martedì 26 febbraio 2013

Nuova Medicina Germanica - Patologie dell'ovaio

di Ryke Geerd Hamer

Articolo originale - Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi

La Nuova Medicina Germanica è una scienza naturale che si applica agli umani, agli animali e alle piante - in effetti a tutti gli esseri viventi.

Sulle basi delle "Cinque Leggi Biologiche", con la Nuova Medicina Germanica abbiamo imparato a capire che la "malattia" - nei termini a cui siamo soliti pensare - non esiste. I sintomi, ai quali siamo stati portati a pensare essere "malattie" (come il cancro), sono le due fasi di Programmi Speciali Biologici e Sensati della Natura. Questo per dire che ogni disturbo rappresenta solamente una delle due fasi - sia essa la fase di conflitto attivo o quella di guarigione. Poiché - finora - non abbiamo riconosciuto la vera natura delle malattie, non siamo stati in grado di trattarne le reali cause.

Le cause di ogni "malattia" (non solo il cancro) è sempre un conflitto biologico - un conflitto biologico molto acuto, chiamato DHS. La fase di conflitto attivo (CA) inizia nel preciso momento in cui avviene la DHS. In quell'istante il sistema nervoso vegetativo passa da un normale ritmo giorno/notte ad una prolungata fase di stress (simpaticotonia). La persona pensa costantemente al suo conflitto, non riesce a dormire la notte, non ha appetito e perde peso. Allo stesso tempo, iniziano delle modificazioni strutturali nell'organo collegato. In aggiunta, lo shock inaspettato lascia dei segni ben distinti nel cervello (il cosiddetto Focolaio di Hamer – FH) che è chiaramente visibile alla TC cerebrale. Una TC al cervello mostra precisamente che tipo di conflitto biologico ha provato il paziente, quale organo viene colpito, e quale tipo di crescita o perdita cellulare sta avvenendo.
Dovrebbe essere posto l'accento sul fatto che ogni SBS si avvia sempre in modo sincrono su tutti tre i livelli - a livello di psiche, cervello e organo.

Al riguardo di ovaie e cancro ovarico, dobbiamo distinguere tra un teratoma ovarico (tumore compatto) ed una necrosi ovarica interstiziale (perdita di tessuto). Ciascun tipo fa capo ad un differente foglietto embrionale.
Sappiamo dalla embriologia, che durante lo sviluppo embrionale si sviluppano progressivamente tre foglietti germinativi (endoderma, mesoderma, ectoderma) all'interno dell'embrione. Tutti i nostri organi derivano da questi foglietti e ogni cellula può quindi essere abbinata a uno di questi. Ne deriva che ogni foglietto è correlato a:

  • una specifica area cerebrale (tronco cerebrale, cervelletto, midollo cerebrale, corteccia cerebrale)
  • una specifica collocazione in queste precise aree cerebrali
  • un tipo specifico di conflitto biologico
  • uno specifico tipo di tessuto (istologia)
  • uno specifico tipo di microbi correlato al foglietto germinativo.
Oltretutto, ogni cosiddetta malattia ha un significato biologico che può essere compreso nel contesto della nostra evoluzione.

Teratoma ovarico

Un teratoma ovarico è controllato dal Tronco Cerebrale. In termini evolutivi, il teratoma ovarico costituisce la forma originaria di riproduzione. Stimolato dal relativo conflitto biologico da "conflitto di perdita" (perdita della prole), l'organismo spontaneamente ritorna a questo vecchio programma di procreazione.

Tutti gli organi che sono controllati dal tronco cerebrale, rispondono al relativo conflitto con lo sviluppo di un tumore compatto di cellule adeno-tipo.
Con il cancro ovarico, la natura del conflitto è sempre l'esperienza di una perdita profonda – di un figlio o di una persona amata, ma anche piccoli animali o cuccioli. Ad esempio la madre di una paziente muore improvvisamente in ospedale. La paziente biasima fortemente se stessa per non aver fatto visita alla madre per alcuni giorni.

Patire la perdita di una persona amata senza per questo scatenare una DHS è del tutto normale. Tuttavia se si determina la DHS, non è importante solo l'evento in se (la perdita), ma anche i(l) tema(i) del conflitto che è associato(i) al particolare evento. In altre parole, il conflitto non deve essere obbligatoriamente essere percepito come un "conflitto di perdita". Il conflitto potrebbe essere vissuto come un conflitto di "territorio"; se la perdita è associata a "conflitto di paura nel nido", si svilupperà un cancro della ghiandola mammaria, invece di un cancro ovarico. Il conflitto potrebbe essere vissuto anche con un "conflitto di separazione" e - in base alla relazione del conflitto, se con madre, figlio o partner - si svilupperà un cancro intraduttale durante la fase di guarigione, dopo che il conflitto si sia risolto. Perciò è il sentito personale provato al momento della DHS, che determina dove il conflitto biologico impatterà il cervello.

Rimanendo in tema di conflitti di perdita, uno "pseudo-embrione" inizia a crescere nella forma di un teratoma durante la fase attiva delconflitto (in osservanza del programma del cervello arcaico). Nella nostra era, tuttavia, questo tipo di progenie non è più pertinente. La "crescita" è quindi interrotta - con l'aiuto dei batteri durante la fase di guarigione. Assieme alla crescita del teratoma, funghi e micobatteri hanno iniziato a svilupparsi in modo da essere in numero sufficiente al momento dello smantellamento a conflitto risolto.
Lo scopo biologico del teratoma ovarico fa riferimento ad un modo arcaico di riproduzione che seguiva alla perdita di un cucciolo ("membro del nido").

Appena la donna risolve il conflitto, entrerà nella seconda fase, o fase di guarigione dell'SBS. Con la risoluzione del conflitto, il tumore ferma la sua crescita. Questo processo avviene piuttosto lentamente. I microbi collegati a questo foglietto embrionale - funghi e micobatteri - iniziano a proliferare al momento in cui si avvia la DHS e si moltiplicano di pari passo alla crescita del tumore. essi iniziano a demolire il tumore attraverso un processo di caseificazione. Anche se non si provvede alla asportazione, questi resti non creano solitamente problemi.

Dato che la lateralità è insignificante per quanto riguarda il Tronco cerebrale, non c'è correlazione incrociata tra lato del cervello e organo; in altri termini il teratoma e il suo relè di controllo si trovano nello stesso lato. Ciò differisce da cervello e cervelletto. Semplicemente rammentate che la metà destra del cervelletto e del cervello controllano la parte sinistra del corpo e viceversa.
Destrimania e mancinismo iniziano nel cervello; per essere più precisi nel cervelletto. Dal cervelletto in poi, la lateralità deve essere sempre tenuta in considerazione. La correlazione tra il cervello e l'organo è sempre inequivocabile, comunque. Mancino o destrimane è significativo solamente rispetto alla correlazione tra psiche e cervello o cervello e psiche. È la lateralità che determina non solo il percorso conflittuale nel cervello (a seconda se il conflitto è vissuto in relazione con madre, figliò o partner), ma anche il tipo di "malattia" che si manifesterà come risultato dello shock conflittuale. Il modo migliore di sapere la lateralità di una persona è il test dell'applauso; se la mano destra sta sopra, la persona è destrimane, se è quella sinistra a stare sopra, la persona è mancina.

Necrosi ovarica - Cancro dell'ovaio - Cisti ovarica

Relativamente alla necrosi ovarica interstiziale, il FH si trova localizzato nel midollo cerebrale in sede occipitale basale. La necrosi interstiziale ovarica si relazione con il mesoderma recente e - come tutti gli organi controllati dal midollo cerebrale - causa la perdita di tessuto in fase di conflitto attivo (CA). Il conflitto collegato a questo SBS è una "profondo conflitto di perdita".
La necrosi è solitamente silente in fase di conflitto attivo, a meno che non venga rinvenuta in corso di una ecografia fatta per altre ragioni. La perdita di tessuto ovarico riduce la produzione di estrogeni che porta solitamente all'amenorrea (assenza di mestruazioni).

Cisti ovariche

Come per tutti i tessuti governati dal midollo cerebrale, la perdita di tessuto viene colmata con nuove cellule durante la fase di guarigione. La necrosi ovarica viene sostituita con tessuto interstiziale mesodermico, che forma cisti ovariche a varie dimensioni. Poiché la proliferazione di cellule ovariche produce una cisti fluida, le cisti sono definite erroneamente "cancro" ovarico e anche "cancro ovarico a rapida crescita".
All'inizio della fase di guarigione, la cisti aderisce ai tessuti circostanti per avere sangue a disposizione - un processo che viene interpretato come "crescita invasiva. Nell'arco dei nove mesi, la cisti sviluppa un efficace circolo ematico autonomo con arterie e vene e diventa autonoma. Appena la cisti diviene autonoma si stacca dai tessuti circostanti. La cisti forma una capsula di tessuto di spessore di quasi un centimetro, che può essere facilmente rimossa chirurgicamente, se dovesse essere meccanicamente un problema. Le cisti indurite dell'ovaio iniziano a produrre molti ormoni estrogeni, tanto che la donna appare più giovane e bella ed è proprio questa la funzione biologica delle cisti; quella di rendere la donna più attraente verso l'uomo. Questo, in definitiva, aumenta le possibilità che la donna rimanga incinta, in funzione di ripristinare la prole nel nido. L'avvio dell'SBS è in realtà un avvenimento per il quale vale la pena congratularsi con la donna ed essere felici.
Nell'uomo avviene la medesima cosa, come illustrato in questt'altro articolo.

