giovedì 28 novembre 2013

Il pentito Mutolo racconta i legami Stato-Mafia: su Napolitano “cela la verità sulla trattativa con la mafia” e su Berlusconi “vinse grazie a Cosa Nostra”

Il pentito Mutolo parla della trattativa, di Napolitano, dell'omicidio Paolo Borsellino e dei contatti che Silvio Berlusconi ebbe con Cosa Nostra.

La trattativa tra Stato e mafia è innegabile. Questa l’opinione di Gaspare Mutolo, il pentito che fu braccio destro di Totò Riina.

Intervistato da “La Zanzara”, su radio 24, l’uomo offre la sua ricostruzione di quegli anni, soffermandosi anche sulla citazione come teste del presidente Napolitano, nell'ambito del processo palermitano che dovrebbe far luce sui patti che intercorsero tra istituzioni e criminalità organizzata. “La trattativa fra Stato e mafia esiste da sempre, c’è stata di sicuro”, ha spiegato Mutolo. “Il presidente Napolitano, detto con grande rispetto, si è voluto immischiare nei processi,vuole coprire qualcosa che non era giusto fare e nascondere la verità“. Poi conferma le ipotesi che in molti hanno tentato di abbattere, sulla strage di via D’Amelio, ovvero che “Paolo Borsellino fu ucciso perché era contrario alla trattativa, al cento per cento.” Di fatto, Mutolo ammette che vi fu un’accelerazione, con l’eccidio del giudice, dopo la strage di Capaci: bisognava fermare chi ostacolava gli interessi istituzionali e mafiosi, quelli dei criminali e dei politici collusi.

Proprio sui politici collusi, il collaboratore di giustizia, non appare affatto clemente: secondo lui dovrebbero “subire le stesse sorti del mafiosi, anzi peggio. Peggio del 41 bis, dovrebbero essere castrati”. “La vera mafia è a Roma”, aggiunge, “Invece i trattamenti sono diversi”.

Mutolo si concentra persino sulla figura dell’ex premier: “Ho avuto delle esperienze personali con il personaggio Berlusconi“, ricorda. Specifica che non era legato “in senso stretto” alla mafia, “ma aveva contatti con qualche mafioso, come attestano delle sentenze.” D’altra parte, prosegue, “è difficile per certe persone non avere rapporti con la mafia”.
“Nel ‘74″, ricostruisce, “mi trovavo a Milano con altri personaggi perché dovevo fare un sequestro di persona. Dopo ci fu un richiamo per tutti e non si parlò più di sequestrare Berlusconi. Poi arrivò ad Arcore lo stalliere siciliano Vittorio Mangano…”. E anche Dell'Utri “aveva molti contatti coi mafiosi”: “E’ una cosa risaputa, un dato di fatto”, chiosa Mutolo, che fornisce anche la propria opinione in merito il ritorno di Forza Italia, rivelandosi scettico: “I tempi non sono quelli del ‘93 e del ‘94″, osserva. A quel tempo Berlusconi “fece il pieno perché c’era la mafia, che ha aiutato Forza Italia.
“Questo è sicuro”, ribadisce, “ho sentito a riguardo molte intercettazioni del ‘93.Tutta la Sicilia mafiosa era per Forza Italia, tutte le organizzazioni mafiose hanno votato Berlusconi, perché i mafiosi si sentivano traditi dalla Dc mentre i comunisti erano contro”.

“Oggi la mafia non è più quella di vent'anni fa”,  spiega ancora Mutolo. “Sono quasi tutti in galera, anche se di amici dei mafiosi oggi in Parlamento ce ne sono ancora tanti. Meno di prima ma ancora tanti. Lo posso dire al cento per cento.” E dove sono? “Più a destra che a sinistra”. D’altra parte, “se ogni tanto si sente l’urlo di Riina, come quello di un coniglio in gabbia, è perché si è sentito tradito dalle promesse che gli hanno fatto allora”.

Fonti: Articolotre.com e siamolagente.altervista.org

mercoledì 27 novembre 2013

L’incontro con Dio.




. . . . Dipende da cosa si intende per Dio.

Da diversi anni in Europa è esploso il caso melatonina. In tanti si sono avventati sulla pillola della giovinezza il quale ormone controlla i meccanismi di funzionamento del nostro organismo. Quello che però ci interessa in questa disamina non sono gli effetti che essa può apportare sul piano fisico, quanto piuttosto quelli che può avere sullo stato di coscienza.
L’importanza che rivestono la ghiandola pineale e i suoi ormoni quando si cerca il Sé interiore, quando si esplora la strada del Nirvana, quando si tenta di entrare in uno stato di coscienza diverso e illuminante è fonte di discussioni e approfondimenti continui.
Secondo il misticismo, la ghiandola pineale sarebbe l’occhio di Dio, il ponte che unisce l’umano al divino.


La ghiandola pineale fu scoperta oltre 2300 anni fa e all’epoca si credeva che controllasse il flusso della memoria, solo Cartesio nel XVII secolo, la definì “La sede dell’anima”. Sulla base del concetto cartesiano, i medici dell’epoca associarono le calcificazioni della pineale a manifestazioni psichiatriche e persino alla follia pura. Le loro ipotesi non erano insensate: anche oggi gli studiosi cercano un nesso tra la sua attività e le turbe psichiatriche. Ancora non conoscevano i suoi effetti sulla crescita e sullo sviluppo. Nel 1899 venne rilevato un connessione tra i tumori della ghiandola e la precoce pubertà, si avanzò quindi l’ipotesi che essa fosse implicata nella produzione di sostanze in grado di inibire la maturazione sessuale.
Nel 1959 venne dimostrato che uno degli ormoni prodotti dalla ghiandola era in grado di schiarire la pelle degli anfibi e quindi venne denominato melatonina. Negli anni ’60 il premio nobel Julius Axelrod scoprì che la melatonina ipofisaria è un trasduttore neurochimico. Nel 1970 Axelrod vinse il premio Nobel insieme a Bernahard Katz e a Ulf Swante Von Euler. La scoperta che nel sistema nervoso la trasmissione degli stimoli avviene con un processo elettrochimico, mentre Von Euler dimstrò nel 1956, che la nor-adrenalina (strettamente connessa con la melatonina) si comporta come mediatore chimico, cioè come un draghetto che trasporta il messaggio da una parte all’altra. La noradrenalina gioca un ruolo importante nella liberazione della melatonina. Axelrod, Kats e Von Euler, lavorarono a spron battuto sui trasmettitori umorali nelle terminazioni nervose e sul loro meccanismo di accumulo, di liberazione e di inattivazione. Negli anni ’70 la maggior parte dei premi Nobel furono assegnati a ricerche sulla neurochimica. Era la giusta strada da percorrere per comprendere come funzionava il cervello ed il ruolo che la melatonina svolgeva nella percezione dell’anima.

Alla facoltà di medicina, insegnano poco o niente sulla melatonina e sulla ghiandola pineale. Ancora oggi alcuni medici pensano che la melatonina si debba collegare soltanto alla pigmentazione della pelle, quando in realtà la sua è una funzione opposta (e quindi schiarente) a quella che stimola i melanociti. I melanociti sono cellule capaci di produrre il pigmento della pelle (la melanina), ben conosciuta a chi si abbronza. Ebbene la melatonina non è una sostanza abbronzante, ma contrasta addirittura l’abbronzatura. Finalmente nel ’70 si scoprì che essa svolge un ruolo importante nel controllo dell’attività riproduttiva di molte specie di mammiferi. Ma non solo. In parole povere, la melatonina è un ormone naturale secreto dalla ghiandola pineale, piccola escrescenza delle dimensioni di un grano di mais, situata nel cuore del nostro cervello.


