mercoledì 28 maggio 2014

Digiuna e guarisce da una grave malattia


Un uomo di 58 anni gravemente malato si lascia andare rifiutando medicine e cibo, però invece di morire, guarisce. Si chiama Marcello Nardin, senza saperlo ha applicato le ferree regole dell'igienismo, dopo un lungo digiuno ha seguito un'alimentazione prettamente vegana fatta di frutta, verdure e altri prodotti del suo orto, rigorosamente biologici.

Per leggere tutta la storia andate sul sito del Messaggero Veneto, al link:
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/05/19/news/in-bicicletta-a-piancavallo-per-i-90-anni-1.9259145


martedì 27 maggio 2014

MINI GUIDA per smettere di fumare.


Diario di uno psicologo ipnoterapeuta a Cagliari

CONTATTI
Telefono: 3473095315
mail: g.delogu@me.com
Sede dello studio: via Giovanni Battista Tuveri, 72
09129 Cagliari (CA)

Bentornati. 
Ci sono molti sistemi in circolazione per smettere di fumare, e con questa mini guida li valuteremo insieme per capire come funziona la mente di un fumatore, e in che modo si inserisce il trattamento ipnotico in questo contesto.
Di solito, le persone che vengono nel mio studio per smettere di fumare, hanno già seguito tutta la trafila dei prodotti più o meno commerciali, che il mercato propone per smettere di fumare. Vediamoli:
1) sigaretta elettronica;
2) cerotti/cingomme alla nicotina
3) libro di Allen Carr "smettere di fumare è facile se sai come farlo". 
4) bocchino a rilascio di nicotina
5) orecchino/magnete/agopuntura
6) fiori di bach, naturopatia, fitoterapia, omeopatia. 
7) forza di volontà
8- psicoterapia ipnotica

Ma funzionano?
Dipende dalla personalità del fumatore. 
Un mio ex professore, Prof. Rolando Weilbacher, autore del libro "L’ipnosi nella disassuefazione tabagica - Smettere di fumare con l’ipnosi (di Rolando Weilbacher e Carla Bosisio.Franco Angeli, Collana Le Comete, Milano 2010) afferma che i fumatori sono di due tipi: i fumatori "classici" e quelli la cui dipendenza rientra in un quadro di disturbo del controllo degli impulsi o un quadro di disturbo ossessivo-compulsivo, dove la compulsione è il fumare. Secondo il prof. Weilbacher, questa seconda categoria non riuscirà a smettere con i metodi classici, e difficilmente anche con altri. 
Il dott. Andrea Pompili, psicologo psicoterapeuta di Roma, specializzato in ipnosi ericksoniana, adotta invece per la seconda categoria di fumatori, quella che lui chiama "teoria del buco", ossia la sigaretta copre un vuoto esistenziale, perciò questi individui da una parte desiderano smettere, dall'altra la sigaretta ha un valore terapeutico, in quando "compensa" l'individuo. Per il dott. Pompili quindi, il fumare rientra per certi individui in una struttura di personalità, come già evidenziato dal prof. Weilbacher. 

Di solito chi si rivolge a uno psicoterapeuta per smettere di fumare, lo fa o perchè ha sentito parlar bene dell'ipnosi e non ha mai provato a smettere, oppure perchè ha girato le 7 chiese e l'ipnosi rappresenta l'ultima spiaggia. 
Il fumatore "classico" è colui che, se decide di smettere, ci riesce facilmente con la forza di volontà, leggendo il libro di Allen Carr, o con altri ausili succitati, soffrendo inizialmente, ma riuscendo a bloccare il comportamento con la propria determinazione. Egli cioè smette di fumare, ed è felice così'. In questo caso la volontà di non fumare è ferrea, e qualsiasi mezzo fitoterapico, magnetico, più o meno testato, sarà un valido aiuto per smettere di fumare. Capite bene che, se il fumatore è deciso di smettere, basta poco per aumentare la sua determinazione per vivere senza la schiavitù del fumo, e il libro di Allen Carr in questo aiuta moltissimo.
Nel caso in cui invece il fumare sia un sintomo inquadrabile in un disturbo psicopatologico, qualsiasi mezzo per smettere di fumare si rivela fallimentare, perchè il fumatore è scisso: da una parte egli desidera ardentemente smettere di fumare, dall'altra desidera ardentemente fumare. E l'impegnarsi a non fumare aumenta la sua ansia che si scarica nel fumare di più (vedi teoria del buco del dott. Pompili). 
Per intenderci, stiamo parlando di persone disposte a sborsare centinaia di euro da uno psicoterapeuta, per poi dire "come sono uscita dal suo studio, la sera mi sono accesa una sigaretta e mi è venuta la nausea (comando post-ipnotico, ndr.). Poi però dopo un po' ne ho accesa un'altra per vedere se la nausea tornava.
In pratica queste persone desiderano smettere, ma poi con le loro stesse azioni boicottano la terapia. Infatti quando io chiedo loro "Ma signora, se lei vuole veramente smettere dovrebbe essere felicissima se la sigaretta finalmente le fa schifo. Come mai allora ne accende un'altra per vedere se torna la nausea?" E di solito queste persone cadono dalle nuvole, e mi dicono "dottore, lo so che voglio smettere, ma mi creda, non ho idea del perchè ne ho accesa un'altra".
Ricordo che una volta chiesi ad una paziente "del gruppo B", che fumava 2 pacchetti al giorno, di mettere da parte, ogni giorno, una sigaretta dal suo pacchetto. Ciò che le chiedevo era semplicissimo: ogni volta che apriva un pacchetto ne doveva metteva una dentro un cassetto. 
Quando tornò, io le chiesi se aveva fatto come le avevo detto. Lei mi guardò e mi rispose "no". Allora le chiesi come mai, quale era stata la difficoltà. E lei mi rispose: "non lo so... non c'è stata nessuna difficoltà, semplicemente ho continuato a fumarle tutte". Quando le chiesi se voleva ancora smettere di fumare, mi rispose "io sì, ma evidentemente c'è un'altra parte della mente che me lo impedisce". 