Una cisti ovarica non andrebbe mai operata prima del compimento del ciclo di nove mesi. Nella medicina convenzionale si procede ad una prematura asportazione dell'ovaio e di tutti i tessuti che sono adesi alla cisti, considerandoli "infiltrati" dal cancro, mentre come abbiamo visto, sono impiegati dalla cisti per rifornirsi di sangue. Tutto quello che viene lasciato dopo l'operazione, è un addome vuoto. Pensate alle conseguenze possibili di questa demolizione ed ai conflitti che si scatenano in queste povere pazienti!

Solamente nei casi estremi di cisti che risultano meccanicamente sintomatiche, si deve intervenire chirurgicamente, ma sempre dopo i nove mesi di fine ciclo ormonale. Tecnicamente si potrà procedere solo alla asportazione del tessuto cistico, senza toccare i tessuti limitrofi.
Fino ad oggi, questo meccanismo naturale veniva considerato "una crescita tumorale infiltrante e maligna". Ma questa interpretazione sbagliata diviene evidente quando,durante l'intervento alcune particelle "infiltranti" lasciano la cisti per vagare nella cavità addominale; qui nuovi tumori continuano a crescere per altri nove mesi, portando spesso ad un altro intervento chirurgico. Questi nuovi tumori indotti dalla chirurgia (che comunque diventerebbero delle cisti), sono ora considerati "metastasi maligne". Ciò è evidentemente una conclusione errata, poiché queste presunte "metastasi" producono estrogeni, proprio come la cisti dalla quale sono originate. Come si può notare, la prognosi convenzionale si basa su errori di valutazione e conoscenze errate.

Non sono le cellule vaganti che causano le metastasi, ma l'esplosione del panico che causa nuovi shock conflittuali nella paziente, portando inevitabilmente a nuovi cancri. I tumori secondari sono molto rari negli animali e la maggioranza sopravvive ad essi. Nella medicina convenzionale la piccolissima percentuale di pazienti che raggiunge "i cinque anni di sopravvivenza", sono semplicemente quei pazienti che non sono stati assaliti dal panico o che hanno trovato il modo di risolvere i loro conflitti.

lunedì 25 febbraio 2013

Nuova Medicina Germanica - Cosa fare con essa?

Introduzione

Oggi la Nuova Medicina Germanica è ancora un sapere marginale, qualcosa di cui non s'è mai sentito parlare tra la gente comune. È un argomento sconosciuto ai più e solo chi si trova alle strette, con malattie come il Cancro, cerca e trova informazioni su essa. Ma per la stragrande maggioranza della gente le tre parole "Nuova Medicina Germanica" possono richiamare alla mente strane pratiche sadiche naziste, o non suggerire alcunché.
Anche per chi cerca delle informazioni, i risultati possono essere molto sconfortanti. Da una parte i detrattori più ignobili e dall'altra i fanatici e i sostenitori a tuttotondo. Anche qualora la persona trovasse interessante la NMG, assume un atteggiamento tipico di chi cerca lo specialista di medicina convenzionale e scopre deluso, che non ci sono specialisti dichiarati al riguardo, che non esiste un poliambulatorio o una clinica dove si pratichi la NMG, niente. Nessuno riesce a capire da chi andare e cosa fare.
Ma allora 'sta Nuova Medicina Germanica funziona o non funziona? Esiste o non esiste? Chi l'ha inventata? Chi la pratica? È affidabile o no?

Lo stato di fatto

Parto subito con il dire che la NMG non è riconosciuta e approvata ufficialmente in nessun posto al mondo. Alcuni paesi hanno mostrato un notevole interesse verso questa scienza, ma nessuno ha avviato un supporto vero e proprio verso questa medicina, la vera medicina!
Ne consegue che non ci sono viaggi della speranza da fare, ne luoghi misteriosi da visitare, ne cliniche oltrecortina in cui farsi ricoverare. Non esiste una specialità riconosciuta in NMG, quindi chi la pratica è un terapeuta di NMG autoreferente, verso il quale bisogna mostrare fiducia e basta. Non ci sono diplomi da leggere, ne albi a cui rivolgersi o categorie verso le quali protestare. O ci si fida del terapeuta, o si cambia aria.
Non ci sono farmaci di NMG, ne interventi chirurgici, ne pratiche terapeutiche, ne strumenti diagnostici, ne rimedi, ne test e ne analisi specifici. La diagnosi è una pura, umanissima, accogliente e calorosa pratica umana di ascolto, osservazione, condivisione ed empatia. Questo cosa significa? Significa che la persona deve divenire attore principale del proprio percorso diagnostico e terapeutico; non ci sono macchine a cui lasciare il compito di fare una diagnosi, non ci sono farmaci a cui dare la responsabilità di guarire, non ci sono chirurghi a cui affidare il proprio corpo (se non in alcuni selezionati casi). Questo dover accollarsi la responsabilità di capire perché ci si è ammalati e il da fare per guarire, può essere molto difficile in senso pratico, etico, morale, psichico e sociale.
Non essendo approvata e supportata da nessuno, la NMG viene relegata ingiustamente tra le pratiche "alternative" e percepita in questo modo dalla stragrande maggioranza della gente. È strano constatare come le erboristerie siano piene di gente che cerca il "rimedio naturale" a piccoli acciacchi. Quella stessa gente, quando ha un parente malato di cancro che vuole seguire una via alternativa, inveisce contro il proprio congiunto affinché segua la terapia "ufficiale"; nella loro ottica curare la stitichezza con le erbe o alleviare la dermatite con le pomate erboristiche è cosa buona e giusta, ma quando si tratta di Cancro, allora bisogna fare le cose per bene (ammesso che Chemio, Radio e Chirurgia siano "bene") e bisogna "seguire la scienza".

Capire cosa sia

Per chi voglia seguire una terapia alternativa per il proprio cancro o malattia grave, è fondamentale, essenziale, cruciale e indispensabile capire cosa sia e crederci fino in fondo. Ma credere in, e fidarsi di, una terapia alternativa è un esercizio di coscienza profonda, di intima convinzione, di trasporto interiore verso la propria scelta.
La NMG, pur non essendo una terapia alternativa ma una medicina biologica naturale, non può fare a meno di quella fiducia e intima convinzione di cui dicevo prima. Ne deriva - e so che faccio un dispiacere a chi cerca una terapia per un proprio parente/conoscente/amico - che la NMG è una medicina della persona, una scienza personalizzata, soggettiva. Non la si può prescrivere ad altri se gli altri non la conoscono.
La NMG non la si subisce, la si interiorizza.
Vorrei che fosse chiaro questo e lo ripeto:
LA NUOVA MEDICINA GERMANICA NON LA SI SUBISCE, LA SI FA PROPRIA!!!
Non si può andare da qualcuno, malato grave o meno, e dirgli bellamente: "Segui queste indicazioni!" come invece si fa con le pillole da farmacia. Si crea una persona infelice, sfiduciata, ancora più sola di quello che già percepisce essere. Si disonora una scienza tanto vera e credibile e si fa un morto in più.

Per conoscere la NMG ci sono tanti modi e io mi onoro di essere parte di quella rete informativa che sta tessendo una trama sempre più ampia e robusta. Leggere gli articoli che ho scritto e tradotto può essere certo di aiuto. Ve li elenco qui sotto:

Ed altri ne verranno.
Mi sono anche preso la briga di scrivere un modesto libretto: La Natura non crea sfigati, che potete comprare in due formati (uno in carta ed uno in formato PDF) per pochi euri. Fin'ora non se l'è filato nessuno, ma non importa, la mia parte la sto facendo.