La ghiandola era stata battezzata dai mistici con il nome di terzo occhio, anche se la scienza riteneva che essa non fosse funzionante. Quarant’anni fa tuttavia si scoprì che non solo essa si scoprì che non solo essa è funzionante ma che gli ormoni che produce sono indispensabili alla regolazione dell’intero ciclo biologico legato al sonno alla veglia, alle variazioni corporee della temperatura e alla secrezione di altri numerosi ormoni. Ma ancora non si ipotizzò che la ghiandola potesse essere veramente il terzo occhio caro al mistico.
Dall’alba della storia l’uomo ha sempre cercato di uscire da una realtà scomoda utilizzando soprattutto i vegetali psichedelici che hanno azione inebriante.
Ora, se certe sostanze presenti in natura agiscono sul cervello e sulla coscienza (e su questo non abbiamo alcun dubbio), dobbiamo riconoscere che nel nostro sistema nervoso centrale esistono meccanismi, recettori e sostanze chimiche preposti all’espansione della coscienza, a proiettarci al di fuori della dimensione umana per raggiungere altezze superiori. Se non esistessero centri e ricettori deputati a questa funzione, le sostanze vegetali psichedeliche non potrebbero agire sul cervello e non potrebbero nemmeno determinare la benché minima allucinazione. In altre parole, non avrebbero alcun effetto sulla psiche. Simili sostanze vengono prodotte anche autonomamente dal nostro cervello.

La gente si interessa alla melatonina non in quanto struttura mistica, ma perché pare sia l’ormone della giovinezza. Il sogno millenario dell’umanità pare dunque potersi realizzare grazie a questa sostanza. A credere alle ricerche effettuate su questo ormone, tutto farebbe pensare che potremmo vivere quanto i patriarchi biblici o i re sumeri. Per il ricercatore spirituale questa sua capacità è un optional. Il ricercatore spirituale è più interessato ad abbattere i confini che lo tengono prigioniero alla dimensione che ci è comune.
Secondo il buddismo, l’asceta conquista l’illuminazione soltanto quando si apre il terzo occhio. La sua apertura conferisce il dono di ripercorrere col pensiero le precedenti esistenze, di riepilogare il rapporto karmico che conduce alla reincarnazione, di avere la visione unitaria del tutto e di identificarsi con il principio vitale cosmico. Il concetto del terzo occhio e l’importanza della sua apertura ha influenzato tutti i popoli e tutte le religioni, per quanto alcune di esse non ne hanno compreso il simbolismo e il riferimento. Il Cristianesimo non fa eccezione. Ne parla San Clemente D’Alessandria nelle Stromate (Miscellanee vol. IV) in riferimento all’iniziazione del cristiano ai Misteri. Clemente Alessandrino (150-215) maestro di filosofia cristiana di Alessandria d’Egitto che espose un cristianesimo colto, sostenendo lo gnosticismo ortodosso come mezzo per conseguire un grado di conoscenza superiore.
L’occhio di Dio che, nella tradizione ebraica e cristiana, osserva costantemente l’uomo è di derivazione orientale e con quel simbolismo si attribuisce a Dio l’onniscienza e l’onnipervadenza. E a tanto si giunge quando si apre il terzo occhio. Ma il terzo occhio corrisponde alla ghiandola pineale? Dov’è  situato il terzo occhio? Secondo la tradizione è localizzato tra le sopracciglia, esattamente là dove è situata la ghiandola pineale. I riferimenti dei mistici coinvolgono sempre la ghiandola pineale e, per logica conseguenza, gli ormoni da essa prodotti. Gli ormoni, ovviamente, devono agire su una zona del cervello preposta allo scopo metafisico. Si tratta dunque di scoprire se effettivamente la melatonina è l’ormone che entra in gioco nel processo dell’illuminazione e poi su quale zona del cervello agisce. Si tratta di due momenti importanti. Una volta scoperto che la melatonina agisce sul territorio preposto all’incontro con Dio, basterebbe aumentarne la produzione per facilitare il processo spirituale. Una volta individuata l’area del cervello che viene stimolata dalla melatonina, si potrà valutare se la stimolazione può avvenire soltanto mediante quel mediatore oppure se anche la stimolazione elettrica può sortire gli stessi effetti.
La secrezione della melatonina avviene prevalentemente di notte ed è regolata dalle informazioni provenienti dai fotorecettori della retina. Questo che cosa significa? Che la luce inibisce la sua produzione e che l’oscurità invece la stimola. Tal produzione varia con l’età: è estremamente elevata durante l’infanzia, si abbassa nell’adolescenza per ridursi notevolmente nella vecchiaia. A 45 anni la sua produzione si è già ridotta del 50%.


In pratica la produzione dell’ormone è massima quando l’organismo è giovanissimo e questo fa pensare che partecipi ai processi di sviluppo e di rinvigorimento del corpo. La sua sintesi chimica ha permesso un largo utilizzo, sia per chi viaggia ed è soggetto alle alterazione del ciclo sonno-veglia a causa dei fusi orari, sia per chi vuole conservare il proprio corpo efficiente. L’abbattimento dei costi di produzione ha consentito di sperimentarla nei settori più diversi: nella malattia di Alzheimer, nella riduzione della libido, nei deficit immunitari, nel cancro, nei rischi ambientali, nella fertilità, nel rallentare la comparsa della vecchiaia e aumentare di conseguenza la sopravvivenza, nel regolare il ciclo del sonno. Il tutto senza dimostrare, al momento, alcun effetto collaterale. E’ probabile che l’assunzione prolungata di dosi massicce induca effetti patologici ancora sconosciuti. Tutti conoscono l’azione positiva delle vitamine, ma il loro abuso può provocare gravi malattie. Soltanto il tempo potrà rivelarci gli effetti indesiderati dell’ormone pineale, ma possiamo già ipotizzare che tra gli effetti collaterali ci siano incubi notturni e sogni troppo vividi.
Da un punto di vista scientifico la cosa deve essere ancora definitivamente provata e per farlo occorreranno anni di osservazioni, quindi, ufficialmente, siamo costretti a ritenere la ghiandola pineale ancora un organo oscuro e sconosciuto.
Molte persone ormai fanno uso quotidiano della sostanza, ma il suo utilizzo non può arrestarsi (limitarsi)al ciclo sonno-veglia. Qualcuno ha infatti pensato che il suo uso prolungato possa facilitare l’ingresso in uno stato di coscienza superiore come quello raggiunto dai mistici.
Chi non volesse utilizzare il prodotto di sintesi potrebbe invece:

  • far ricorso agli alimenti naturali come il latte, le banane, il fegato di volatili e la soia che sono ricchi del precursore della melatonina (il triptofano), aumentando la materia prima utile alla sintesi dell’ormone;
  • evitare certi campi elettromagnetici, la luce intensa notturna e alcune sostanze come gli ansiolitici, la caffeina, il tabacco, la vitamina B12, gli antidepressivi, l’alcool e l’aspirina che ne bloccano la sintesi;
  • aggiungere all’alimentazione calcio e vitamina B6 che facilitano la sua sintesi.