Capite ora in questo contesto quanto sia difficile che sigarette elettroniche, cingomme, libri, magneti, funzionino, perchè l'altra parte della mente di questi fumatori "rema contro", e desidera ardentemente fumare. 
I fumatori il cui fumare è sintomo di un disturbo ossessivo-compulsivo, hanno delle compulsioni anche in altri campi, come il cibo, il gioco, internet, il sesso. E di solito il fumo è il pretesto per parlare di altri problemi più gravi, come lutti non elaborati o disturbi d'ansia come attacchi di panico o fobie. 

Ma torniamo ora ai sistemi noti in circolazione, valutandone i pro e i contro. 

1) sigaretta elettronica;
Ultima innovazione della tecnologia. Un'imitazione della sigaretta che fa respirare al fumatore vapore acqueo mischiato ad aromi tipo tabacco. Il fumatore la usa per risparmiare sulle sigarette, ma preferisce di gran lunga la sigaretta vera. Ha degli svantaggi non indifferenti: il costo, la sostituzione delle cartucce, il fatto che non tiene testa ad un fumatore che fuma 2 pacchetti al giorno, per cui la resistenza si brucia, e bisogna cambiare continuamente i pezzi, ad un costo non da poco. Inoltre il peso è di 8 gr invece dei 2 della sigaretta, il che significa che non si può tenere tra le labbra e fare altro con le mani, ma va stretta tra i denti tipo sigaro. 
Sotto il profilo psicologico è un totale disastro: il fumatore continua a fumare una cosa "fatta a forma di sigaretta", ma la testa e il desiderio rimangono gli stessi. L'unico vantaggio è che il fumatore, fumando meno sigarette vere, si avvelena di meno, finchè non si stanca della sigaretta elettronica. Buono a breve termine, un fallimento nel lungo periodo.
Voto: 3. 

2) cerotti/cingomme alla nicotina
Lavorano sull'aspetto organico tossicologico della dipendenza. Le persone che usano i prodotti alla nicotina fumano di meno, e se hanno una determinazione abbastanza forte riescono anche a smettere. Controindicazione: c'è chi si appiccica i cerotti transdermici alla nicotina, mastica le cingomme, e si fuma lo stesso 2 pacchetti al giorno. Costano parecchio, e non sono caramelle. Sotto il profilo psicologico sono un buon incentivo per smettere (appiccicarsi sulla pelle roba velenosa non piace a nessuno). Voto: 5.

3) libro di Allen Carr "smettere di fumare è facile se sai come farlo". 
Un libro terapeutico, molto valido e molto ben fatto. Ristruttura completamente la mente del fumatore facendo un lavoro cognitivo efficacissimo. Costa poco, non ha effetti collaterali, è scritto bene ed ha aiutato tanta gente, me compreso. Ma non funziona con i fumatori ossessivi. Voto: 8!

4) bocchino a rilascio di nicotina (Nicorette Inhaler)
ll funzionamento è in linea con le cingomme e il cerotto transdermico, quindi lavora sulla dipendenza organica.
Nelle indicazioni, viene spiegato che ci sono "cartucce da ricaricare", e che lo scopo è di "scalare gradualmente" la nicotina come farebbe un tossico col metadone. Non spiega però cosa scatta nella mente del fumatore, se un amico incontrato per strada gli chiede "posso avere il piacere di offrirti una sigaretta?". Dovendo scegliere, mi convince di più il cerotto: la pelle assorbe roba velenosa, è una seccatura metterselo, ma il principio è completamente diverso dall'aspirare qualcosa che ricorda le sigarette.
Voto: 3.