Capirne i vantaggi

Capire i vantaggi di questa scienza medica è altrettanto importante per chi ha intenzione di farvi affidamento.
Il primo vantaggio è quello rappresentato dal capire le ragioni della propria malattia, le motivazioni dei sintomi, le ragioni del precedente silenzio del corpo, i motivi per cui il "male" si è presentato proprio ora, in quel posto, in quell'organo e con quei sintomi.
Capito questo, ecco il secondo vantaggio. Smettere di avere paura, prendersi il tempo per valutare la situazione e per decidere cosa fare di se e del proprio "male".
Prese le proprie decisioni con relativa calma, si affronta la "malattia" guardandola con altri occhi; si capiscono tante cose e soprattutto le ragioni causali. Comprendere l'intimo rapporto tra lo shock vissuto, l'inizio del conflitto attivo e quei pochi segnali comparsi ed a cui non si sapeva dare un giusto valore, consentono di capire cosa sta accadendo. Questo è il terzo vantaggio.
Il quarto vantaggio è quello di prevedere, con un buon margine di correttezza, a cosa si va incontro, avendo il tempo di prepararsi e di rimuovere l'angoscia dell'ignoto.
Sapendo cosa aspettarsi e, di conseguenza, cosa riuscire a sopportare/accettare della fase sintomatica, si è disposti a non rifugiarsi più dietro a farmaci e rimedi "magici", si cerca di mantenersi svegli per cogliere i segni dell'opera della Natura. Questo è il quinto vantaggio.
Avendo scoperto cosa abbia scatenato lo shock e quale sia stato il motivo del conflitto, si avranno in mano le chiavi di accesso alla soluzione delle proprie difficoltà. Ci sarà l'opportunità per cambiare ciò che va cambiato, detto ciò che era stato taciuto, riallacciato ciò che si era slegato, ricucito ciò che era stato strappato e tanto altro. E se non sarà possibile fare tutto ciò, si potrà cambiarne il valore, il messaggio di fondo o si farà in modo di tollerarlo. Spesso il solo sapere perché è successo, cambia già le cose dentro la persona.
Avendo in mano la situazione, sapendo perché, quando e come ci si è ammalati, sapendo per quanto la malattia potrà assillare, renderà più forti e sintonizzati con la propria vita e con la Natura che l'ha creata.

Farsela propria

Interiorizzare i concetti della NMG non è facile per chi non ha urgenza di curarsi, figuriamoci per chi ha ricevuto una diagnosi severa ed una prognosi ancor più oppressiva. Se fosse possibile insegnare la NMG fin dalle scuole elementari, il problema dei conflitti e di come affrontarli non ci sarebbe.
Purtroppo, come tutte le medicine che non sono state ufficializzate, anche la NMG vive nella clandestinità e non è facile accedere alle corrette informazioni ed anche quando le si abbiano a portata di mano, richiedono tempo per essere assunte e assimilate. Per le persone colpite da diagnosi terribili, il tempo stringe, stringe forte e si vorrebbe anzitutto qualcosa che conceda tempo, che fermi il procedere della malattia.
La informazione che può essere assimilata immediatamente e sulla quale fondare tutte le conoscenze future è:
"Ciò che mi sta accadendo è un evento naturale e sensato. La Natura non mi ha abbandonato."
Questa frase va ripetuta molte volte di fila nell'arco della giornata, valutando bene le parole che la compongono.
"Ciò che mi sta accadendo" non è sinonimo di "Ciò che mi sta capitando". Questo aiuta a capire che l'attuale stato di salute non è un caso, ma un accadimento specifico e preordinato con uno scopo ben preciso (quello di rispondere ad un conflitto).
"è un evento naturale e sensato" significa che non c'è nulla di stregato, che non si tratta di malocchio o artificio e che non è un evento ordito da entità sadiche e maligne. Si tratta di un evento naturale che fa parte dell'eredità evolutiva.
"La Natura non mi ha abbandonato." vuol dire che la Natura si sta, in realtà e invece, prendendo cura della persona e che i sintomi hanno un loro preciso scopo ed una ragione per essere di quel tipo.
Se questa frase riesce a far breccia nella mente della persona, riuscirà a distrarla dalla paura e la indurrà a respirare bene, a prendere in mano la situazione, a concedersi ed a trovare quel tempo che le sembra mancare.
Con il tempo ritrovato, avrà modo di leggere e informarsi con più completezza.

Farne uno stile di vita

Credo che la maggior parte delle persone non abbia uno stile di vita riguardante salute e malattia. Credo che non ce l'abbia perché nessuno ha insegnato loro cosa vuol dire malattia, quali siano le ragioni per le quali le persone si ammalano e cosa fare per evitare le "malattie".
Pensateci con attenzione.
Quante sono le persone - a parte quelle che hanno studiato Medicina, Veterinaria e Biologia - che hanno assistito a lezioni di medicina elementare, o di educazione sanitaria o di fisiologia o di biologia?
Credo assai poche. Tutto quello che sanno di malattie e salute glielo ha insegnato mamma e papà o lo hanno saputo per conto proprio, per un interesse personale. Il resto delle conoscenze di medicina e biologia deriva da informazioni casuali, da giornali e riviste, da trasmissioni televisive, da chiacchiere e sentito dire. La possibilità di cadere nella disinformazione sanitaria e biologica è estremamente elevata ed io credo che sia parte integrante di un preciso disegno politico e sociale, per il quale più la gente è ignorante, più ha paura e meglio la si guida dove si vuole che vada.
Lo so, è una frase da complottismo, ma se vi guardate intorno e dentro di voi, se analizzate come stanno andando le cose, se avete fatto caso alle epidemie pilotate ed al terrorismo sanitario latente, forse vi accorgete che c'è qualcosa che non va.
Ora la NMG, con i suoi richiami a Madre Natura, con le sue spiegazioni pacifiche, con l'assoluto rifiuto per parole come "maligno", "incurabile", "metastasi", "degenerazione", cerca di riportare un po' di pace e serenità nella vita delle persone. Cerca di riportarle da dove sono venute, alla Natura ed alla sua ala protettrice.
Imparare i concetti della NMG aiuta la persona a rientrare sotto il manto caldo e sereno della Natura, anche se vive in città orribili e tentacolari. Sparirà la paura, non ci si arrenderà all'uso di farmaci solo perché socialmente sensati, non ci si abbandonerà ai consigli interessati di chi produce vaccini e non si ascolteranno più le chiacchiere terribili di gente che fa della paura il proprio strumento d'azione. Le persone sapranno sempre cosa fare della propria salute e sapranno anche come farlo.

Affrontare le complicazioni

La NMG è una pratica naturale dove l'uso dei farmaci è veramente limitato, l'esecuzione degli interventi chirurgici è circoscritto a quelli necessari a rimediare a guai meccanici e dove quello che conta è la consapevolezza, il tempo per riprendersi e poco altro. Nella nostra "bella" società, la guerra alle malattie gravi come il cancro, si combatte con decine di armi farmacologiche e chirurgiche. La persona malata viene assalita con pratiche e sostanze da far paura a chiunque ed è una pratica così "socialmente accettata", che sembra impossibile che non si debba far quasi nulla quando si riceve una diagnosi del genere.
Il malato che decida profondamente di non affrontare la TriMorte per percorrere vie alternative, si trova contro le seguenti persone:

  • il proprio medico curante
  • lo specialista che fa la diagnosi
  • i parenti

per non parlare dell'intero Sistema Sanitario e Previdenziale che non ne vuol sentir parlare di coprire le spese per "medicine alternative". La persona non solo si ritrova sola in mezzo alla tempesta, si sente in qualche modo causa di ira e dispiaceri in coloro che ama o che dovrebbero/potrebbero aiutarla.
Una lotta pazzesca proprio quando avrebbe bisogno di pace, di qualcuno che lo conforti, che gli stia vicino e che condivida le sue scelte.
Queste sono le ragioni per cui una scelta non ben ponderata e affrontata con fermezza, è destinata a fallire e a creare una persona disperata, con ancora più paure di quelle che aveva appena uscito dallo studio del medico.
In linea teorica, la NMG dovrebbe essere insegnata e compresa non solo dal paziente, ma da tutti i suoi cari. Una cosa oggettivamente poco praticabile.

Se succede qualcosa e si ha bisogno di farmaci o di un intervento chirurgico?
Ancora peggio! Non si riuscirà a far capire al medico prescrittore le ragioni del bisogno dei farmaci e lui non li prescriverà, a meno che non sia di così larghe vedute, da capire le ragioni del paziente.
Se si tratta di bambini, si rischia addirittura di perdere la patria potestà e vedersi portar via il bimbo, per di più malato!

Ripeto, la NMG non è un farmaco, un intervento chirurgico, una pratica medica o igienica e non la si può usare e poi riporla nell'armadietto delle medicine. La NMG è un atto di coscienza, una svolta culturale, una evoluzione, un salto in una nuova dimensione che solo in pochi, oggi, possono e sanno affrontare. Solo in un futuro di apertura mentale e di liberazione dalle catene del profitto sanitario, la NMG potrà porsi dove merita di essere, vicina al Sole!

domenica 24 febbraio 2013

Nuova Medicina Germanica – Le (apparenti) incongruenze


Di Giorgio Beltrammi

Conoscere la NMG e i concetti inscritti nelle Cinque Leggi Biologiche, comporta una svolta culturale di proporzioni così grandi da destare, al primo impatto, stupore, incredulità e perché no, avversione.
Ci sono delle enunciazioni così forti e potenti da poter far saltare la persona sulla sedia mentre le legge. Per alcuni punti si tratta di smentire completamente ciò che la persona è stata educata, convinta e spinta a credere.
La cosa è così vera che i siti che deridono, umiliano e criticano la NMG, basano le loro argomentazioni proprio sulle sensazioni che derivano dal leggere i contenuti delle Cinque Leggi Biologiche.
Vediamo quali sono e cosa dicono questi concetti sovversivi, analizzando una ad una le 5 Leggi.

