (anemia falciforme), l’ovaio rimasto è stato fortemente danneggiato ma la conservazione dell’altro e il successivo trapianto le hanno consentito di diventare madre. Gli specialisti, che descrivono la vicenda su Human Reproduction, sperano che questa procedura possa aiutare altre giovani pazienti con questo tipo di patologia.
La diagnosi di anemia falciforme era arrivata quando aveva 5 anni; da piccola era emigrata dalla Repubblica del Congo in Belgio, dove i medici hanno deciso che la sua malattia era così grave da aver bisogno di un trapianto di midollo osseo, utilizzando come donatore il fratello. Ma prima che potessero iniziare il trapianto, si era reso necessario un ciclo di chemioterapia, per impedire al sistema immunitario di rigettare il nuovo midollo. La chemio può distruggere la funzione ovarica, così i sanitari hanno rimosso l’ovaio destro e congelato frammenti di tessuto. All’epoca la paziente non aveva ancora sviluppato. A 15 anni l’altro ovaio rimasto è risultato danneggiato.




http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/10/ovaio-asportato-e-congelato-14-anni-dopo-diventa-mamma-grazie-al-reimpianto/1766301/




giovedì 11 giugno 2015

Seno, patologie e paure


La mammella è una ghiandola esocrina la cui funzione è di produrre, nel periodo successivo al parto, il latte, che esce sotto lo stimolo della suzione.
Essa è costituita da:
v   l’apparato duttulo-lobulare (le ghiandole) che comprende i dotti periferici e gli acini dove “si produce il latte”;
v   il sistema dei dotti galattofori, che permettono di portare il latte all’esterno;
v   un tessuto connettivo e adiposo con funzioni di sostegno.

E’ l’organo simbolo della “protezione” poiché una mamma stringe il suo bimbo al seno per proteggerlo. Le ghiandole sono strutture “vitali” poiché la loro secrezione permette al bimbo di nutrirsi e svilupparsi, mentre i dotti galattofori sono delle strutture “relazionali” che mettono in “comunicazione”, “uniscono”, le ghiandole al capezzolo.
Le ghiandole aumentano al verificarsi inaspettato di un “dramma umano”; il figlio o il partner sono improvvisamente in pericolo e la ghiandola, sollecitata, produce una secrezione più abbondante e nutriente, per fornire simbolicamente l’energia necessaria a superare il momento critico.
Per il cervello, figlio e partner, sono tutti coloro o tutto ciò che si “materna”: ad esempio il libro che sto scrivendo e che potrei considerare come << il mio bambino, la mia creatura>> o il gatto che può rappresentare il “cucciolo” di cui mi occupo amorevolmente come un figlio.
I dotti galattofori sono la sede del tumore duttale, oggi molto frequente.
Ai nostri giorni sempre giorni sempre più sono le donne che subiscono e soffrono a causa di separazioni dai figli o dai mariti. Poiché i dotti sono strutture relazionali, nel momento della sofferenza il cervello “toglie” la struttura che simboleggia la relazione come se, così facendo, non si avesse più a soffrirne. E’ quando il contatto è ritrovato, che si forma il tumore duttale, che ha lo scopo di rinforzare i dotti come se simbolicamente la donna desse così concretezza alla relazione che non vuole perdere mai più.
Mentre nelle ghiandole il tumore si manifesta nel momento del conflitto, per i dotti esso prende corpo quando lo stress è finalmente terminato.
Il seno sinistro rappresenta la protezione o il contatto che offro e quello destro la protezione o il contatto che ricevo. [1]