5) orecchino/magnete/agopuntura
Il magnetismo è una bufala colossale. risale ai tempi del mitico Mesmer, grande ipnotista alla corte di Luigi XVI, che utilizzava i magneti per calamitare il fluido animale. Roba legata all'influenza degli astri. In realtà aveva un carisma straordinario e ipnotizzava le persone, ma all'epoca la parola "ipnosi" non esisteva ancora (venne coniata da James Breid, nei primi del 1800). Il metodo dei magneti di Mesmer venne poi sottoposto ad un esperimento scientifico dagli scienziati dell'epoca (tra cui il grande Lavouisier), e il risultato fu che Mesmer fu cacciato dalla corte e allontanato dalla Francia. Morì in solitudine e disgrazia. Oggi, nel 2011 ritornano i magneti, con la stessa terapia del 1800 di Mesmer, ma senza il carisma di Mesmer. Un grande imbroglio. Naturalmente non è vero che le molecole di ferro del corpo si orientano con le calamite, e l'unico effetto che dà è l'effetto placebo. Se io credo che la calamita mi farà smettere di fumare, allora funzionerà". Almeno non fa male, ma spacciano per scientifico ciò che non lo è. Voto: 1.

6) fiori di bach, naturopatia, fitoterapia, omeopatia. 
C'è chi ci crede e c'è chi no. Con i fumatori classici è un possibile aiuto, se non altro per l'effetto placebo, mentre con i fumatori dell'altro tipo, è solo acqua fresca. Come possa il principio attivo di un'erba sconfiggere una dipendenza da nicotina per me rimane un mistero, in ogni caso meglio essere convinti che si è smesso per un infuso di gramigna, piuttosto che restare legati ad un bocchino o un'imitazione della sigaretta. Voto: 5

7) forza di volontà. Non è un prodotto che si compra in farmacia, nè qualcosa che si legge in un libro. E' indispensabile per smettere di fumare, ma se usata da sola fa danni. Lo svantaggio è che un fumatore che si sforza di non fumare può diventare una persona che si sacrifica per una buona causa, e per questo continua a desiderare la sigaretta. Sono quelle classiche persone che hanno smesso da anni, poi dicono "Dio solo sa quanto desidererei fumare adesso". Cosa c'è di peggio di un cervello da fumatore in un corpo da non fumatore? Voto: 5*

* Ci sono tante persone che hanno smesso di fumare perchè era già chiaro dentro di loro che fumare significa solo essere schiavi. In questi casi il metodo della forza di volontà ha un valore di 10, soprattutto se unito ad altri aiuti.
In questo caso, voto: 10! 

8- psicoterapia ipnotica. Dipende da chi la fa, dipende dal tipo di relazione che si instaura tra terapeuta e paziente, dipende dal livello di suggestionabilità del paziente, e dalle capacità tecniche del terapeuta, ma è una prestazione sanitaria professionale. Le variabili in gioco sono tante, ma se tutte le variabili sono positive, una persona può smettere di fumare in poche sedute, spendendo meno di quanto spenderebbe con le cingomme alla nicotina. In cambio si trova ad aver appreso preziose tecniche di auto-ipnosi e una dozzina di mp3 per la gestione dell'ansia, l'insonnia, e una traccia per prevenire le ricadute. Insomma: una farmacia vivente in un mp3 con la voce del terapeuta. E ha la possibilità di conoscere un professionista che può risolvere anche altri eventuali problemi con tecniche rapide ed efficaci. Non funziona però con i fumatori ossessivi. Voto: 9 

Come funziona il trattamento ipnotico per smettere di fumare? 
Dando per scontato che sappiate cos'è l'ipnosi, cos'è lo stato di trance, che l'ipnosi non può nulla contro la volontà del soggetto, cominciamo col dire che in ipnosi si danno delle suggestioni specifiche che hanno lo scopo di rinforzare la motivazione della persona che vuole smettere di fumare. Queste suggestioni sono di tipo positivo (immagine della persona che ha smesso di fumare, ed è ... felice!!!), e di tipo avversativo (immagine della persona che fuma e sta sempre peggio, con nausea e mal di testa sempre più intensi etc.). 
Si procede quindi con un comando post-ipnotico, in modo che la persona, quando prende in mano una sigaretta abbia delle sensazioni spiacevoli che aiutino a distaccarsene, mentre quando non fuma abbia delle sensazioni piacevoli. L'ipnosi funziona molto bene con gli atleti, cioè persone che vogliono fortemente raggiungere un obiettivo, ma sono ostacolati da ansie e paure di non farcela. Allo stesso modo, la motivazione del fumatore è fondamentale per la riuscita della terapia ipnotica che, in aggiunta rispetto a tutti gli altri metodi sopraelencati, ha il vantaggio di avere il supporto umano e professionale di uno psicoterapeuta. Ciò significa che, al di là dei protocolli, tecniche o altro, il rapporto umano dà forza e nuovo coraggio per smettere di fumare, e cominciare così una nuova vita, un nuovo inizio.