•• Prima Legge Biologica – La DHS ••
“Ogni automatismo biologico di difesa (Speciale, Biologico, Sensato o SBS) si attiva a seguito di una DHS o Dirk Hamer Syndrome.
Primo criterio: La persona vive un gravissimo shock emozionale, inaspettato, improvviso, molto drammatico, vissuto in e con un senso di solitudine.
Secondo criterio: Lo shock causa l’avvio simultaneo dell’automatismo SBS a livello di psiche, di cervello e di organo/tessuto.
Terzo criterio: Il decorso dell’automatismo SBS è sincrono su tutti e tre i livelli: dalla DHS fino alla soluzione del conflitto, compresa la crisi epilettica/epilettoide nel punto culminante della fase di riparazione e ritorno alla normalità!”

Che le persone vivano degli shock emozionali non è così strano ed è generalmente riconosciuto da tutti…tranne che dalla medicina ufficiale che continua a scambiare lo shock emozionale con lo stress.

Lo stress è una condizione per la quale alla persona sono richieste troppe cose, tanto da non riuscire a farne fronte.
È una condizione molto comune in questa nostra “bella” società, ma la NMG non parla di stress, bensì di shock emozionale. Questo rappresenta la condizione per la quale l’individuo non si aspetta la situazione che gli richiede uno sforzo impossibile da compiere all’istante e che mette in crisi non solo i suoi nervi, ma la sua stessa vita.
Certo una persona stressata per un lavoro troppo oneroso, ad esempio, può forse essere più incline a vivere lo shock emozionale che possa scatenare l’SBS, ma questo shock può capitare a persone del tutto al di fuori dello stress.

La medicina ufficiale nega la possibilità che la persona possa vivere una crisi della sua vita se non è palesemente in una condizione di stress. Questo perché la medicina convenzionale crede ancora che la mente possa essere del tutto distaccata dal corpo e che le violentissime emozioni non possano essere considerate scientificamente in grado di scatenare la “malattia”. Inutile dire che si tratta del più clamoroso e stupido errore che possa fare la scienza che ha promesso di prendersi cura della persona, mente e corpo compresi.


•• Seconda Legge Biologica – La Bifasicità dell’SBS ••
“Un automatismo SBS è composto di due fasi, a condizione che il conflitto sia risolto”

Questa legge è quella più difficile da capire, ma è anche quella che spiega gli errori che la medicina convenzionale e le medicine alternative hanno fatto fino ad ora e che continueranno a commettere.
Faccio un esempio che forse potrebbe far capire meglio questa legge.
Supponiamo di camminare pacificamente in una stradina di campagna. Tutto è bello, l’aria è leggera e fresca, la luce è tanta e il corpo si rilassa in una camminata salutare. La città è lontana, i pensieri del lavoro sono lontani.
Dal viottolo poco più avanti sbuca fuori un cagnaccio che ci viene incontro a tutta velocità ringhiando in modo terribile.
Abbiamo due sole possibilità, scappare o affrontarlo, ma non c’è tempo per pensare. Lo shock emotivo è immediato e la Natura cosa fa? Avvia il conflitto e mette in moto i meccanismi automatici di difesa. Ordina ai muscoli di fare la loro parte, ordina ai vasi di far affluire più sangue, ordina al cuore di pompare più forte e veloce, ordina alle surrenali di secernere più adrenalina per avviare il meccanismo finale della fuga. Scappiamo a gambe levate con tutta la forza che possiamo.
Non ci accorgiamo certo dei sintomi di questa fase di conflitto attivo. Non facciamo caso al fatto che il circolo si è centralizzato, che non abbiamo appetito e che non prendiamo sonno, che i nostri muscoli non sono allenati per una prestazione così estrema. DOBBIAMO FUGGIRE altrimenti la bestia ci mangia (conflitto che gli animali della giungla vivono ogni giorno per tutta la vita)!
Riusciamo a metterci in salvo chiudendoci dentro la nostra vettura parcheggiata poco distante.
Il conflitto attivo si esaurisce ed entriamo in una fase di riparazione. Respiriamo a fondo, ci calmiamo e ce ne andiamo. Siamo esausti ed abbiamo solo voglia di riposare e dimenticare.
Pensandoci bene, possiamo vedere le due fasi della SBS. La prima quando abbiamo visto la belva attaccarci, ma non ricordiamo nulla dei sintomi patiti dal nostro organismo. La seconda quando, una volta al sicuro abbiamo sentito le gambe cedere e ci siamo sdraiati sul divano sfiniti, per non parlare del giorno dopo quando i muscoli delle gambe fanno un male pazzesco e ci sentiamo tutti rotti.
Se facciamo una trasposizione su altre condizioni shockanti, possiamo capire cosa si intende.

Supponiamo ora che un giorno il nostro capo ci dica bellamente che si prospetta lo spettro del licenziamento per molti operai, compresi noi. Certo i tempi non sono belli, ma nessuno aveva mai parlato di licenziamento e la cosa ci colpisce a morte. Non saremo più in grado di pagare le rate del mutuo e potremmo perdere la casa (territorio). Ancora non c’è nulla di certo, ma la comunicazione ci ha letteralmente shoccati.
Non vogliamo angosciare moglie e figli e non vogliamo mostrare segni di cedimento di fronte ai colleghi. Ci teniamo tutto dentro, ma siamo veramente spezzati in due. Non abbiamo alcuna soluzione per questa condizione, rischiamo seriamente di crepare all’istante…ma ecco che la Natura ci viene in soccorso. Avvia l’SBS per la minaccia nel nostro territorio. Deve prepararci alla lotta per proteggere il nostro territorio.

Le coronarie si allargano a seguito di ulcerazioni dell’endotelio, in modo che arrivi più sangue al cuore e che sia quindi in grado di affrontare la lotta con il contendente (la Banca, per esempio). La notte non dormiamo più bene (il conflitto ha la priorità persino sul riposo), le mani e i piedi sono gelidi anche ad agosto (il sangue deve essere sempre disponibile per il nostro cuore e il nostro cervello, in fondo bisogna stare vigili, attenti e protesi verso ogni segnale), non mangiamo più (lo stomaco bello pieno non favorisce la lotta, dove occorre essere leggeri). Questi sintomi li viviamo in modo del tutto superficiale, perché non possiamo distrarci a pensare alle mani fredde od al perché non abbiamo fame. Siamo pronti alla lotta.
Tre settimane dopo, il capo ci comunica che i licenziamenti sono scongiurati.
Tre settimane pronti alla lotta per nulla. Abbiamo consumato tanta energia per essere pronti, abbiamo dormito pochissimo e siamo in condizioni serie. Però l’incubo è finito e non c’è più bisogno di essere pronti alla lotta. La Natura avvia la fase di ripristino.
Le coronarie ulcerate devono essere ricostruite e avviene la ricrescita del tessuto perso. Dobbiamo riposare, dobbiamo ripristinare tutto ciò che è stato sacrificato. Ecco che le coronarie in fase di riparazione divengono temporaneamente più strette (l’edema riparatorio). Il cuore funziona bene, ma il sangue che gli arriva è sufficiente solo per condizioni di riposo (le coronarie fanno affluire meno sangue proprio perchè in fase di riparazione). Però visto che bisogna andare a lavorare (per non rischiare veramente di essere licenziati), non si concede il riposo necessario al proprio organismo e il cuore deve lavorare di più chiedendo più sangue di quello che le coronarie in riparazione riescono a fornirgli….ecco l’attacco cardiaco!
La medicina convenzionale vede solo questa parte, ma in realtà l’SBS era composta dei sintomi della fase di conflitto attivo e dei sintomi della fase di riparazione (stanchezza, cefalea, inefficienza sul lavoro). I primi non sono stati valutati (perché la persona non li ha tenuti in considerazione), i secondi nemmeno se non quando è avvenuto l’attacco di cuore.

Ci sono considerazioni da fare al riguardo di quanto è pericoloso vivere in questa società, specie se ci sono le condizioni che ho appena descritto. Le persone che si sentono minacciate, svilite, sfruttate, defraudate, insicure possono ammalarsi, anche molto seriamente, ma la medicina convenzionale non riesce a capire come, limitandosi a curare i sintomi senza chiedersi cosa significhino e solo quando il paziente è molto sintomatico. La medicina odierna punta solo a tacitare i sintomi, a far tacere il grido di allarme che si manifesta con i disagi di salute sempre più indefinibili e indefiniti, eppure la gente continua a stare male e sempre di più.
Non sarebbe ora di chiedersi dove sta sbagliando?
Non sarebbe ora che la medicina sia l’artefice attiva della salute comune e societaria?
È arrivato il momento o no, per cui la medicina prenda le difese dell’umanità contro un sistema economico e politico palesemente portatore di malattie e disperazione?
Quanto tempo dobbiamo aspettare per vedere la medicina prendersi cura dei pazienti e non solo degli interessi di chi guadagna sulla “malattia”?

