venerdì 22 marzo 2013

Pericolo vaccini al mercurio: Le colpe dei medici

In Umbria aumentano i casi di autismo. «Correlazioni con gli anti morbillo. E i dottori non avvisano dei rischi»


Mercurio. Ma anche alluminio e altri metalli. Che finiscono nei vaccini. E, leggenda o meno, bambini nati sani, dopo l’iniezione, mostrano i sintomi dell’autismo.

In Umbria i casi aumentano ogni anno, quando «basterebbe fare analisi, verificare eventuali predisposizioni alle intolleranze e soprattutto conoscere prima i rischi dei vaccini. E sono i medici che dovrebbero informare. E non lo fanno». Parola di Roberto Mastalia, avvocato ieri in aula davanti alla Corte d’appello per ottenere un indennizzo dai danni da vaccino.
Mentre a ottobre verrà ratificata la convenzione di Minamata, firmata da 140 paesi per bandire il mercurio da tutti i prodotti in commercio, c’è infatti chi combatte la sua battaglia dopo che i metalli nel corpo hanno già creato i danni. Che forse potevano essere evitati con una campagna informativa sui rischi legati ai vaccini. 

Rischi che in tanti negano parlando di leggenda, «ma che nella pratica - spiega l’avvocato Mastalia - sono chiari: bambini che nascono sani, l’arrivo dei sintomi legati all’autismo e nessun altro fattore che lo spieghi. La genetica? Al momento le cause dell’autismo sono sconosciute, ma di certo il contatto con certo metalli, fossero anche gli amalgami dentali, fanno aumentare i casi. Qualcosa vorrà dire». Da qui la battaglia di Mastalia e delle sessanta famiglie che fanno parte dell’associazione Montinari onlus (solo una delle tante presenti in regione), che chiedono maggiori informazioni al momento di portare i figli a fare i vaccini per morbillo e rosolia. «Test per capire se ci sono intolleranze ai metalli - spiega Mastalia -, per verificare predisposizioni a malattie auto immuni. 
Tutte pratiche che i medici dovrebbero mettere in atto per evitare conseguenze, come l’autismo, che rendono disabili intere famiglie. La legge prevede che si mettano a conoscenza i genitori di rischi e vantaggi, ma in realtà non lo fa nessuno. E la stessa Corte costituzionale ha invitato il legislatore a prevedere alcuni test prima della vaccinazioni. Ma la richiesta è rimasta inascoltata». 

Così, visto che la prevenzione («Studi autorevoli parlano della correlazione vaccini/autismo, basta cercarli e non fare gli struzzi», attacca Mastalia) funziona maluccio, allora si cerca di porre rimedio chiedendo che lo Stato sia più vicino a queste famiglie. 
Come quelle di Michela e Sabrina, due mamme che hanno portato il ministero della Salute, la Regione e le Aziende sanitarie davanti a un giudice per ottenere un indennizzo per i danni del vaccino. E ieri, in Corte d’appello è iniziato il processo di secondo grado per Sabrina e suo figlio Giovanni (nome di fantasia), dopo che il tribunale di Perugia ha detto no alla richiesta perché il vaccino anti morbillo, rosolia e orecchioni, a detta del giudice «non è obbligatorio». «Una sentenza pilatesca - dice Mastalia - per lavarsi le mani di un problema che affligge sempre più famiglie. Recenti studi parlano di una media di un bambino autistico ogni 88 nati. Nati sani, però, che poi si ammalano per cause successive alla nascita». 

L’indennizzo, se il collegio dirà sì, è di circa 300/400 euro al mese per tutta la vita. Un aiuto, considerando che Sabrina e Michela arrivano a spendere anche duemila euro al mese per aiutare i loro bambini a crescere come tutti gli altri con il sostegno di un logopedista. «Visto pure che solo in Umbria - insiste Mastalia - il Tar ha negato il sostegno totale a scuola». 

L’avvocato ha circa una ventina di famiglie da assistere davanti a giudici e burocrazia. Ma soprattutto per realizzare il desiderio che Giovanni ha espresso a Sabrina: «Mamma, io voglio essere come tutti gli altri».

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