Saluti a tutti

Dott. Giovanni Delogu


Fonte: ipnosicagliari.blogspot.it/2011/03/mini-guida-per-smettere-di-fumare.html

venerdì 23 maggio 2014

Che significa mangiare le unghie nella psicologia


Dolorante, arrossata, piena di pellicine è l’unghia sottoposta per anni agli spietati morsi dei denti, una cattiva abitudine, chiamata  onicofagia, che si abbandona intorno ai 10-12 anni ma che in molte persone perdura anche in età adulta senza più riuscire a liberarsene.

Cosa ci spinge a mangiare le unghie? Teoria Freudiana
Secondo la teoria freudiana è un sintomo riconducibile alla fase della fissazione orale.
La bocca è l’organo con il quale il bambino entra in contatto con la madre, attraverso il suo seno. In questo periodo della vita del bambino la sua relazione fondamentale con il mondo esterno è di tipo nutritivo, con la madre.

Il fanciullo in questa fase tende a portare tutto alla bocca, dal seno della madre agli oggetti che lo interessano. La bocca diventa il suo mezzo di contatto con il mondo. Le fissazioni relative a questa fase sono dette fissazioni orali, e derivano dalla lunghezza eccessiva o eccessivamente corta di questo periodo. Tutte le fissazioni orali hanno un elemento in comune: l’eccessiva inclinazione per comportamenti che coinvolgono tutto il cavo orale (mangiare, suggere, fumare, bere, etc).

Un trauma in questo periodo o semplicemente la reiterata frustrazione durante lo svezzamento, possono rendere “orali” i tratti del carattere di un individuo adulto. L’orale tende ad assumere, trattenere, morsicare, essere cinico, dominare le situazioni. Tende a chiudere, all’introversione, a sputare, a rifiutare.

Perchè si estrinseca la consuetudine a mangiare le unghie secondo la psicoanalisi?
Quando certe situazioni non sono gestibili si scatenano emozioni difficilmente metabolizzabili. È il caso ad esempio della paura (ma anche della rabbia), che può verificarsi in varie situazioni (primo giorno di scuola, nascita di fratellini e/o sorelline, separazioni dei genitori, ecc).

In queste situazioni riportare le emozioni sul corpo è una strategia per gestire i momenti di frustrazione. Quando si era piccoli tramite la suzione si riusciva ad ottenere un conforto ma, una volta cresciuti, la suzione non appare sufficiente e allora il mordere, strappare e  anche il provare dolore, è utile (ma non funzionale) a riportare qualcosa di ingestibile (poiché sconosciuto ed intangibile, come le emozioni), a un livello più noto (quello fisico e tangibile, del corpo).

Soprattutto le donne o i soggetti timidi e remissivi  esprimono la loro aggressività o frustrazione rivolgendola verso sé stessi piuttosto che all’esterno. Si tratta infatti di una forma di autolesionismo. Il rosicchiare trasduce un’espressione di aggressività che si coniuga, nel caso dell’onicofagia, al gesto di portare qualcosa alla bocca  nei momenti di agitazione, ansia o rabbia. Spesso è un’abitudine che la persona mette in atto in modo inconsapevole.

Trasduzione psicologica. Cosa avviene nell’inconscio
Mangiare le unghie significa rifiuto degli artigli e quindi non voler affrontare e vivere la propria aggressività. In questo caso sposta la propria rabbia o frustrazione verso sé stesso.

L’azione di mordere, infatti, è strettamente connessa con la rabbia e con la volontà di agire per affermare la propria personalità. Mangiarsi le unghie è quindi un modo per tenere a bada i propri impulsi aggressivi nascondendo così una parte importante della propria personalità.

Palliativi per evitare che il bambino si morda le unghie
Alcuni smalti maleodoranti  avrebbero lo scopo di fare associare al bambino il ribrezzo provocato dallo smalto con l’attività onicofagica. Questo sistema in alcuni casi funziona, eliminando spesso completamente il gesto malsano del mangiarsi le unghie, ma quasi sempre non porta ad una risoluzione della problematica, quanto invece a uno spostamento.

Il condizionamento creato tra odore e unghie effettivamente riduce il gesto, ma porta in diversi casi a spostare l’attività “autodistruttiva” in altre zone del corpo, oppure ad adottare altre modalità.