•• Terza Legge Biologica – Comportamenti dei tessuti e foglietti embrionali ••
“I tessuti organici si comportano diversamente in base alla loro appartenenza embrionale”

Questa legge è quella più complicata, specie per chi non ha nozioni di embriologia. Il punto è che l’essere umano è il prodotto di una evoluzione animale che può essere fatta risalire a circa un miliardo di anni fa. Nel corso dei vari passaggi evoluzionistici gli esseri viventi si sono dotati di tessuti e strutture adatti a svolgere specifiche funzioni. Questi tessuti/organi si sono collocati nelle loro rispettive parti per adempiere nel miglior modo a fare cosa? A garantire la sopravvivenza, la riproduzione e l’evoluzione del singolo individuo.
I tre foglietti embrionali, che si formano nelle prime fasi dello sviluppo intrauterino, rappresentano la base germinativa da cui originano i tessuti e quelli che appartengono ad uno specifico foglietto sono carichi delle informazioni che derivano proprio dalla evoluzione e dalle ragioni per cui si è formato quel foglietto germinativo. Questo fa si che il corpo abbia una precisa struttura, gli organi abbiano specifiche funzioni e queste strutture hanno anche precise indicazioni riguardanti l’agire in specifiche situazioni, che vengono comunicate loro dal computer centrale, il cervello.
In termini più semplici l’osso deriva dal foglietto mesodermico e si comporta da osso, non può fare la mucosa esofagea o il miometrio, o il parenchima epatico.
Questa conoscenza è assai importante soprattutto quando si parla di malattia. Se una persona vive una DHS con la comparsa di un conflitto di svalutazione (ovvero il valore emozionale indica che la persona non si sente in grado di affrontare il problema e si sente schiacciato) la Natura fa in modo che le strutture di supporto (ossa) siano rinforzate con la produzione di osso più forte che sia in grado di reggere il peso. Questo fa si che se la persona mostra una rarefazione ossea – condizione per la quale la medicina ufficiale non riesce a indicarne la causa specifica, formulando ipotesi, teorie e possibilità – non potrà aver subito un conflitto del boccone (tipico delle strutture endodermiche), ma un conflitto da svalutazione le cui cause dovranno poi essere cercate e risolte, se ancora non lo sono state.
Questa conoscenza delle differenze tissutali sono li a smentire la teoria delle metastasi, come ho già critto in un altro post.
Se la medicina convenzionale accettasse ciò che la Natura ha elaborato in un miliardo (mille milioni) di anni, non starebbe ancora li a scrivere nei libri che, della maggior parte delle malattie, non si conosce la causa. Le cause si possono conoscere eccome, solo che bisogna spingersi nell’indefinito mondo della soggettività delle singole persone e se c’è una cosa che la medicina convenzionale non fa, ormai da molto tempo, è quella di valutare le singolarità delle persone. Per la medicina siamo tutti uguali, siamo stati prodotti in fabbrica e dobbiamo uniformarci. Un atteggiamento assolutamente esecrabile e indegno.

•• Quarta Legge Biologica ••
“L’importanza dei microbi”

Questa è invece la legge più derisa e contestata, che dimostra come la medicina e la biologia non abbiano capito tutto della questione microbica. La Quarta Legge Biologica indica nei microbi (batteri, funghi, virus) degli agenti biologici in grado di aiutare l’organismo a completare specifiche azioni e funzioni in altrettanto specifici ambiti e condizioni. I microbi hanno l’importante funzione di demolire i tessuti prodotti in eccedenza (eccedenza che, si badi bene, non è casuale o caotica, ma dotata di specifici obiettivi da raggiungere e comunque sottoposti al controllo cerebrale) quando la loro funzione non sia più necessaria. Altri microbi, invece, partecipano alla ricostruzione dei tessuti persi (perdita, si badi bene, attuata per specifiche finalità e comunque sempre controllata dal cervello) quando sia richiesta la loro ricostituzione.
Ora, perché la medicina ce l’ha tanto con i batteri e con chi ne difende esistenza e diritto alla vita?
Semplicemente perché li rinviene nei tessuti del paziente che si fa visitare perché sta poco bene!
Ma trovare i batteri nell’essere umano non dovrebbe essere motivo per credere che siano lì solo per fare del male. Il metodo riduzionistico, usato dalla medicina per spiegare le malattie e curarle, dice che siccome in molti malati che hanno la febbre si trova un qualche agente microbico, si conclude che siano i microbi rinvenuti a dare la febbre. È un po’ poco per sostenere la “malvagità” dei microbi.
Solo perché non si riesce a capire che finalità biologiche abbiano i batteri, che si rinvengono in luoghi di solito non da essi frequentati, si sentenzia che sia ingiusto che ci siano e che debbano essere sterminati. Tipico atteggiamento da conquistadores, da Santo Uffizio, da dittatori. Come dire: “Siccome non ti conosco, ti uccido!”
La scienza sostiene che gli antibiotici curano i malesseri delle persone, le cosiddette infezioni. Vero!
Ma la NMG non sostiene che non sia vero, solo che sa darne una spiegazione, sa usare gli antibiotici quando veramente servono, non a prescindere o “a pioggia”.
La scienza dimostra che le persone muoiono di infezione. Non del tutto vero!

Se i batteri sono così pericolosi, perché non moriamo tutti?
La scienza risponde affermando che le persone deboli e ceppi batterici molto virulenti possono essere la causa di morte. Ma perché queste persone siano deboli non è dato sapere, ne è dato conoscere le ragioni per cui, ad un certo punto, dei microbi diventino così cattivi da ammazzare una persona, ammesso che siano proprio i microbi ad uccidere la persona.
A queste domande, senza risposta, si preferisce far uso di antibiotici e antibatterici con troppa leggerezza, si preferisce stimolare un sistema immunitario anche senza effettive condizioni di allarme. Si fanno queste cose perché NON SI SA MAI (nel senso che non si conoscono le ragioni della presenza dei microbi e delle loro azioni/funzioni).

I batteri esistono da prima che noi ci affacciassimo su questo pianeta, qual volontà delirante avrebbe cercato di produrre un essere complesso e sofisticato come l’uomo, senza dotarlo di capacità di adattamento alla presenza dei microbi ed alla simbiosi con essi? Se loro vivono dentro di noi, noi viviamo anche grazie a loro, nel bene e anche nella malattia.
I microbi hanno una straordinaria capacità di evolvere, di salvare se stessi anche in presenza di antibiotici, lo si vede costantemente e sempre più con la nascita di ceppi che la chimica non riesce nemmeno a disturbare con antibiotici e antibatterici, i quali sono però in grado di uccidere la persona intera. A nessuno di questi “scienziati” è mai venuto in mente che la enorme Natura sta cercando di salvare anche i microbi, per mantenere fede ad un disegno preordinato, di cui anche noi facciamo parte? O credono che solo noi abbiamo il diritto e le capacità di stare al mondo?
Un miliardo di anni di evoluzione della vita non può essere svelata facilmente e velocemente. I meccanismi con cui il nostro corpo (cervello) comunica con gli altri esseri viventi, non sono totalmente conosciuti e forse è meglio che rimangano ignoti. La Natura ci ha creati dopo i microbi, ci deve essere un motivo e uno scopo per tutto questo, ma il fatto di non conoscere queste ragioni, non significa che non ci siano. La Natura ci ha messo molti milioni di anni per porci su questa Terra, ci ha donato questo corpo e questa vita, siamo proprio sicuri di aver capito come si gestisce questo enorme dono? A questo punto, io credo di no.

•• Quinta Legge Biologica ••
“La Quintessenza”

Questa è la legge che fa impazzire i detrattori della NMG e fa arrabbiare chi è malato.
La “malattia”, o per meglio dire l’SBS, ha un senso, una ragione ed una finalità. Ma andiamo per gradi.
Quando la medicina era agli albori, non conosceva le ragioni delle malattie e si limitava a dare agli Dei la colpa, sostenendo che erano arrabbiati, che gli si era fatto un torto e via dicendo. Quando da politeisti siamo diventati monoteisti, la colpa ricadeva solo su un Dio, poi alcuni papi e teologi sostennero con forza che Dio è comunque superiore e che non ha mai la colpa di alcunché. Se l’uomo stava male la colpa era sua. Ma apparve subito palese che la maggior parte dei malati non poteva essere incolpato della propria malattia e quale miglior soluzione poteva trovarsi, di quella di addossare la colpa al demonio?