Considerazioni.
La natura della donna è quella di accogliere, amare, accudire, nutrire, crescere e curare (anche il “nido”), tutte queste sue funzioni ancestrali fanno parte di ogni donna, anche le più “moderne” che si occupano d’altro rispetto al loro vera natura, tuttavia l’inconscio collettivo, le funzioni degli organi e la loro simbologia che si sono configurati nei millenni non sono cambiati e quindi ancora oggi la donna per poter adempiere alla sua naturale “vocazione” di essere d’amore e creatore per eccellenza, “utilizza” simbolicamente sempre la stessa parte del corpo: il seno.
Si tratta di emozioni e stati d’animo, consci ed inconsci, che qualsiasi donna nella vita ha provato e che somatizza a livello del seno.
Appare chiaro quindi che il seno è costantemente sottoposto a “sollecitazioni” e modifiche endocrine e strutturali(fisiche) di varia “entità”- rilevanza, in relazione all’intensità del “vissuto”; la donna non se ne accorge nemmeno, a meno che non si tratta di forti eventi drammatici vissuti il cui epilogo sfocia in malattie del seno che danno dei marcati sintomi.
Bisogna tener presente che il vissuto è unico per ogni donna quindi non può applicarsi alcun criterio di standardizzazione o generalizzare su particolari eventi o emozioni percepite.
Possiamo vedere la patologia del seno come un segnale d’amore; l’amore di una madre, di una compagna o di una figlia che non hanno potuto dare “di più” alle persone amate.
Non è trascurabile il fatto che oggi moltissime donne scoprono di essere “ammalate” a tale organo vitale non tramite i sintomi di madre natura,  bensì tramite gli screening preventivi tanto di moda oggigiorno e che consentono di cogliere sul nascere patologie del seno che potrebbero arrecare grave pregiudizio(?) all’integrità femminile.
Quello che di norma non viene detto poiché non ritenuto interessante, ai meri fini lucrativi, è analizzare quello che avrebbe comportato alla donna la mancata scoperta di tale “imperfezione” nel suo seno, anzi di solito si calca la mano sulle nefaste conseguenze che ciò potrebbe comportare senza esporre chiaramente che molti processi tumorali, di cui il nostro corpo è pieno, non danno alcun sintomo e si dissolvono autonomamente.
Gli screening e la relativa sovradiagnosi purtroppo non consentono di abbassare il tasso di mortalità di questo e di altri fenomeni patologici, ma aumentano solo il numero dei malati, ecco il fine di lucro, i quali a seguito del devastante impatto, soprattutto emotivo, della diagnosi e del successivo protocollo aggravano le proprie condizioni di salute invece di migliorarle e quindi, come già spiegato bene in altri articoli, si possono verificare le famigerate metastasi con tutto quello che ne consegue.

Teniamo sempre a mente che la malattia, quando si manifesta, ha un suo scopo è grazie al cielo non è quello nefasto che ci hanno sempre fatto credere, ad esempio per rimanere in tema di patologie del seno, in caso si sia vissuta una situazione personale molto difficile di “separazione” vengono interessati i dotti galattofori che sul momento per necrosi si riducono con delle ulcere che all’atto del ritrovare la calma o il “contatto” si riformeranno più forti di prima con una proliferazione cellulare(tumore), si tratta di cellule dei dotti e non hanno alcuna intenzione di uccidere la donna, questo non significa che non inducano l’essere in una condizione dolorante e disabilitante durante tale processo riparativo, qualora di forte entità. 
Analogamente se per un conflitto di “non riuscire a proteggere, curare, tenere(per sè), sostenere(sfamare) il nido familiare inteso nel senso più ampio (figli veri o ritenuti tali, partner, casa, persone di casa, padre, sorelle, fratelli ecc.), il cosiddetto conflitto del nido”,  sono interessate le ghiandole che producono latte o siero all’atto del dramma, per meglio superarlo, aumentano le dimensioni e le secrezioni, senza sintomi e al termine vengono demolite per caseificazione arrecando sintomi molto forti ed invalidanti qualora di forte entità.
Conoscendo le funzioni del seno e le sue reazioni biologiche al nostro vissuto, strettamente personale, dovrebbe essere più facile e naturale affrontare la vita di tutti i giorni e la malattia qualora dovesse giungere?
Perché nessun “canale” ufficiale ci dice come stanno veramente le cose?
Perché ci fanno vivere nell’ignoranza della malattia e nel terrore che essa arrivi?
Ognuno si faccia le proprie domande e cerchi le risposte che gli consentano di proseguire un’esistenza che sia degna di essere definita tale.
Marcello Salas


Approfondimenti necessari:
Articoli relativi al tumore al seno [QUI] [QUI];
Articoli relativi allo screening, sovradiagnosi e prevenzione[QUI] [QUI].
Articoli che spiegano cosa sono veramente le metastasi[QUI]


Come Portare alla Luce la Realtà Nascosta della Malattia Voto medio su 20 recensioni: Da non perdere