Pertanto i rimedi più “rapidi” non sempre si rivelano come i più efficaci e questo perché si trascura (sempre più spesso) l’indagine e la ricerca delle motivazioni che possono stare dietro all’inizio dell’attività onicofagica, soffermandosi solo sul “fenomeno visibile”, il sintomo.

Eliminare il comportamento può essere possibile solo nel momento in cui il bambino imparerà a gestire emozioni particolarmente spinose, proprio come la paura, la rabbia, ecc.

Per curare il problema bisogna capire quali siano i motivi di tale ansia ed aggressività e perché si prediliga lo sfogo verso sé stessi e non verso l’esterno.

È importante dunque accettare l’esistenza di questa nostra pulsione e di conseguenza aprire la nostra mente a vie di sfogo diverse dell’aggressività: quest’ultima infatti se incanalata in modo adeguato può dar vita a meravigliose espressioni creative e non distruttive che appartengono alla sfera dell’arte o dello sport o del gioco e via dicendo.

Dott.ssa Anna Maria Sepe, psicoanalista




giovedì 15 maggio 2014

Un nuovo modo di fare meditazione

Oggi  parliamo di una tecnica di meditazione semplice ed efficace che si può facilmente mettere in pratica ogni giorno.

La meditazione è sempre stata associata con la solitudine, la tranquillità, e l’inattività fisica.

Quando si parla di meditazione, di solito si immagina uno scenario in cui una persona si trova isolata da qualche parte, chiude gli occhi in silenzio e riposa il corpo mentre lavora sulla mente. Per il più delle volte la descrizione e’ giusta ma, la meditazione deve essere sempre così?

La risposta e’ no.

Una forma interessante di meditazione che si discosta dal vecchio concetto tradizionale e’ la meditazione camminata.

La meditazione camminata è leggermente diversa dalle forme di meditazione comunemente note.
Come prima cosa, non serve stare seduti. Anzi, è necessario spostarsi ed essere attivi – bisogna camminare.
È necessario impegnare attivamente la tua mente ed il tuo corpo in questa attività al fine di sperimentare un risultato positivo. E questo ci porta un altro vantaggio. Dal momento che camminare è un’attività quotidiana, si può facilmente migliorare la propria pratica meditativa ogni giorno.
Inoltre, non dovrai trovare un luogo appartato per meditare. Puoi farlo ovunque. Anche in un luogo rumoroso e affollato.

Ecco la sfida

E’ importante essere presenti e focalizzati in questa meditazione.

Non devi permettere al mondo esterno di attaccarsi alla tua mente e farti distrarre dalle cose che vedi, senti, o qualsiasi altra cosa che percepisci.

Puoi essere consapevole della loro esistenza, ma non devi farti coinvolgere. Non aggrapparti a nulla.
Il principio guida dietro meditazione camminata è raggiungere una consapevolezza equilibrata, un equilibrio tra il tuo sé interiore e il mondo esterno che ti circonda.

Questa meditazione ti invita ad essere consapevole e presente in tutto il tuo corpo, di tutti i meccanismi e delle parti che lo compongono, ed essere a conoscenza di come ognuna delle parti del tuo corpo opera. Nel fare questo, devi anche notare le tue emozioni ed il tuo umore.

Tutto questo avviene mentre camini.

Il mondo esterno tuttavia, non deve essere perso nel tuo focus. Ci saranno sempre gli animali o il tempo che cattureranno la tua attenzione mentre mediti, sono cose che non puoi controllare e non serve resistere. Quello che bisogna evitare di fare e’ aggrapparsi a questi ultimi. Bisogna lasciarli fare, osservandoli senza fare nulla. 

Questo è il vero senso di consapevolezza.

"Quando capiamo quanto corpo e mente siano interconnessi, la semplice azione di camminare come faceva il Buddha può essere estremamente facile e piacevole.
Puoi fare un passo ed entrare in contatto con la terra in modo da stabilirti nel momento presente: così arrivi nel “qui e ora”. Non occorre fare alcuno sforzo: i piedi toccano la terra in consapevolezza, portandoti subito nel qui e ora. Sei libero, all’improvviso libero da tutti i progetti, da tutte le preoccupazioni e da tutte le aspettative – sei pienamente presente, pienamente vivo, in contatto con la terra."

Il risultato ideale della meditazione camminata è la tua piena consapevolezza del mondo esteriore mentre nello stesso tempo sei pienamente consapevole anche del tuo Io interiore.

Quando questo avviene tutto e’ più semplice e nella chiarezza mentale guadagnata tanti ostacoli, problemi e complessità trovano la loro soluzione. Colmando il divario tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, puoi prendere il pieno controllo della tua vita e godere di uno stile di vita più sano e felice.

La meditazione è un metodo, una strategia, uno strumento per crescere e migliorare.

E’ l’arte di entrare in contatto con te stesso per scoprire la tua vera natura e le molteplici sfaccettature del tuo essere. 
Tuttavia e’ anche una capacità che deve essere sviluppata.