Il “Maligno” era divenuto l’artefice di tutte le nefandezze, di tutti i dolori e di tutte le pene. Fantastico! Era la soluzione che metteva a posto tutti, popolino ignorante, medici incapaci, preti avidi e chiesa interessata.
Questa “demonizzazione” della malattia è durata per circa duemila anni, diciamo dalla venuta di Cristo ad oggi.
Quando la medicina è divenuta “scientifica”, ha voluto scrollarsi di dosso i cordoni culturali che la legavano al potere religioso. Si è voluta liberare della comoda e convincente eziologia satanica delle malattie, ma nonostante le spasmodiche ricerche di cause non legate all’azione demoniaca, non cambiò molto nel capitolo “Causis morborum” dei libri di medicina. Rimanevano cause incerte, ipotesi, vaghezze, dicerie e le più improbabili combinazioni tra queste. Allora come risolvere il problema delle cause delle malattie?
A qualcuno è venuto in mente l’errore della Natura, lo sbaglio, il pezzo nato fallato, la malattia autoimmune, gli anticorpi che se la pigliano con il corpo stesso, il caos immunitario, i raggi solari, gli alimenti, l’alterazione genetica, il gene maligno (il ritorno di una vecchia fiamma, a quanto pare!)
Questo atteggiamento è così tanto inculcato nella gente di oggi, che credo che la maggior parte della popolazione accetterebbe di buon grado il risanamento genetico per se e per i propri figli. Non si chiedono il perché delle cose, accettano quello che la scienza dice loro, accettano acriticamente il messaggio che dice loro che sono sbagliati o che potrebbero esserlo.
È una follia paranoide di gravità estrema.
Convinti della fallacità della Natura, la gente non accetta assolutamente l’idea che la malattia abbia un senso, una ragione ed una finalità, anche se questa fosse il miglioramento di se per via naturale ed è proprio questo il messaggio della malattia, farci fare un passo in avanti nell’evoluzione.
La Quinta Legge Biologica parla di questo.
Nessuna forma di vita ha mai fatto un passo in avanti nella evoluzione, senza prima rischiare di morire … lo stesso vale per noi.
Giustamente si obietta che noi viviamo oggi e vogliamo star bene in questa vita, non in quella di un futuro prossimo. Vero!
Ma la vita è fatta di lotte, di conquiste, di tanti passi indietro per farne anche solo uno in avanti; è il ritornello della sinfonia della nostra vita su questo pianeta. Essere sfidati, lottare, soffrire, vincere o morire. Se non ci fossero le lotte per il prossimo obiettivo, potremmo evolvere? La nostra vita potrebbe migliorare? Se non volete lottare per migliorare la vostra vita, perché non vi accontentate di quello che avete?
C’è chi ha provato a far vivere la gente in una condizione di mancanza di miglioramento, la storia dell’uomo ne è piena. Che fine hanno fatto?
Ammalarsi significa aver sostenuto la lotta e patire gli esiti, ma se si guarisce, se si guarisce davvero (che non vuol dire avere messo a tacere i sintomi), si è raggiunto quell’obiettivo per cui c’è stata donata la vita, creare altra vita, migliore e più forte (che non significa solo avere la Ferrari e la villa a Malibù, o scoparsi le più belle donne del mondo o avere i gioielli e le scarpe più chic).

Ammalarsi fa star male, ma è proprio in prossimità della fine che c’è evoluzione. Se non si vuole lottare, c’è un solo esito: la morte!

Ho finito e forse sono stato troppo prolisso, ma non potevo liquidare il mio pensiero e la maestosità delle Cinque Leggi Biologiche con quattro parole e mezze esposizioni.
Buona vita (anche nella malattia) e tenete sempre a mente una cosa: “Se siamo qui, è perchè ci siamo riusciti!”

Fonte: blogtre.wordpress.com

Bibliografia essenziale di Beltrammi:

La natura non crea sfigati

Di Giorgio Beltrammi

Testo divulgativo che tratta della Medicina di Hamer, la famosa e assurdamente contestata Medicina Biologica. Il potere della Natura di mantenere in vita i propri figli, sveltao in un'opera leggera, breve, chiara ed alla portata di tutti.

sabato 23 febbraio 2013

Ballando nudi nel campo della mente


"Quando nel 1984 sentii dire per la prima volta che il francese Luc Montagnier, dell'"Istituto Pasteur", e Robert Gallo, dell'"America's National Institutes of Health", avevano scoperto indipendentemente l'uno dall'altro che il retrovirus Hiv - Human Immunodeficiency Virus - era la causa dell'Aids, accettai il dato come una qualsiasi evidenza scientifica. Il problema non riguardava strettamente il mio settore, la biochimica, e loro erano esperti di retrovirus.

Quattro anni più tardi, stavo lavorando come consulente con gli "Specialty Labs" di Santa Monica: stavamo cercando il modo di utilizzare la "PCR" per individuare i retrovirus nelle migliaia di donazioni di sangue che la "Croce Rossa" riceveva ogni giorno. Stavo scrivendo un rapporto sull'andamento dei lavori, destinato allo sponsor del progetto, e cominciai affermando che "L'Hiv è la probabile causa dell'Aids". Chiesi a un virologo dello "Specialty" dove avrei potuto trovare elementi che confermassero il fatto che l'Hiv era la causa dell'Aids.

"Non ne hai bisogno", mi fu risposto. "E' una cosa che sanno tutti.". "Mi piacerebbe citare qualche dato": mi sentivo ridicolo a non conoscere la fonte di una scoperta così importante.

Sembrava che tutti gli altri la sapessero. "Perché non citi il rapporto del Cdc?" mi suggerì, mettendomi in mano una copia del rapporto periodico sulla morbilità e la mortalità del "Center for Disease Control". Lo lessi. Non si trattava di un articolo scientifico. Si limitava ad affermare che era stato identificato un organismo, ma non spiegava come. Invitava i medici a informare il Centro ogni qual volta si trovassero di fronte a pazienti che presentassero determinati sintomi, e a testarli per individuare la presenza di anticorpi per questo organismo.

Il rapporto non faceva riferimento alla ricerca originale, ma questo non mi sorprese. Era destinato ai medici che non avevano bisogno di conoscere la fonte delle informazioni. Dal loro punto di vista, se il "Cdc" ne era convinto, doveva esistere, da qualche parte, la prova che era l'Hiv a provocare l'Aids. Di solito si considera una prova adeguata dal punto di vista scientifico un articolo pubblicato su una rivista scientifica attendibile. Al giorno d'oggi le riviste sono stampate su carta patinata, piene di fotografie, di articoli scritti da giornalisti professionisti, e ci sono anche foto di ragazze che reclamizzano prodotti che potrebbero essere utili in laboratorio.

A fare pubblicità sono aziende che offrono prodotti utili agli scienziati, o che producono farmaci che i medici dovranno prescrivere. Tutte le riviste importanti contengono pubblicità. E di conseguenza, tutte hanno qualche rapporto con le aziende.

Gli scienziati propongono gli articoli per descrivere le proprie ricerche. Per la carriera di uno scienziato è fondamentale scrivere articoli che descrivano il proprio lavoro e riuscire a farli uscire: non avere articoli pubblicati sulle riviste più quotate è una perdita di prestigio.

Ma gli articoli non possono essere proposti fino a quando gli esperimenti che ne supportano le teorie non siano conclusi, e non siano stati valutati. Le riviste più importanti chiedono addirittura di riportare, direttamente o attraverso citazioni, tutti i dettagli degli esperimenti, in modo che altri ricercatori possano ripeterli esattamente e vedere se ottengono gli stessi risultati.

Se le cose vanno diversamente, questo viene reso pubblico, e il conflitto deve essere risolto in modo che, quando la ricerca verrà ripresa, si sappia con certezza da che punto si riparte. Le più qualificate tra le principali riviste hanno un sistema di revisione. Quando un articolo viene proposto per la pubblicazione, il Direttore lo spedisce in copia ad alcuni colleghi dell'Autore perché lo verifichino: essi sono i revisori. I Direttori sono pagati per il loro lavoro, i revisori no, ma il loro compito gli dà potere, il che fa piacere alla maggior parte di loro.

Feci qualche ricerca sul computer. Né Montagnier né Gallo, né altri avevano pubblicato articoli descrivendo esperimenti che portassero alla conclusione che probabilmente l'Hiv provocava l'Aids. Lessi gli articoli pubblicati su "Science", che li avevano resi famosi come "i medici dell'Aids", ma tutto quello che c'era scritto era che avevano trovato, in alcuni pazienti affetti da Aids, tracce di una precedente infezione da parte di un agente patogeno che probabilmente era Hiv. Avevano scoperto degli anticorpi. Ma gli anticorpi contro determinati virus erano sempre stati considerati segno di malattie precedenti non di malattie in corso.