In breve questa è la melatonina che conosce la scienza ufficiale, ma in questo lavoro tralasceremo i dati scientifici per avanzare ipotesi che riguardano prevalentemente la metafisica.
Ogni ricerca scientifica comincia dall’osservazione di un solo caso. Il tempo e l’esperienza diranno poi se si trattava di un’ipotesi o di una realtà.
Dobbiamo scoprire se le sostanze che agiscono su certi centri cerebrali possono facilitare l’incontro con Dio. E’ necessario indagare prima sulle sostanze psichedeliche che sono state usate nelle religioni per immedesimarsi nel cristo o che sono ancora oggi usate in Africa o in Sud America.
E’ opinione corrente che tutte le religioni siano il risultato di esperienze psichedeliche. Qualcuno obietterà che il buddismo ne è esente in quanto il Buddha non ha mai fatto ricorso a sostanze psicoattive per entrare nel Nirvana. Dobbiamo però far rilevare che il buddismo deriva dal Vedismo che è sorto in seguito a esperienze psichedeliche. Con questo voglio affermare che se Buddha non avesse attinto dai Veda non avrebbe avuto le informazioni necessarie sull’esistenza dello stato coscienziale supremo che porta al Nirvana. Insomma l’uomo è venuto a conoscenza, direttamente o indirettamente, dell’esistenza di una dimensione superiore e di una Forza Unica creatrice del Tutto grazie alle esperienze psichedeliche, qualunque sia stata la sostanza utilizzata per sperimentarla.
Lo studio di certe sostanze, endocrine e non, che agiscono sul cervello provocando uno stato di coscienza alterato, possono far comprendere come vivere l’incontro con Dio.
La melatonina è ancora tutta da scoprire, ma soprattutto è da scoprire la ghiandola pineale con la sua produzione di ormoni non ancora conosciuti. La ghiandola pineale è rimasta nell’oblio per centinaia di anni senza riuscire a scoprirne le funzioni. Il fatto che non abbia ancora un ruolo ben definito ci consente di avanzare delle ipotesi prendendo spunto dalle dichiarazioni fatte dai mistici che la identificano con il terzo occhio, il traghetto che conduce alla divinità.
Qualche anno fa la fisica quantistica comincio ad avvicinarsi alla metafisica; ora sono la medicina e la neurochimica a fare altrettanto. E non è da escludere che sia proprio la melatonina ad aprire i cancelli che sono rimasti chiusi ai più per trasformare la mentalità dell’uomo del terzo millennio.
I mistici affermano che la scienza non arriverà mai a capire Dio. Ma la loro è soltanto un’ipotesi. Se Dio è un fatto naturale che appartiene al nostro universo, non c’è motivo per il quale la sua conoscenza scientifica sia preclusa.
La Ghiandola pineale potrebbe effettivamente essere ciò che dicono i mistici: la porta non per l’immortalità, ma addirittura sull’eternità.
I mistici affermano che Dio non è estraneo al nostro universo e non è nemmeno estraneo all’uomo, ma dimora in esso. Il misticismo viaggia su binari opposti a quelli delle religioni, che professano che Dio sia al di fuori dell’uomo, un entità superiore di cui essere sudditi e quindi viene contemplata un premio ed una punizione in ossequio alle regole all’uopo dettate. Le religioni sono una giungla in cui difficilmente le persone di buon senso riescono ad orientarsi, tanto più che esse entrano in contraddizione e in lotta per la supremazia, come se Dio fosse appannaggio dell’una e non dell’altra o potesse parteggiare per un popolo e non per l’intera umanità.
Il mistico (tutti i fondatori di religioni erano mistici) propone un Dio universale che non premia e non punisce, ma osserva lo svolgersi della vita, ben sapendo che ognuno è Dio.
Per il mistico Dio è uno stato di consapevolezza, uno status coscienziale e in quanto tale, non può che alloggiare dentro di noi. Se è uno stato coscienziale, deve esistere la possibilità di sperimentarlo. Ora, come possiamo sperimentare “il Regno dei Cieli che è dentro di noi”, come affermava Gesù, se non utilizzando il nostro cervello?


La scienza esplora la chimica del cervello e scopre le sostanze responsabili della nostra emotività, della gioia e del dolore. Perché dunque non cercare le sostanze che ci mettono in contatto con Dio? La cosa non dovrebbe essere così difficile, tanto più che Dio è in noi come “il lievito nel pane”.
In un angolo del nostro carcere si nasconde la chiave che apre i cancelli, vale la pena ricercare, esplorare e sperimentare fino a quando non avremo trovato la soluzione alla nostra schiavitù mondana.



Melatonina

domenica 24 novembre 2013

Corso base 5 leggi biologiche Salerno

CORSO BASE DI 3 GIORNI
13-14-15 dicembre 2013

Presso dr. Mauro Repucci
Via Ciotoli 4
SALERNO

LA CONNESSIONE MENTE-CORPO 
IN MEDICINA 

Le 5 Leggi Biologiche scoperte
dal dr. R. G. HAMER

CORSO BASE DI 3 GIORNI

Le 5 Leggi Biologiche a supporto di una valutazione più precisa e quindi  di un intervento più mirato.
La differenziazione embrionale alla base dei 4 tessuti originari che compongono il nostro organismo e le corrispondenti aree cerebrali di conduzione (Focolai di Hamer)
La terza legge biologica. La comprensione dei vari sintomi: i criteri secondo i quali le cosiddette “malattie” o insieme di sintomi possono essere classificate con precisione scientifica, permettendoci di distinguere la loro appartenenza a uno specifico tessuto originale, area cerebrale coinvolta e fase del programma Speciale, Biologico e Sensato (SBS).
Le implicazioni di fronte a questo fondamentale cambiamento di paradigma. La responsabilità del singolo di fronte a se stesso e in qualità di operatore della salute: da “paziente” a “persona autodefinita” (non ancora per tutti).
Le costellazioni schizofreniche (psicosi), la loro eziologia e la loro precisa corrispondenza conflittuale e organica. L’evidenza dei fatti: la chiusura del cerchio tra “mente” e “corpo”.
Il corso è aperto a tutti.

RELATORE     Claudio Trupiano

DATA              13-14-15 dicembre 2013

DURATA         Dalle 9 alle 13 – dalle 14,30 alle 18

LUOGO          Presso dr. Mauro Repucci Via Ciotoli 4 SALERNO

COSTO       € 300 + iva (in caso di partecipazione di coniugi una quota è
                                             ridotta del 50%)

ISCRIZIONI    Claudio Trupiano   349.2420680
                       
                       dr. Mauro Repucci 335.6497337

venerdì 22 novembre 2013

“IO USO IL METODO DI BELLA IN AFRICA”. DOTTORE ITALIANO RACCONTA LA SUA STORIA.

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“IO USO IL METODO DI BELLA IN AFRICA”. DOTTORE ITALIANO RACCONTA LA SUA STORIA.

