mercoledì 15 gennaio 2014

I tipi psicologici

“L'ipotesi che esista una sola psicologia o un solo principio psicologico fondamentale costituisce un'intollerabile tirannia”

Carl Gustav Jung


Un concetto fondamentale, il tipo, viene introdotto da Jung con la pubblicazione di "Tipi psicologici". L'oggetto dell'opera è una classificazione degli
individui secondo "tipologie psicologiche". La teoria di Jung si basa sulla distinzione tra introversione ed estroversione. In secondo luogo, lo psicologo distingue quattro funzioni psichiche: il pensiero, il sentimento, la sensazione e l'intuizione.

La mente umana lavora contemporaneamente a livello di intenzione 
cosciente e su base inconscio-istintuale.
La psicologia cosciente (l'agire rispetto alla realtà) di ogni essere umano è caratterizzata dai due concetti fondamentali della tipologia junghiana:

L'atteggiamento: propensione che si presenta nelle due forme tipiche dell'introversione e dell'estroversione.

Le funzioni: sono distinte nelle due coppie 
pensiero-sentimento (giudicanti o razionali), 
sensazione-intuizione (percettive o irrazionali).

Jung definisce:

Estroverso, l'atteggiamento di chi abbia un rapporto spontaneo con l'oggetto, riesca ad adeguarsi alle circostanze, accetti i valori dominanti della società.

Introverso, l'atteggiamento di chi conferisce un ruolo preponderante ai fattori soggettivi, 
svalutando la realtà esteriore. 

Il tipo di atteggiamento generale deve la propria esistenza a una 
base inconscia e istintuale e quindi ha antecedenti biologici. 
Biologicamente il rapporto tra soggetto e oggetto è sempre un rapporto di interazione.

Secondo Jung,chi si orienta nel mondo usando il pensiero tende a stabilire il significato logico di un evento o di una cosa. 
Chi si fonda sul sentimento giudica il valore positivo o negativo di ciò che si trova dinanzi.
Chi si affida alla sensazione percepisce la realtà, prescindendo dal senso e dal valore di questa.
Chi ricorre all'intuizione coglie, soprattutto inconsciamente, le possibilità latenti di una situazione, senza tenere conto del presente e mirando principalmente agli sviluppi futuri.

In ogni persona si può riconoscere una funzione dominante, la più esercitata, e una ausiliaria, meno sviluppata rispetto alla prima, ma più differenziata rispetto alle altre due inferiori, che operano nell'inconscio.

I tipi estroversi puri rischiano di venire assorbiti completamente dall'oggetto trascurando le proprie necessità soggettive.  In una simile eventualità interviene un’autolimitazione compensatoria di origine inconscia che cerca di impedire il raggiungimento di uno stato patologico.
Es. un cantante che raggiunge rapidamente una larga fama può perdere improvvisamente i toni alti della voce, per inibizione nervosa compensatoria (garantita dalle funzioni inconsce).

Viceversa i tipi introversi puri comprimono nella coscienza il fattore soggettivo rischiando di cadere in una sorta di fanatismo generalizzante, che esclude a priori ogni altra opinione. 
In tal caso è soprattutto l’inconscio che si prende cura della relazione con l’oggetto, e fa ciò in una forma tale da distruggere nel modo più radicale le illusioni di potenza e le fantasie di superiorità nutrite dalla coscienza. Poiché l’inconscio (rafforzato dalle Funzioni rimosse) ha sempre carattere primitivo e infantile, oggetti nuovi e ignoti destano timore e senso di pericolo.

La psiche è composta oltre che dalla parte inconscia, individuale e collettiva, anche dalla parte conscia. 
In processo di individuazione l'individuo incontra e si scontra con delle organizzazione archetipe (inconsce) della propria personalità: solo affrontandole egli potrà dilatare maggiormente la propria coscienza. 
Esse sono "la Persona", "l'Ombra", "l'Animus o l'Anima" e "il sé".

La Persona può essere considerata come l'aspetto pubblico che ogni persona mostra di sé, come un individuo appare nella società, nel rispetto di regole e convenzioni. Rispecchia ciò che ognuno di noi vuol rendere noto agli altri, ma non coincide necessariamente con ciò che realmente si è.

L'Ombra rappresenta la parte della psiche più sgradevole e negativa, coincide con gli impulsi istintuali che l'individuo tende a reprimere. Impersona tutto ciò che l'individuo rifiuta di riconoscere e che nello stesso tempo influisce sul suo comportamento esprimendosi con tratti sgradevoli del carattere o con tendenze incompatibili con la parte conscia del soggetto.

Animus e Anima rappresentano rispettivamente l'immagine maschile presente nella donna e l'immagine femminile presente nell'uomo. Si manifesta in sogni e fantasie ed è proiettata sulle persone del sesso opposto, più frequentemente nell'esperienza dell'innamoramento. 
L'immagine dell'anima o dell'animus ha una funzione compensatoria con la Persona, è la sua parte inconscia e offre possibilità creative nel percorso di individuazione.

Il è il punto culminante del percorso di realizzazione della propria personalità, nel quale si portano ad un'unificazione tutti gli aspetti consci ed inconsci del soggetto.

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Carl Gustav Jung (Kesswil 26
luglio 1875 – Küsnacht 6 giugno
1961) è stato uno psichiatra e
psicoanalista svizzero. La sua
tecnica e teoria di derivazione
psicoanalitica è chiamata
"psicologia analitica". Inizialmente
vicino alle concezioni di Sigmund
Freud se ne allontanò
definitivamente nel 1913 , con la
pubblicazione, nel 1912, di "La
non condividendone la nozione di
libido e la riduzione di ogni
fenomeno psichico alla sessualità.


Nel 1906 aderì alla psicoanalisi e iniziò la corrispondenza con Freud. Dopo
pochi anni iniziò ad essere descritto come il "delfino" della psicoanalisi, il
possibile successore di Freud alla guida del movimento psicoanalitico. Nel
1909 si ebbero però le prime avvisaglie della separazione che in seguito sarà
all'origine dell'articolarsi dei due principali orientamenti storici della
psicoanalisi, intesa sia come terapia che come via per la conoscenza della
psiche. Nel 1905 Freud pubblicò il primo dei tre saggi sulla sessualità,
trattando le PERVERSIONI in generale. A sua volta nel 1912 Jung pubblicò
L'aspetto centrale delle differenze teoriche risiedeva in un diverso modo di
concepire la libido: mentre per Freud il "motore primo" dello psichismo
risiedeva nella pulsione sessuale, Jung proponeva di riarticolare ed estendere
il costrutto teorico di Libido, rendendolo così comprensivo anche di altri
aspetti pulsionali costitutivi "dell'energia psichica".
Un'altra differenza con Freud stava nell'interpretazione delle fantasie
inconsce che descriveva come inaccettabili per la coscienza, per Jung
invece esse sono, se interpretate adeguatamente dall'io, simboli di nuove
Realizzazioni psichiche. L'aspetto che li differenziava di più era inoltre
la concezione dell'inconscio. Inoltre, secondo Jung, la psicoanalisi di Freud
era schematica e teneva poco conto della persona nel suo contesto vitale.
Invece Jung dava importanza alla persona ed al suo contesto, così diede via
alla sua "psicologia analitica" che voleva essere non solo uno strumento
per guarire da patologie psichiche ma uno strumento per adattare la propria
anima alla vita e poterne cogliere tutte le potenzialità di espressione e
specificità individuale. Egli chiamò questo percorso "individuazione".

Bibliografia essenziale:

Tipi Psicologici
€ 7
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1 commento:

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