Gli anticorpi indicavano che il virus era stato sconfitto, e il paziente era salvo. In questi articoli non si diceva affatto che questo virus provocava una malattia. Non risultava che tutte le persone che avevano anticorpi nel sangue fossero malate. E in effetti erano stati trovati anticorpi nell'organismo di individui sani.

Se Montagnier e Gallo non erano riusciti a trovare questo genere di prove, perché i loro articoli erano stati pubblicati, e perché avevano discusso così duramente per attribuirsi il merito della loro scoperta?

C'era stato un incidente internazionale quando Robert Gallo del "NIH" aveva dichiarato che un campione di Hiv inviatogli da Luc Montagnier, dell'"Istituto Pasteur" di Parigi, non si era poi sviluppato nel suo laboratorio. Altri campioni raccolti da Gallo e dai suoi collaboratori da potenziali pazienti affetti da Aids, invece, si erano sviluppati.

Basandosi su questi campioni Gallo aveva brevettato un test per l'Aids, e l'"Istituto Pasteur" l'aveva citato in giudizio. Alla fine il tribunale dette ragione al Pasteur, ma nel 1989 si era ancora in una situazione di stallo, e i due istituti si dividevano i profitti. Esitavo a scrivere che "L'Hiv è la probabile causa dell'Aids", fino a quando non avessi trovato delle prove, già pubblicate, che lo confermassero. La mia affermazione era molto limitata: nella mia richiesta di fondi non volevo sostenere che il virus fosse indubbiamente la causa dell'Aids, stavo solo cercando di dire che era probabile che lo fosse, per motivi a noi noti.

Decine di migliaia di scienziati e ricercatori stavano spendendo ogni anno miliardi di dollari per ricerche che si basavano su quest'idea. La ragione di tutto questo doveva pur essere scritta da qualche parte, altrimenti tutta questa gente non avrebbe permesso che le proprie ricerche si concentrassero su un'ipotesi cosi ristretta.

All'epoca tenevo conferenze sulla "PCR" a un infinità di convegni. E c'era sempre gente che parlava dell'Hiv. Chiesi loro su cosa si basasse la certezza che era questo virus a provocare l'Aids. Tutti avevano una qualche risposta, a casa, in ufficio, o in un qualche cassetto. Tutti lo sapevano, e mi avrebbero mandato la documentazione appena fossero tornati a casa. Ma non mi arrivò mai nulla: nessuno mi mandò mai una spiegazione di come l'Hiv provocasse l'Aids.

Alla fine, ebbi l'opportunità di porre questa domanda a Montagnier, quando tenne una conferenza a San Diego in occasione dell'inaugurazione dell'"UCSD Aids Research Center", ancora oggi diretto dall'ex moglie di Robert Gallo, la Dottoressa Flossie Wong-Staal. Sarebbe stata l'ultima occasione in cui avrei posto questa domanda senza perdere la pazienza. La risposta di Montagnier fu un suggerimento: "Perché non cita il rapporto del CDC?". "L'ho letto", dissi, "ma non risponde realmente alla domanda se l'Hiv sia la probabile causa dell'Aids, vero?". Montagnier ne convenne: ero molto seccato. Se neanche lui sapeva la risposta, chi diavolo l'avrebbe potuta sapere?

Una sera ero in macchina per recarmi da Berkeley a La Jolla, quando ascoltai, sulla "National Public Radio" un'intervista a Duesberg, famoso virologo di Berkeley. Finalmente capii perché era tanto difficile trovare le prove che mettevano in rapporto l'Hiv e l'Aids: Duesberg affermava che prove del genere non esistevano. Nessuno aveva mai dimostrato che l'Hiv causasse l'Aids. L'intervista durava circa un ora e mi fermai per non perdermi niente.

Avevo sentito parlare di Peter quando frequentavo la specializzazione a Berkeley. Mi era stato descritto come uno Scienziato veramente in gamba, che era riuscito a mappare una particolare mutazione in un singolo nucleotide di quello che sarebbe stato successivamente definito un oncogene. Negli anni Sessanta, era una vera impresa.

Peter andò avanti sviluppando la teoria secondo la quale gli oncogeni potrebbero essere introdotti nell'organismo umano da virus e provocare il cancro. L'idea ebbe successo, e diventò una seria base teorica della ricerca che venne finanziata con lo sfortunato nome di "Guerra al cancro". Peter fu eletto "Scienziato Californiano dell'anno". Ma invece di dormire sugli allori, li incendiò.

Riuscì a trovare punti deboli alla sua stessa teoria e annunciò ai suoi stupitissimi colleghi, che stavano dandosi da fare per trovarne la dimostrazione sperimentale, che era molto improbabile che ci riuscissero. Se volevano combattere il cancro, le loro ricerche avrebbero dovuto essere indirizzate in altra direzione. Ma loro, forse perché erano più interessati a combattere la loro povertà piuttosto che il cancro, o semplicemente perché non riuscivano ad affrontare i propri errori, continuarono a lavorare per dieci anni, senza alcun risultato sull'ipotesi dell'oncogene virale.

E non riuscirono a cogliere l'ironia della situazione: più aumentava la loro frustrazione, più se la prendevano con Duesberg per aver messo in discussione la propria teoria e le loro assurdità. La maggior parte di loro non aveva imparato molto di quello che io definisco Scienza. Erano stati addestrati ad ottenere finanziamenti governativi, assumere persone per fare ricerche e scrivere articoli che di solito si concludevano affermando che le ricerche dovevano essere ulteriormente approfondite, preferibilmente da loro, con denaro di qualcun altro. Uno di questi era Bob Gallo.

Gallo era stato amico di Peter. I due avevano lavorato per lo stesso dipartimento del "National Cancer Institute". Tra le migliaia di scienziati che si erano impegnati inutilmente per assegnare a un virus un ruolo determinante nello sviluppo del cancro, Bob era stato l'unico tanto zelante da affermare di esserci anche riuscito.

Nessuno prestò alcuna attenzione alla cosa, perché aveva dimostrato solo una relazione sporadica e molto debole tra gli anticorpí contro un innocuo retrovirus definito "Htlv 1" e un insolito tipo di tumore individuato principalmente su due delle isole meridionali del Giappone. Nonostante la sua mancanza di gloria come scienziato, Gallo era riuscito a scalare agevolmente le gerarchie, mentre Duesberg, nonostante le sue capacità, le aveva scese. Quando si cominciò a parlare di Aids, fu a Gallo che si rivolse Margaret Heckler quando il presidente Reagan decise che ne aveva abbastanza di tutti quegli omosessuali che manifestavano davanti alla Casa Bianca. La Heckler era il Ministro per l'Istruzione, la Sanità e il Welfare e quindi il capo supremo dell'"NIH".

Bob Gallo aveva un campione di virus che Montagnier aveva trovato in un linfonodo di un arredatore gay parigino malato di Aids. Montagnier aveva spedito il campione a Gallo perché lo valutasse, e questi se ne era impossessato allo scopo di sfruttarlo per la propria carriera.

Margaret convocò una conferenza stampa e presentò il dottor Robert Gallo, che si sfilò lentamente gli occhiali da sole e annunciò alla stampa mondiale: "Signori, abbiamo trovato la causa dell'Aids.". Tutto qui. Gallo e la Heckler annunciarono che entro un paio di anni sarebbero stati disponibili un vaccino e una terapia. Eravamo nel 1984. Tutti gli ex cacciatori di virus del "National Cancer Institute" cambiarono le targhette sulla porta dei loro laboratori e diventarono esperti di Aids, Reagan, stanziò all'incirca un miliardo di dollari, tanto per cominciare, e da un momento all'altro chiunque potesse rivendicare una specializzazione medico-scientifica di qualche genere, e si fosse trovato senza molto da fare fino a quel momento, trovò un impiego a tempo pieno. Che mantiene tutt'oggi.

Il nome "Human Immunodeficiency Virus" fu creato da un comitato internazionale, nel tentativo di risolvere la disputa tra Gallo e Montagnier, che avevano dato al virus nomi diversi. Fu una prova di scarsa lungimiranza, e un errore che vanificò qualsiasi tentativo di indagare sulla relazione causale tra la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) e il virus dell'immunodeficienza umana.

Duesberg, intervenendo dalle retrovie, sottolineò saggiamente sugli Atti della "National Academy of Science" che non c'erano prove attendibili sul coinvolgimento del nuovo virus. Ma fu completamente ignorato, i suoi articoli furono rifiutati, e comitati composti da suoi colleghi cominciarono a mettere in dubbio che fosse necessario continuare a finanziare le sue ricerche. Alla fine, con quello che deve essere considerato un gesto di incredibile arroganza e disprezzo nei confronti della correttezza scientifica, un comitato di cui faceva parte Flossie Wong-Staal, che ormai era schierata apertamente contro Duesberg, decise di non rinnovare a Peter il "Distinguished Investigator Award", escludendolo così dai fondi destinati alla ricerca. In questo modo, Duesberg era meno pericoloso per il crescente establishment Aids: non sarebbe più stato invitato a intervenire a convegni organizzati dai suoi ex colleghi.