Domenico Biscardi, 44 anni di Caserta, per sei mesi l’anno fa il medico volontario sull’sola di Sal, a Capoverde. Per curare i malati di cancro ha scelto il metodo Di Bella. Ci racconta i suoi successi anche quelli su un bimbo di 8 anni colpito da sclerosi multipla…
Sei mesi l’anno fa il medico volontario a Capo Verde, a Murdeira. Gli altri sei lavora a Caserta. Domenico Biscardi, 44 anni, medico e farmacista, ha “esportato” il metodo Di Bella sull’arcipelago portoghese, cinquecento chilometri dall’Africa.
E ha stilato una sua casistica di pazienti guariti, “discutibile se guardiamo ai mezzi diagnostici perché qui possiamo fare solo ecografie e ago aspirato, non diamo i nomi ai tumori – ammette – ma quel tipo di analisi qui non ha senso: quel che conta è bloccare il male”. E in parecchi casi ci riesce.
Biscardi fa la spola, Caserta- Murdeira da sei anni. Ha contribuito a fondare la onlus Apocrianca, associazione senza scopo di lucro, formata da alcuni medici che come lui “hanno scelto di andare dove ci sono più malattie che cure”, facendo il volontario da sempre (“anche quando ero uno studente-lavoratore”) ha visto con i suoi occhi che in Africa “i tumori non si curano. Se c’è un chirurgo bene, ma finisce lì. E se il chirurgo non c’è, finisce anche prima”. Si è sposato con Dilma, capoverdiana, che fa l’assistente sociale e lavora (gratis) con lui nella clinica di Murdeira, “perché qui gli ospedali si fanno pagare anche i cerotti, due, cinque euro, non di più. Io faccio le diagnosi al ribasso (ossia dico che si tratta di malattie poco costose) così i pazienti spendono poco e poi li curo fuori senza chieder nulla. Per questo abbiamo creato la onlus, qui c’è bisogno di tutto, dall’Italia ci arrivano le medicine e gli strumenti indispensabili”.
Sul sito www.apocrianca.com cliccando sulle fiammelle accese si scoprono storie di Capoverde, sono tanti flash sulla povertà estrema: le famiglie vivono in case di latta, dormono su materassi per terra, quando va bene, a fare il muratore, si mettono insieme 150 euro al mese. Sì, perché ai capoverdiani arrivano solo le briciole di quella ricchezza creata dalle grandi imprese turistiche straniere (che, per effetto di una legge locale, per i primi dieci anni di attività non pagano le tasse).
Parliamo del metodo Di Bella, perché ha deciso di esportarlo a Capoverde? 


“Ho fatto per anni il volontario in Kenya, affiancavo i veterani, bravi chirurghi come Robero Faccin che da 20 gira per l’Africa e trascorre dieci ore al giorno in ambulatorio. I medici del posto non sanno riconoscere un tumore (e io ero preso dal fatto di non riuscire ad alleviare le sofferenze di tutta questa gente…) nello stesso tempo se vuoi curare a Capoverde devi saper fare tutto, affrontare le ferite da pallottola, le infezioni, le dipendenza da alcool e droga, però, ripeto, per il cancro non c’è cura. Io avevo seguito la vicenda Di Bella, negli anni della sperimentazione e quando, sei anni fa, ho deciso di impegnarmi a Murdeira, sono andato a lezione da Giuseppe Di Bella, il figlio del professore. Da lui ho imparato l’importanza di somministrare un principio attivo in un preciso momento del giorno, che cosa si può mescolare e che cosa no, l’azione degli enzimi epatici, il blocco dei fattori di crescita e così via…”
Ma quanto si ammalano di tumore gli africani?
“Come noi. Perché mangiano cibo inquinatissimo… quest’angolo è diventata la spazzatura del mondo e non mi riferisco al fatto che non si fa la raccolta differenziata ma che affondano carichi di ogni genere… i risultati si vedono.”
Ovvero?
“Si pescano pesci che dopo un’ora o due che sono morti sprigionano luce fosforescente, ormai non è più vero il detto ‘sano come un pesce’…”
Quindi i più frequenti sono i tumori del tratto digerente?
“Dopo i melanomi sì, ma ci sono anche quelli della mammella, della prostata, dell’ovaio”.
I melanomi…? Ma le pelli scure non dovrebbero essere naturalmente protette dal sole?
“In teoria sì, ma di fatto, con il buco dell’ozono gli africani si ammalano soprattutto di melanoma…”.
E lei cura i melanomi con il metodo Di Bella?


“Certamente e, quando la lesione è all’inizio e non ci sono metastasi, ho ottimi risultati applicando il disinfettante iodopovidone, penetra nelle cellule e uccide le maligne”.
Quanti tumori ha affrontato con il metodo Di Bella?
“Al momento ho in cura una trentina di persone. In alcuni casi ho visto risultati sorprendenti dopo pochi mesi, senza intervento chirurgico. Una ragazza di 19 anni, all’inizio del 2008 si è presentata con perdite al seno, ghiandole linfatiche già intaccate e metastasi epatica (l’ago aspirato rivelò: carcinoma a piccole cellule).
Dopo sei mesi di cura continuativa, il tumore si era ridotto del 90%, abbiamo ripetuto per 2 volte la terapia per un mese e oggi prende solo retinoidi, vitamina E, argento colloidale (potente antivirale che abbino spesso alla terapia)”.


Ma chi paga le cure e da dove vengono i farmaci?
“Facciamo delle grandi collette, ordino le medicine a Bologna, devo ringraziare un sacco di persone, ognuno ci mette del suo, dal corriere navale a quello terrestre…”.
Altri casi?
“Tumore alla tiroide in donna di 35 anni, alla prostata in un uomo di 43, carcinoma epatico in 46enne…”


Il tumore al fegato è quasi sempre una sentenza di condanna… a che stadio era?
“Tre centimetri per due e mezzo le dimensioni, con falda di versamento: dopo otto mesi di cura lesione ridotta dell’80%, il paziente è ancora in terapia…”.
Chi critica il metodo Di Bella dirà sicuramente che questi non erano tumori…
“L’ago aspirato e le ecografie dicono che lo sono, poi come le ho detto, qui importa arginare il male… pensi che ho avuto un sorprendente risultato su un bambino di 8 anni malato di sclerosi multipla (la diagnosi è stata fatta in un centro di ricerca per malattie genetiche del Portogallo). Era già a uno stadio molto avanzato della malattia, su una sedia a rotelle con paralisi degli arti inferiori, in più erano già comparsi i movimenti involontari di braccia e testa. Ebbene, dopo sei mesi di terapia notammo diminuzione dei movimenti involontari, forza nelle braccia e roteazione delle caviglie (prima completamente immobili)… penso che fermare il processo di degenerazione nervosa sia una cosa fondamentale”.


Anche a Caserta lei applica il metodo Di Bella?
“Sì, lì ho tutti i documenti clinici che provano la regressione del cancro. La mia storia più bella? Tumore all’utero al terzo stadio in una giovane donna che rifiutò l’intervento… è guarita ed è diventata mamma”.
Fonte: il Giornale.it/tumori


martedì 19 novembre 2013

Corso base 5 Leggi Biologiche del dr.Hamer

LA CONNESSIONE
MENTE-CORPO
IN MEDICINA

Le 5 Leggi Biologiche scoperte
dal dr. R. G. HAMER

6 – 7 – 8 dicembre 2013

Associazione Banca del Tempo
Via Vegiara 14 Sopramonte -Trento


CORSO BASE DI 3 GIORNI

Presentazione della Nuova Medicina: il nuovo modo di intendere la malattia, non più come “brutto male”, ma come un “processo in corso” che possiede un suo senso biologico.