Si richiede disciplina e la mentalità giusta, come spiego anche in meditazione facile.

Non puoi immaginare che dopo una vita di distrazioni appena ti siedi a meditare ottieni grandi risultati.  I risultati ci sono e sono a dir poco straordinari, ma purché si facciano vedere dobbiamo prima sprigionare la nostra consapevolezza, imprigionata nel profondo dalle varie distrazioni di ogni giorno.

Questo pero’ non vuol dire che meditare sia difficile.

Serve solo un po’ di disciplina per rendere la meditazione una sana abitudine giornaliera.

Tratto da linfavitale.com

Essere Pace - Libro
Con il Cuore della comprensione e la Meditazione camminata

Astrolabio Ubaldini Edizioni

mercoledì 14 maggio 2014

Un altro modo di affrontare il cancro - Tiziano Terzani - Recensione "Un altro giro di giostra"

“Un altro giro di giostra”, l’ultimo libro di Tiziano Terzani, - lo scrittore giornalista toscano che è diventato famoso in Italia e nel mondo prima per il suo libro “Un indovino mi disse”, poi per le sue appassionate “Lettere contro la guerra”, dopo la tragedia delle Torri Gemelle e l’invasione dell’Afghanistan - è una testimonianza della sua ricerca di un rimedio per il cancro, diagnosticatogli quattro anni prima.

Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così, quando gli viene annunciato che la sua vita è ora in pericolo, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva. Solo che questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta - a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia - ha a che fare con la sua sopravvivenza.

Un percorso che si svolge fra l’India e l’America, con puntate a Ceylon, Hong Kong e nelle Filippine, spaziando dai rimedi della più avanzata medicina occidentale (chemioterapia, radioterapia e company) a quelli della tradizione ayurvedica indiana, ai guaritori-maghi di Manila, all'antica farmacopea cinese e molto altro.

Strada facendo prende appunti. Da una lunga permanenza a New York e poi in un centro «alternativo» della California nasce un ritratto inquietante dell'America. Terzani incontra studiosi e ciarlatani, sperimentatori e imbonitori, e, soprattutto, il suo corpo malato diventa una metafora dell’esistenza in qualche modo “squilibrata” che conduciamo. La società e la cultura circostanti, in particolare quella statunitense, tendono a ingigantire gli effetti collaterali della malattia: uomini e donne sposati, a cui è stato diagnosticato il cancro, si vedono immediatamente presentare dal partner i documenti per il divorzio e portare via i figli; le assicurazioni pagate a peso d’oro che cercano tutte le scuse per non ottemperare ai propri doveri. Terzani sostiene che esiste una pazzia macrocosmica, che si manifesta nella sfrenata corsa al materialismo, per lo più in Occidente, ma che si sta allargando e che sta contagiando anche le antiche e finora inviolate casseforti di spiritualità dell’Oriente, come l’India.
La solitudine l’isolamento sono i compagni quasi ineludibili di chi, nella ricca e grassa America si “guasta”, esce dal giro e viene presto accantonato, come un ingranaggio ormai non più utile. Che fare, allora ? Si può, - almeno, questa è la risposta di Terzani, - cercare di curare la malattia o almeno vivere al meglio il tempo che resta, tornando a un modo di vita più semplice, di nuovo a contatto con l’eterno fluire della Natura a riscoprire il senso sacro dell’esistenza. 
Da un lungo girovagare per l'India, compresi tre mesi passati da semplice novizio in un ashram. sempre in cerca di qualcosa o qualcuno che possa aiutarlo, Terzani arriva ad una visione di quel che di più profondo questo paese ha da offrire all'uomo: la sua spiritualità.
Un altro viaggio, dunque, questa volta dentro se stessi, che Tiziano Terzani affronterà partendo dalla quiete di una baita sull’Himalaya, con l’aiuto di un Vecchio che gli offrirà le prime dritte della ricerca spirituale e con il sostegno insostituibile della moglie Angela e dei figli, che comprendono e accettano il suo atteggiamento.

Ogni cultura ha il suo modo di affrontare i problemi umani, specie quelli della malattia e del dolore. Così, dopo essersi interessato all'omeopatia, Terzani si rivolge alle culture d’Oriente sperimentando sulla propria pelle le loro soluzioni, siano esse strane diete, pozioni di erbe o canti sacri. Medicina tibetana, cinese, ayurveda, qi gong, reiki, yoga e pranoterapia sono fra le sue tappe.