Le cinque Leggi Biologiche: criteri secondo i quali ogni malattia è generata e si sviluppa ai tre livelli (psiche, cervello, organo).

Il senso biologico delle malattie: il Programma Speciale, Biologico e Sensato della Natura.

La differenziazione embrionale alla base dei 4 tessuti originari che compongono il nostro organismo e le corrispondenti aree cerebrali di conduzione (Focolai di Hamer)

Le implicazioni di fronte a questo fondamentale cambiamento di paradigma. La responsabilità del singolo di fronte a se stesso e in qualità di operatore della salute: da “paziente” a “persona autodefinita” (non ancora per tutti).

Le costellazioni schizofreniche (psicosi), la loro eziologia e la loro precisa corrispondenza conflittuale e organica. L’evidenza dei fatti: la chiusura del cerchio tra “mente” e “corpo”.

Il corso è aperto a tutti.

RELATORE: Claudio Trupiano

DATA: 6 – 7 – 8 dicembre 2013

DURATA: Dalle 9 alle 13 – dalle 14,30 alle 18

COSTO € 280 + Iva – in caso di partecipazione di coniugi una quota è ridotta del 50%

ISCRIZIONI: Barbara Planchestainer 329.7254216 Claudio Trupiano 349.2420680

LUOGO: Associazione Banca del Tempo Via Vegiara 14 Sopramonte -Trento

domenica 17 novembre 2013

Jung, Leonardo e le immagini dell’inconscio

Leonardo suggeriva ai suoi allievi di guardare le macchie sui muri, le venature dei marmi, le nuvole, la cenere, per scorgervi paesaggi ed animali, cose inusitate e mostruose, com'era solito fare lui stesso, abbandonandosi alla potenza evocatrice delle “cose confuse”, perché “nelle cose confuse l’ingegno si desta a nuove invenzioni”.

Nel tedesco corrente gelassenheit significa “calma”, “tranquillità”. La pregnanza storica del termine ha le sue origini nella tradizione mistica (da Meister Eckhart, il mistico domenicano vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo), in cui indicava il sich lassen, la dedizione e il completo abbandono a Dio. L’esistenzialismo ricondusse il verbo alla radice di lassen, “lasciare”, “lasciar essere”, alludendo ad un rapporto con le cose che le rispetta nel loro disvelarsi. Jung arrivò ad intendere tale abbandono come l’attingere del singolo alla forza o volontà “superiore” che è possibile scoprire attraverso la funzione trascendente.
Nella weltanshaung junghiana infatti, l’abbandono insito nel geshehenlassen (“lasciar accadere”) assume una valenza-chiave: lasciare che tutto avvenga e tuttavia conservare intatta una vigilanza etica ed intellettuale sono le condizioni dell’individuazione, di una prova totale di se stessi. Da note biografiche apprendiamo che Jung maturò personalmente tale concetto in seguito ad un momento che molti conoscono: l’assenza di riferimenti. Al termine di un periodo di enorme sofferenza (1912-1919) ci rende partecipi della sua estenuante esperienza personale: “Mi sentivo letteralmente sospeso. Temevo di perdere il controllo di me stesso e di divenire preda dell’inconscio, e quale psichiatra sapevo fin troppo bene che cosa ciò volesse dire. Le tempeste si susseguivano, e, che potessi sopportarle, era solo questione di forza bruta”.
 Invece di riagganciarsi a idee o ad una situazione sociale, Jung decise di “lasciar accadere”, di abbandonarsi (dal francese à ban donner: mettere a disposizione di chiunque), di mettersi a disposizione delle immagini interiori che l’inconscio gli forniva. Possiamo supporre che in un simile contesto non basti scartare le resistenze e lasciar accadere, e che sia necessario un doppio ancoraggio. Da una parte la cura del corpo, la regolarità dell’attività professionale, dall’altra lo sforzo costante per obbligare le emozioni a prendere forma. “Perché altrimenti – scrive – correvo il rischio che fossero esse ad impadronirsi di me. Vivevo in uno stato di continua tensione, e spesso mi sentivo come se mi cadessero addosso enormi macigni.
Dopo sei anni al limite della dissociazione, cominciarono a presentarsi forme nuove”. Jung le dipinse senza sapere che cosa fossero.
Notò che l’oscurità interiore si dissipava e che si stabiliva da sé una solidità: “Quando cominciai a disegnare i mandala vidi che tutto, tutte le strade che avevo seguito, tutti i passi intrapresi, riportavano ad un solo punto, cioè nel mezzo. Mi fu sempre più chiaro che il mandala è il centro (…). Cominciai a capire che lo scopo dello sviluppo psichico è il Sé”.
 E nel passaggio dalla pittura all’idea si creò lo spazio che gli consentì l’elaborazione. Jung considerò il simbolismo del mandala come una fenomenologia del Sè e definirà l’archetipo del Sè come la totalità della psiche, l’integrazione compiuta tra conscio e inconscio, quello stato psichico che scaturisce dal superamento della dissociazione, dei poli conflittuali, il centro. Quindi, alcuni anni dopo chiamò funzione trascendente la cooperazione tra dati consci e dati inconsci, di immagini ed idee, al fine dell’integrazione di contenuti precedentemente non noti.

Probabilmente anche basandosi sulle esperienze personali descritte postulò che le strade per conoscere l’inconscio fossero sostanzialmente due: una procede nella direzione della raffigurazione (la cui manifestazione più immediata è l’attività onirica e quelle più “mediate”, se così si può dire, sono, nella psicologia analitica, l’immaginazione attiva e la sandplay), l’altra della comprensione. Ed affermò: “Le due strade sembrano essere l’una il principio regolatore dell’altra, entrambe sono legate da un rapporto di compensazione. La raffigurazione estetica ha bisogno della comprensione del significato, e la comprensione ha bisogno della figurazione estetica”. Le due tendenze s’integrano in quella che appunto denominò funzione trascendente. Piace a questo punto ricordare l’esortazione di Hillman sul “fare anima”, cioè: “fare anima attraverso l’immaginazione delle parole”. Bisogna notare che la capacità di abbandonarsi consapevolmente alle proprie immagini interiori, in una condizione di sospensione della quotidianità, non è solo foriera di insight rispetto agli strati profondi della psiche. Tale stato di liminalità è, infatti, anche fonte di intuizioni ed ispirazioni che consentono di allentare la struttura normativa personale e sociale, di affrontare gli ostacoli incontrati dalla mente conscia, e talora di superarli col sorgere di modelli e simboli nuovi.
Riflettendoci, è strano che le origini oniriche del pensiero moderno non siano altro che una nota in calce alla storia: mentre le idee più utili di Cartesio furono accolte a braccia aperte, la reazione alla loro origine fu violentemente negativa. Cartesio stesso fece notare la profonda importanza sia delle sue immagini oniriche, sia dei suoi calcoli e operazioni logiche per costruire il suo metodo. Ma pochi dei suoi contemporanei vollero accettare l’anomalia della conoscenza fondata sul sogno e, di conseguenza, sulle immagini. La conoscenza degli archetipi della mente (i mandala dipinti da Jung e quelli della tradizione alchemica ed orientale raffigurano l’archetipo del Sé) è in effetti difficile a chi crede nella sola forza denotativa delle parole: una definizione solitamente indica il punto di intersezione di una tassonomia, mentre un archetipo è ciò che proietta la tassonomia stessa. Il logos dell’anima predilige il linguaggio immaginale dell’intuizione e dell’evocazione, così come si manifesta nella durata di una psicoterapia analitica. L’individuazione degli archetipi è più agevole quando una parte della psiche si traspone in simboli e, in definitiva, in immagini, come avviene normalmente in sogno. Di tale trasposizione è inoltre capace il poeta, il pittore, lo scultore, un mimo sacro, o il danzatore che traccia spirali attorno al cuore, mostrando la vita che ne procede come un filo dal gomitolo…

Tratto dal sito del Prof. Gabriele La Porta (www.gabrielelaporta.wordpress.com)

Dr Max Lanzaro is an Italian Psychiatrist currently based in London, Verona and Naples; he has worked as a Consultant in Italy (Naples, Milan) and in the UK (London, Exeter)

Bibliografia:

C.G. Jung. La vita simbolica. Biblioteca Bollati Boringhieri,

E.G. Humbert. L’uomo alle prese con l’inconscio. Riflessioni sull'approccio junghiano

Reale B. Le macchie di Leonardo.

Opere - Vol. 18: La Vita Simbolica

venerdì 15 novembre 2013

AIDS: il Dr. Hamer e le sue scoperte



Cos'é l'AIDS secondo la medicina ufficiale


Il virus HIV
Tratto da: www.lilamilano.it 

Il virus HIV, Virus dell'Immunodeficienza Umana, è un retrovirus, cioè un virus a RNA, che attacca alcune cellule del sistema immunitario, principalmente i linfociti CD4, che sono importantissimi per la risposta immunitaria, indebolendo il sistema immunitario fino ad annullare la risposta contro virus, batteri, protozoi e funghi.
La distruzione del sistema immunitario causa una sindrome che si chiama AIDS (o, in italiano, SIDA: Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita). Una persona affetta da SIDA è maggiormente esposta alle infezioni. Tuttavia le infezioni tipiche e le patologie correlate a questa sindrome sono solo una ventina distinte in:
·    Infezioni da batteri e protozoi, tra cui sono frequenti: Pneumocistosi, Toxoplasmosi, e Tubercolosi, causata dal bacillo di Koch
·    Infezioni da virus tra cui Herpes, infezione da CitoMegaloVirus e HHV-8
·    Tumori: Linfomi, tumori delle ghiandole linfatiche; Sarcoma di Kaposi
·    Infezioni micotiche tra cui è frequente l'infezione da Candida, un fungo che nelle persone immunodepresse si può sviluppare in bocca, nell'esofago e in altre parti del corpo 

 ...ma qualcosa non torna!



HIV: una Balla almeno è al Capolinea!
di L. Acerra
Tratto da: http://www.anticorpi.info
C'è un particolare gruppo di individui HIV positivi che è stato identificato in popolazioni indigene del sud America. Essi, pur dando reazioni di positivita' al test HIV, non sviluppano AIDS, rimangono sani e longevi come tutti gli altri membri della tribù. La presenza di HIV in altre parole non è una condizione sufficiente per giustificare il collasso e il deperimento che si vedono nell'AIDS, altrimenti anche gli indigeni HIV positivi del sud America crollerebbero.
L'esito fatale in alcuni casi è pervenuto sospendendo la terapia: il prof. Duesberg riporta l'esempio di una bimba HIV positiva che soffrì di gravi dolori muscolari, insonnia, nausea, e arresto della crescita per la tossicità del farmaco.
Resosi conto Duesberg, anche per l'esperienza di altri pazienti, che era il farmaco e non l'HIV a portare i sintomi di AIDS, la cura fu sospesa e la bimba immediatamente recuperò. A distanza di 10 anni, senza Retrovir, la ragazza era rimasta del tutto sana e normale, era diventata capitano della squadra di calcio della scuola.
Oggi il movimento del dissenso raccoglie oltre 1500 firme tra virologi, infettivologi, epidemiologi ed altri specialisti tra cui 3 premi Nobel, tutti indignati dalla colossale mistificazione e speculazione imbastita intorno all'AIDS.

Alla fine degli anni Settanta tutto il complesso industrial-farmaceutico scientifico che era stato schierato sulle indagini dei retrovirus come causa del cancro implorava di poter mettere le mani su qualcosa! Sul cancro non si poteva fare più niente... E così era quasi obbligatoria una conversione di tutte quelle strutture e dipartimenti e investimenti all'immensa balla della ricerca sull'AIDS!
Fu chiaro in quel momento storico a tutti i partecipanti che formulare una qualsiasi ipotesi di un ruolo dei retrovirus in una patologia umana sarebbe stato appoggiato dal sistema con tutte le sue forze politiche ed economiche disponibili. Poiché furono trovate categorie che schieravano nelle proprie fila persone molto malate,  drogati, omosessuali, prostitute, africani ex-turbecolotici, anche i vari sistemi religiosi e umanitari si unirono al carrozzone. Servivano persone molto malate per attribuire loro l'epidemia dell'ipotetico retrovirus assassino.
Gallo stava cercando come un pazzo di formulare un test che identificasse un frammento retrovirus nei campioni di sangue di persone malate, ma non ci riusciva. Ma un giorno lo trovò in tutti i campioni. Ma erano test positivi perché ai campioni era stato aggiunto sangue di placenta, che notoriamente pullula di retrovirus! Nessuno ne ha mai parlato. Il resto però è storia.
Questo film, 8 minuti il trailer, 80 il video completo, non ha la pretesa di essere un’altra storia dell’Aids che possa competere con quelle - di valore - che sono già state scritte, è solo una modesta ricerca, un’esigenza interiore.
Alla fine, stiamo tutti per diventare degli impiegati che nel nostro lavoro dipendente siamo accondiscendenti a tutto quello che viene portato avanti. Siamo ad un passo dall'"idiota morale" descritto da Norbert Bilbeny, una persona che intellettualmente vale, insomma è normale, non è un deficiente, ma che ha una coltre sulle sue capacità morali, tali che è capace di essere implicato nelle peggiori atrocità per salvaguardare la sua sicurezza.
Tranquillamente, e questo non gli impedisce di essere una persona amante della musica o dei suoi figli, dei suoi amici... Ecco mi chiedo se non stiamo diventando tutti così.


Cosa dice il Dr. Hamer e la sua Nuova Medicina?

mercoledì 13 novembre 2013

Chi era Gustavo Rol?

Gustavo Rol
(© Archivio Franco Rol)
Chi era veramente? Lo hanno definito sensitivo, medium, mago, indovino e molto altro ancora. Egli però rifiutava di essere incluso in una qualsiasi di queste categorie. Così rispondeva al giornalista Renzo Allegri, autore della prima monografia su di lui, all'epoca di un inchiesta sul paranormale (1977) svolta per il settimanale Gente:

«Ma è sicuro che io sia importante per la sua inchiesta? Io sono una persona qualsiasi. Non ho niente a che vedere con i medium, i guaritori, gli spiritisti che lei intervista.
Quello è un mondo lontano dalla mia mentalità. I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare».

Il giornalista e scrittore Enzo Biagi nel suo libro E tu lo sai? (Rizzoli, 1978) descrive la straordinaria figura di Gustavo Rol: «Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol, un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è impossibile interpretare. È in grado perfino di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità che hanno raggiunto l'oltretomba da secoli o di far piombare in un salotto col belato della capra anche il suo campanaccio. Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco».