Per via del suo caratteristico aspetto, che deriva dalla sua ormai trentennale permanenza in India: pijama bianco, bianchi capelli, barba bianca e per via del suo parlare di pace e amore in un epoca in cui vengono invece esaltati dai potenti di ogni paese come valori positivi l’appiattimento del pensiero e l’esibizione muscolare fine a se stessa, Terzani è stato spesso scambiato per un guru da alcuni, per un pazzo da altri. Invece, e quest’ultimo libro ne è la conferma, egli è soprattutto un uomo che non rinuncia a porsi le domande fondamentali dell’esistenza, che non rinuncia a credere che vivere non è solo mangiare e bere, andare di corpo e fornicare, che cerca innanzitutto di capire prima di giudicare e per questo fa paura a chi fa del buio dell’ignoranza la sua migliore assicurazione per perpetuare la sua misera esistenza di sopraffazione ed egoismo. 

Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell’uomo. L’incontro casuale con un vecchio saggio nell'Himalaya - casuale certo no, perché niente, mai, succede per caso nelle nostre vite - segna la fine del cammino.
Nel silenzio di una grandiosa natura, Terzani arriva alla conclusione che si tratta soprattutto di essere in armonia con l’universo e con se stessi; che si tratta di saper guardare il cielo ed essere una nuvola, che si tratta di «sentire la melodia».

La cura di tutte le cure è quella di cambiare punto di vista, di cambiare se stessi e con questa rivoluzione interiore dare il proprio contributo alla speranza in un mondo migliore. Tutto il resto inutile? Niente affatto. Tutto serve, la mente gioca un enorme ruolo nelle nostre vite, i miracoli esistono, ma ognuno deve essere l’artefice del proprio.

Un libro sull'America, un libro sull'India, un libro sulla medicina classica e quella alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità. Tanti libri in uno: un libro leggero e sorridente, un libro su quel che non va nelle nostre vite di donne e uomini moderni e su quel che è ancora splendido nell'universo fuori e dentro tutti noi.

Una curiosità: per quanto successo Terzani abbia avuto in Europa e in molti paesi del resto del mondo, gli editori inglesi e americani, hanno pensato bene di non pubblicare il suo libro precedente, forse giudicato troppo “scomodo”. L’unica edizione in lingua inglese è stata stampata a Nuova Delhi da un editore indiano. Per aggirare questa forma di “censura”, Terzani ha reso disponibile la versione inglese del suo libro su Internet, gratuitamente scaricabile dal sito del suo fan-club.

"… ero solo vecchio, senza più obblighi, e volevo essere quel che ho sempre voluto essere: esploratore. Non più del mondo esterno – più o meno quello l’ho conosciuto – ma del mondo che da sempre i saggi di tutte le culture dicono essere dentro ognuno di noi. L’uomo moderno pensa sempre meno a quel mondo. Non ne ha il tempo. Spesso non ne ha l’occasione. La vita che facciamo, specie nelle città, non ci fa più pensare in grande, presi come siamo a correre in continuazione dietro a un qualche dettaglio, a una qualche piccolezza che ci fa perdere il senso del tutto. Me ne ero accorto, alla fine, nel mio stesso mestiere. Dovevo raccontare le guerre, ma non chiedermi perché, con tutto il progresso di cui l’uomo si vanta, le guerre sono ancora così parte della sua esistenza e perché, quanto più civili e progrediti sono i paesi, tanto più investono enormi capitali per studiare nuove armi capaci di uccidere sempre meglio e di più. E poi, fino ad alcuni anni fa, raccontare una guerra poteva servire, la gente si ribellava; un massacro commuoveva ancora. Oggi anche raccontare non serve più. Ogni giorno ci sono nuove storie di massacri, ingiustizie, torture, ma ci si fa appena caso. Siamo sopraffatti. Pensiamo di non poterci fare nulla e così tutti diventiamo sempre più complici del più semplice dei crimini: l’indifferenza. Nessuno ha più risposte che contano, perché nessuno pone più le domande giuste. Tanto meno la scienza, che in Occidente è stata asservita ai grandi interessi economici e messa sull’altare al posto della religione. Così è lei stessa diventata «l’oppio dei popoli », con quella sua falsa pretesa di saper prima o poi risolvere tutti i problemi. La scienza è arrivata a donare la vita, ma non a dirci che cos’è la vita. La medicina è riuscita a rimandare la morte, ma non a dirci che cosa succede dopo la morte. O sappiamo forse davvero che cosa permette ai nostri occhi di vedere e alla nostra mente di pensare? Eppure, grazie alla grande fiducia che abbiamo nella scienza, diamo ormai tutto per scontato. Si crede di sapere e non si sa. Ci si accontenta dunque di non sapere, convinti che presto si saprà. Qualcuno se ne sta certo occupando! La popolazione aumenta, esaurendo le risorse della Terra, l’acqua innanzitutto? Sicuramente la scienza risolverà anche questo problema. Milioni di esseri umani patiscono la fame in gran parte nel mondo? Rimettiamoci alla modificazione genetica di certi semi che presto produrranno raccolti miracolosi e magari anche… nuovi tipi di cancro. Viviamo come se questo fosse il solo dei mondi possibili, un mondo che promette sempre una qualche felicità. Una felicità a cui ci avvicineremo con un progresso fatto sostanzialmente di più istruzione (che istruzione!), più benessere, e ovviamente più scienza. Alla fine dei conti tutto sembra ridursi a un problema di organizzazione, di efficienza. Che illusione! Ma è così che ci siamo tarpati le ali della fantasia, che abbiamo messo il bavaglio al cuore, che abbiamo ridotto tutto il mondo al solo mondo dei sensi, con questo negandoci l’altra metà." 
(Tratto da: “un altro giro di Giostra” di Tiziano Terzani)