In una lettera inviata al quotidiano La Stampa di Torino e pubblicata il 3 settembre 1978, Rol scrive:

«Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo anche se vi ho incontrato persone veramente degne ed animate da intenzioni nobilissime. Troppo si scrive su di me e molti che l'hanno fatto possono dire che mi sono lamentato che si pubblichi una vasta gamma di fenomeni e mai ciò che esprimo nel tentativo di dare una spiegazione a queste cose indagando su come e perché si producono certi meravigliosi eventi».

Così risponde Rol al giornalista Remo Lugli:

«Non credo di essere un medium nel senso letterale della parola e neppure un sensitivo. Forse posseggo doti di una intuizione profonda ed istintiva, e di questo mi sono accorto fin da quando ero ragazzo».

Dino Buzzati, noto giornalista e scrittore italiano del '900, ha conosciuto bene Rol, e nel suo libro I misteri d'Italia (1978) racconta diversi episodi e aneddoti. Dice Rol:

«Non sono un mago. Non credo nella magia... Tutto quello che io sono e faccio viene di là [e indicava il cielo], noi tutti siamo una parte di Dio... E a chi mi domanda perché faccio certi esperimenti, rispondo: li faccio proprio a confermare la presenza di Dio... ».

Così Buzzati descrive Rol:

«Colpisce in Rol, che a sessantadue anni ne dimostra almeno dieci di meno, una vitalità straordinaria, e gioiosa. Insisto sulla serenità e l'allegrezza che ne emanano. Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile, almeno secondo la mia esperienza dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà. In quanto alla faccia, descriverla è difficile. Qualcuno l'ha definita da 'bon vivant'. Non è vero. Potrebbe essere quella di un guru indiano. Ma potrebbe anche appartenere a un chirurgo, a un vescovo, a un tenero bambino. Ci si aspetta una maschera impressionante e magnetica. Niente di questo. Ciò che sta dietro a quella fronte, almeno a prima vista, non traspare».

sabato 9 novembre 2013

Corso Introduttivo sulle Leggi Biologiche del dr. Hamer + corso introduttivo sull'Enneagramma biologico

LA CONNESSIONE MENTECORPO IN MEDICINA
Le 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. R. G. HAMER

sabato 30 novembre 2013

HOTEL GLOBUS
Via Traiano Imperatore 4
FORLI’

CORSO INTRODUTTIVO

ARGOMENTI: Presentazione della Nuova Medicina: il nuovo modo di intendere
la medicina: la malattia non più come “brutto male”, ma come un
“processo in corso” che possiede un suo senso biologico.
Le cinque Leggi Biologiche: criteri secondo i quali ogni malattia
è generata e si sviluppa ai tre livelli (psiche, cervello, organo).
Senso biologico delle malattie: il Programma Speciale, Biologico
e Sensato della Natura (SBS).
Come porsi di fronte alla malattia ed evitare il panico.

RELATORE: Claudio Trupiano

DURATA: Dalle 9 alle 13 – dalle 14,30 alle 18

COSTO: € 100 euro + Iva Il pagamento all'inizio del corso
A tutti i partecipanti al corso verrà offerta gratuitamente la partecipazione al corso sull'Enneagramma Biologico, programmato per la giornata successiva, 1 dicembre.

ISCRIZIONI: Claudio Trupiano 349.2420680. mail: infoclaudiotrupiano@gmail.com

Data: Dal 30/11/2013 Ore: 09:00 Al 30/11/2013 Ore: 18:00
Organizzatore: Claudio Trupiano
Luogo e Indirizzo: Forlì Emilia Romagna Hotel Globus


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venerdì 8 novembre 2013

SCIE CHIMICHE: INQUINAMENTO, MALATTIE E MORTE


di Gianni Lannes
Italia (estate 2013): scie chimiche – foto Daniel De Min
C’era una volta il cielo blu, quando gli aerei militari non nebulizzavano l’aria a bassa quota con veleni che fanno ammalare le persone, aggrediscono le piante e provocano terremoti.
Non c’è più il futuro di una volta, quando si bombardava alla cieca, senza accortezze chirugiche, scaricando bombe dirompenti ma convenzionali. Nel tempo elettronico dei pacifinti predomina il cinismo, ma più ancora l’ipocrisia politicamente corretta, buonista. Si colpiscono indistintamente alleati, nemici e perfino i propri concittadini. Vero mister Obama? Le prime vittime sono i bimbi, e almeno per una volta nella storia della disumanità, chi comanda il destino altrui, non fa distinzioni di pelle. Irrorazioni chimiche per tutti, addirittura gratuite (anche se non richieste).
Le velature biancastre e persistenti che si allargano a macchia d’olio sono dovute alla presenza del tossico bario, che tutti indistintamente, ormai respirano a pieni polmoni ovunque. Sembra non esserci scampo a questa maledizione militare disseminata dalla superpotenza bellica di Washington, grazie alla tacita connivenza dei governi telecomandati occidentali.

Le immagini satellitari mostrano come le tempeste tropicali hawaiane siano artificialmente “pilotate” utilizzando bombe chimiche. Queste esplosioni di aerosol sono la nuova evoluzione delle scie chimiche utilizzate dal Pentagono per manipolare il tempo, creare tempeste, siccità, dominare il nostro tempo.

Si chiama “guerra ambientale” o “geo-ingegneria ambientale” e su questa materia incandescente vige il segreto atlantico: una perversa strategia bellica che usa le forze della natura per colpire nemici ed alleati indistintamente. Non a caso è vietata, almeno sulla carta, dalla Convenzione Enmod del 1978. Un divieto effimero, di mera carta.
Attualmente, a parte i mass media controllati dal sistema di potere, gli scienzidioti e gli sparuti negazionisti (addirittura italidioti) capaci al massimo di etichette fuorvianti e distorsive della realtà, la documentazione ufficiale pubblicata in Rete dai ricercatori indipendenti è inequivocabile.

Negli Stati Uniti d’America vi sono diversi brevetti usati dall’aerosolterapia di massa. Il più collaudatoè l’US 6,315,213 B1 di Peter Cordani, registrato il 13 novembre 2001: “Method of Modifying Weather”.

Sono in atto da anni sperimentazioni segrete, come quelle per gli esperimenti nucleari sugli esseri umani condotte clandestinamente, a partire dagli anni ’50 (ammesse in tempi recenti da USA e GB). Governi telecomandati e multinazionali del crimine usano le persone come cavie inconsapevoli ed ignare di rischi e pericoli.
Danni alla salute umana? L’esame della letteratura medica a livello universale rivela la correlazione con l’insorgenza di astenia, cefalea, allergie e nei casi più gravi sempre più frequenti, patologie gravissime, incurabili e fatali.
Purtroppo i bambini sono i più colpiti dall’inalazione e dall’esposizione ormai quotidiana all’alluminio, al bario, allo stronzio ed ai polimeri artificiali. 
Che fare? Un semplice esame del capello: il mineralogramma (o Tissutal Mineral Analysis = TMA). E’ una analisi di laboratorio che si può effettuare su una piccola quantità di annessi cutanei (capelli,peli pubici, unghie).Tale metodica – equivalente ad un esame bioptico – è utilizzata per la determinazione dei livelli minerali intracellulari. Solitamente uno squilibrio minerale è rilevabile in presenza di una patologia, ma ancora più importante, è rilevabile molto prima della comparsa dei sintomi e segni clinici della malattia stessa. È evidente, quindi il ruolo che il mineralogramma assume come mezzo di prevenzione. Infatti il TMA viene utilizzato anche come test di screening (un esame semplice, rapido, ed a basso costo).
Altra applicazione importantissima del mineralogramma, appunto, è la determinazione del livello dei metalli tossici (Bario, Stronzio, Piombo, Mercurio, Cadmio. Alluminio). L’Analisi Minerale Tissutale non viene utilizzata in caso di intossicazione acuta, ma è fondamentale nei casi, sempre più numerosi, di intossicazione subacuta o cronica.  
Negli ultimi 10 anni in Italia, si è riscontrato un progressivo e costante aumento di casi che presentano quantità abnormi di bario e alluminio nell’organismo. Nei soggetti colpiti i livelli dei minerali tossici nei capelli sono 10 volte circa più alti che nel sangue. 
Ovviamente lo Stato italiano, il ministero della salute e l’Istituto Superiore di Sanità si guardano bene dall’incoraggiare l’esame del capello o dal realizzare indagini epidemiologiche mirate.
E’ in atto un genocidio silenzioso, un crimine contro l’umanità da arrestare senza esitazioni. Non si può far finta di niente, riguarda tutti noi, esseri umani.

Fonte: http://stampalibera.org/?p=583


giovedì 7 novembre 2013

Controllo delle masse? Ecco come lavorano gli Illuminati


Articolo di Sergio Coco

Spesso accade a coloro che cercano informazioni in rete, di incontrare articoli, resoconti o documentazioni sul cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale” o sugli “Illuminati”.
Capita così di frequente che ho deciso di approfondire tale argomento, cercando di rispondere ad alcune domande: ma chi solo gli “Illuminati”? Da dove provengono? Fino a che punto compenetrano la nostra realtà, la nostra storia? E a che scopo?
Sigillo degli Illuminati, stampato nei dollari statunitensi
Analizzando superficialmente i messaggi che ci provengono dalla realtà esterna, si può già intravedere l’accenno di una risposta a tali quesiti. È un dato di fatto per cominciare, che i mezzi di comunicazione più comuni (televisione, cinema, quotidiani, libri e riviste) diventino giorno dopo giorno più scadenti, uniformando e appiattendo le informazioni (soprattutto tivù e giornali), passando una realtà sempre più squallida e sovvertendo – in maniera non casuale, come vedremo in seguito – la scala di valori che ogni individuo equilibrato con un po’ di cultura, buon senso e rispetto per la vita, avrebbe come saldo punto di riferimento nella propria esistenza.


Per dirla in parole povere risulta difficile da accettare che un matrimonio tra vips possa diventare notizia di apertura di un serio TG che abbia la pretesa di informare la gente. E ancora mi è difficile accettare che tale TG si riduca a 20 minuti con pubblicità per poi lasciare spazio alla tanto attesa e sospirata ricetta di cucina a cui, pare, gli italiani non sappiano rinunciare.

Per non parlare dei reality che tanto hanno preso piede nel nostro paese ma che – a detta di Maurizio Costanzo – sono ancora più diffusi all’estero, o che dire dei programmi dove la gente si rinnova grazie alla chirurgia plastica, rendendola una pratica talmente normale che, come riportato poco tempo fa su tutti i quotidiani, persino le teenagers inglesi a Natale o per il compleanno chiedono ai loro genitori di rifarsi il seno. Oppure pensiamo ai pianti e alle disgrazie in TV dove si vedono solo comuni cittadini che mettono in piazza i loro problemi familiari, abituandoci sempre più all’idea che ci possa essere qualcuno (o qualche milione di telespettatori) che ci osservi e conosca anche i nostri fatti più intimi.

Solo per quanto detto, un normale osservatore constaterebbe che qualcosa non funziona nel sistema. Come non funziona il fatto che nonostante l’avanzare della tecnologia l’uomo si riduca a lavorare di più, a dedicare sempre meno tempo ai rapporti umani diventando quasi incapace di gestirli, diventando sempre più stressato, insofferente e, lasciatemelo dire, frustrato.

Qualcosa non quadra ma questo qualcosa non è limitato alla nostra realtà cittadina, né nazionale, si tratta di qualcosa che esula dalle nostre conoscenze perché sta dietro alle quinte, dietro a ciò che viviamo. Qualcuno la chiama dietrologia!
Lo stesso Manifesto piduista di Licio Gelli (il famoso Piano di Rinascita Democratica) è disgiunto dalle radici più ampie del malfunzionamento del sistema, anche se rende bene l’idea del controllo sui media che già egli aveva, a suo tempo, sottolineato come prioritario.


Infatti, per datare tale progetto, è necessario retrocedere ulteriormente nel tempo fino al lontano 1760 quando un’organizzazione fondata da Adam Weisshaupt, ebreo di nascita convertito al cattolicesimo e futuro sacerdote cattolico, chiamata successivamente “Illuminati di Baviera” aveva già nel suo DNA il controllo mentale e quello dei mezzi di comunicazione. In testa a tale organizzazione capeggiata da Weisshaupt, professore di legge canonica presso l’Università di Engelstock, c’era un rinnovato casato, una famiglia ben nota anche ai nostri giorni, ovvero quella dei Rothschild, i quali avrebbero, grazie al loro potere economico, finanziato qualunque iniziativa e qualunque guerra da quel momento oltre che indotto il nostro professore a recuperare e a modernizzare gli antichi protocolli del Sionismo (vedi la lettera che il Ministro degli Esteri britannico Lord Arthur James Balfours inviò il 2 novembre 1917 a Lord Lionel Walter Rothschild, capo della Federazione Sionista).

Tanto per cominciare gli Illuminati promossero e finanziarono la Rivoluzione Francese utilizzando svariati nomi e forme di aggregazione.
Seguendo la loro precisa e condivisa filosofia di azione, era necessario:


1) portare le nazioni all’eliminazione di ogni forma di governo e di religione già esistente
2) armare e sostenere entrambe le fazioni opposte in un conflitto con lo scopo di indebolire gradualmente suddette nazioni per facilitare il crollo di ogni struttura esistente e rendere i paesi più controllabili allo scopo di creare un unico governo mondiale (una parte della famiglia Rothschild finanziò Napoleone mentre l’altra sostenne la Gran Bretagna, la Germania ed altri stati durante le guerre napoleoniche).
Immediatamente dopo le guerre napoleoniche, gli Illuminati si resero conto che le nazioni erano così provate e impoverite dalle guerre che avrebbero accettato qualunque compromesso per migliorare la loro posizione, così i Rothschild ne approfittarono per organizzare il Congresso di Vienna tentando, con l’occasione, di creare una prima Lega delle Nazioni. Ma lo zar di Russia, resosi conto del progetto di controllo che risultava dalla proposta, rifiutò di farne parte. Il capostipite della famiglia Rothschild, Nathan Mayer, promise che un giorno uno dei suoi discendenti avrebbe vendicato tale ingiuria distruggendo lo zar, e così accade nella congiura del 1917 (la famosa rivoluzione d’ottobre che portò all’assassinio dei Romanov la notte tra il 16 e il 17 luglio 1918).