Laura C.
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Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo

Tiziano Terzani

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martedì 13 maggio 2014

Testimonianza di verifica NMG: Sanguinamento uterino

Salve, desidero con emozione esprimere la mia grande stima e ammirazione per il genio del Dr. Rike Geerd Hamer e colgo l’occasione per lasciare la mia testimonianza diretta, con l’augurio che il mio piccolo contributo possa aiutare qualche lettore.

Grazie alla NMG io, donna di 43 anni destrimane, pur non essendo medico e non avendo conoscenze scientifiche, ho affrontato egregiamente il quotidiano sanguinamento dall'apparato genitale, solamente grazie alla CONOSCENZA, alla lettura dei libri scritti dal Dr. Hamer e da altri autori che si dedicano alla divulgazione della NMG, sottraendomi, così, ai trattamenti della Medicina Ufficiale, ai quali sono sempre stata refrattaria!

Il sanguinamento, della durata di qualche mese, si presentò nel 2010, 2011, nel 2012, 2013 e 2014.

Esattamente non so da dove derivasse la perdita ematica, perché il ginecologo inizialmente mi parlò di ‘pieghetta’ sul collo dell’utero, da diatermocoagulare (cosa che non ho fatto);
poi mi disse che il sangue era dovuto alla fortissima infiammazione che avevo e mi prescrisse la isteroscopia (che non ho voluto fare).

Gli esami clinici evidenziarono la presenza di papilloma virus, di lesioni alla cervice uterina oltre a a infezione da gardnerella vaginalis.

Quest’anno, a differenza degli anni scorsi, ho affrontato senza panico  la situazione.

Con lavoro certosino, ho ripercorso a ritroso gli eventi e, calendario alla mano, sono risalita al fatto traumatico preciso, collegato al mio ex fidanzato, che mi ha causato notevoli sofferenze morali e affettive nel 2009-2010 (il conflitto si risolse nel 2010 quando lasciai il mio partner); ho compreso l’attivarsi di binari con il mio nuovo fidanzato, ogni qualvolta accadeva qualcosa anche di poco conto, ma che immediatamente mi faceva tornare indietro alla DHS già patita ossia la frustrazione sessuale (es. leggere il commento inaspettato del mio partner ad una foto femminile su FB: il giorno seguente alla CL avevo sanguinamenti quotidiani per diverse settimane ).

Ho compreso la dinamica dei tempi; ho previsto la scomparsa dei sintomi il 35° giorno dalla conflittolisi: ebbene, il 13 marzo 2014 si sono manifestati i sintomi (sanguinamento), il 16 aprile 2014 sono scomparsi tutti i sintomi che, nel frattempo, ho avvertito (sanguinamento, prurito, bruciore interno, secrezioni giallo limone – non maleodoranti).

La MU mi avrebbe sottoposta a isteroscopia, bruciatura, terapie preventive e/o invasive e rischiose, con altrettanto panico e DHS iatrogene.

Oggi 17 aprile 2014 sto benissimo!

Non ho preso alcun medicinale, ma ho accompagnato la guarigione con metodi naturali, pur tenendomi pronta ad assumere rimedi farmacologici atti ad alleviare i sintomi più fastidiosi.

Ho taciuto gli episodi di sanguinamento, al fine di sottrarmi questa volta alle pressioni inevitabili da parte del mio partner.

Ho creato attorno a me un’atmosfera serena e rilassata, che mi ha consentito di ascoltare e osservare con curiosità e interesse il processo di guarigione in atto, che non ho voluto interrompere in alcun modo, evitando ogni eventuale e possibile recidiva!

GRAZIE DR. HAMER! GRAZIE DI VERO CUORE!

Marina

Un grazie a Marina per averci inviato la sua testimonianza. Una conferma del fatto che siamo sulla strada giusta.

“La verità attraversa sempre tre fasi. Prima viene ridicolizzata, poi violentemente contestata, infine accettata come una cosa ovvia”

"Con la verità, in vita, ho conquistato l'universo"


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