Conviviamo con un numero incommensurabile di retrovirus. Sono dappertutto, e probabilmente sono vecchi almeno quanto la razza umana: fanno parte del nostro genoma. Ne riceviamo alcuni dalle nostre madri, sotto forma di nuovi virus, particelle virali infettive che migrano dalla madre al feto. Altri da entrambi i nostri genitori, insieme ai geni. Alcune delle sequenze del nostro genoma sono fatte di retrovirus.

Il che significa che possiamo produrre, e in alcuni casi produciamo effettivamente, le nostre particelle retrovirali. Alcune di loro possono somigliare all'Hiv, ma nessuno ha dimostrato che abbiano mai ucciso qualcuno.

Ci deve essere una ragione che giustifichi la loro esistenza: una porzione quantificabile del nostro genoma contiene sequenze retrovirali umane endogene. C'è chi sostiene che alcune porzioni di DNA sono inutili, ma ha torto. Se nei nostri geni c'è qualcosa, ci deve essere una ragione. Il nostro organismo non permette che si sviluppino elementi inutili. Ho cercato di inserire sequenze geniche irrilevanti in organismi semplicissimi come i batteri, ma se non hanno ragion d'essere gli organismi se ne liberano. E voglio sperare che il mio corpo, quando si tratta di DNA, sia intelligente almeno quanto un batterio.

L'Hiv non è saltato fuori all'improvviso dalla foresta pluviale o da Haiti. E' semplicemente finito nelle mani di Bob Gallo, nel momento in cui lui aveva bisogno di una nuova carriera. Ma stava lì da sempre: nel momento in cui si smette di cercarlo solo per le strade delle grandi città, ci si accorge che l'Hiv è sporadicamente distribuito ovunque.

Se l'Hiv fosse stato lì da sempre, e fosse trasmissibile da madre a figlio, non avrebbe senso cercare gli anticorpi nell'organismo della madre di chiunque risulti Hiv-positivo, specialmente se l'individuo non mostra segni di malattia?

Immaginatevi un ragazzo nel cuore degli Stati Uniti, il cui sogno è arruolarsi in aviazione dopo la laurea e fare il pilota. Non ha mai usato droghe, e per tutto il liceo ha avuto la stessa fidanzatina, con la quale ha tutte le intenzioni di sposarsi. A insaputa sua, e di chiunque altro, ha anche degli anticorpi per l'Hiv, che ha ereditato dalla madre, tuttora viva, quando era nel suo ventre. E' un ragazzo sano, e la cosa non gli ha mai creato alcun problema, ma quando l'aviazione lo sottopone al test di routine per l'Hiv le sue speranze e i suoi sogni crollano. Non solo la sua richiesta di arruolamento viene respinta: sulla sua testa pesa anche una sentenza di morte.

Il "Cdc" ha definito l'Aids come una tra più di trenta malattie connesse a un risultato positivo al test per individuare gli anticorpi per l'Hiv. Ma queste stesse malattie non vengono definite Aids, se non si individuano gli anticorpi.

Se una donna Hiv-positiva sviluppa un tumore all'utero, ad esempio, la si considera malata di Aids. Un Hiv-positivo con la tubercolosi ha l'Aids, mentre se risulta negativo al test ha solo la tubercolosi. Se vive in Kenya o in Colombia dove il test per l'Hiv è troppo costoso, ci si limita a presumere che abbia gli anticorpi, e quindi l'Aids. In questo modo può essere curato in una clinica dell'"OMS", che in alcuni posti è l'unica forma di assistenza medica disponibile. E' gratuita, dato che i Paesi che finanziano l'"OMS" hanno paura dell'Aids. Se lo consideriamo come un'opportunità per diffondere l'assistenza medica nelle aree dove vive povera gente, l'Aids è stato una fortuna. Non li avveleniamo con l'"Azt" come facciamo con i nostri concittadini, perché costerebbe troppo. Forniamo loro le cure per una ferita da machete sul ginocchio sinistro, e la chiamiamo Aids.

Il "Cdc" continua ad aggiungere nuove malattie alla definizione generale dell'Aids: praticamente hanno manipolato le statistiche per far sì che la malattia appaia in continua diffusione.

Nel 1993, ad esempio, il "Cdc" ha enormemente allargato la definizione di Aids. Una scelta gradita alle autorità locali, che grazie al "Ryan White Act" (una legge approvata nel 1990 che garantisce assistenza ai malati di Aids, N.d.T.) ricevono dallo Stato 2500 dollari all'anno per ogni caso di Aids segnalato. Nel 1634 Galileo fu condannato a trascorrere gli ultimi otto anni della sua vita agli arresti domiciliari per avere scritto che la terra non è il centro dell'universo ma, al contrario, ruota attorno al sole. Fu accusato di eresia, perché sosteneva che un dato scientifico non dovrebbe avere niente a che vedere con la fede.

Tra qualche anno, il fatto che noi abbiamo accettato la teoria secondo la quale l'Aids sarebbe causata dall'Hiv sembrerà una sciocchezza, come a noi sembrano sciocche le autorità che hanno scomunicato Galileo.

La scienza, così come è praticata oggi nel mondo, ha ben poco di scientifico. E ciò che la gente chiama "Scienza", probabilmente, non è molto diverso da quello che veniva chiamato Scienza nel 1634. A Galileo fu chiesto di ritrattare le sue convinzioni, altrimenti sarebbe stato scomunicato. E chi rifiuta di accettare i comandamenti imposti dall'establishment dell'Aids si sente dire più o meno la stessa cosa: "Se non accetti il nostro punto di vista, sei fuori.".

E' una delusione vedere come tanti scienziati si siano rifiutati nel modo piu' assoluto di esaminare in modo obiettivo e spassionato i dati disponibili. Varie autorevoli riviste scientifiche hanno rifiutato di pubblicare una dichiarazione con cui il "Gruppo per la Rivalutazione Scientifica dell'Ipotesi Hiv/Aids" si limitava a chiedere "un'attenta verifica degli elementi disponibili a favore o contro questa ipotesi".

Affrontai pubblicamente questo tema per la prima volta a San Diego, nel corso di un convegno dell'"American Association for Clinical Chemists". Sapevo che mi sarei trovato tra amici, e dedicai all'Aids una piccola parte di un lungo intervento, non più di un quarto d'ora. Dissi come la mia incapacità di trovare una qualsiasi prova avesse stuzzicato la mia curiosità.

Più ne sapevo, più diventavo esplicito. Non potevo rimanere in silenzio: ero uno scienziato responsabile, ed ero convinto che ci fossero persone che venivano uccise da farmaci inutili. Le risposte che ricevevo dai miei colleghi variavano da una blanda accettazione a un esplicito astio. Quando fui invitato a Toledo dalla "European Federation of Clinical Investigation", per parlare della "PCR", dissi loro che avrei preferito parlare dell'Hiv e dell'Aids. Non credo che, quando accettarono, avessero capito esattamente in che cosa si stavano cacciando.

Ero arrivato a metà del mio intervento quando il Presidente della società mi interruppe bruscamente, suggerendomi di rispondere alle domande del pubblico. Il suo atteggiamento mi sembrò molto sgarbato, e assolutamente inappropriato, ma, che diavolo, avrei risposto alle domande. Lui aprì il dibattito, e poi decise che avrebbe posto la prima domanda personalmente. Mi rendevo conto che mi stavo comportando da irresponsabile? Che la gente che mi sentiva parlare avrebbe potuto smettere di usare profilattici? Risposi che le statistiche, piuttosto attendibili, prodotte dal "Cdc" mostravano che, almeno negli Stati Uniti, i casi di tutte le malattie veneree conosciute erano in aumento, il che dimostrava che la gente non usava i profilattici, mentre i casi di Aids, attenendosi alla definizione originaria della malattia, erano in diminuzione. E quindi, no, non ritenevo di essere un irresponsabile. Il Presidente decise che poteva bastare, e interruppe bruscamente l'incontro.

Quando affronto questo argomento, la domanda che mi viene posta è sempre la stessa: "Se non e' l'Hiv a provocare l'Aids, allora che cos'è?". La risposta è che non so rispondere a questa domanda, più di quanto sappiano farlo Gallo o Montagnier. Il fatto che io sappia che non c'è alcuna prova che l'Hiv provochi l'Aids non fa di me un'autorità sulle cause reali della malattia.

E' indiscutibile che, se una persona ha contatti molto intimi con un gran numero di individui, il suo sistema immunitario è destinato a entrare in contatto con un gran numero di agenti infettivi. Se una persona ha trecento contatti sessuali all'anno - con persone che a loro volta hanno trecento contatti sessuali all'anno - questo significa che ha novantamila possibilità in più di contrarre un infezione rispetto a una persona che ha una relazione monogamica.

Pensate al sistema immunitario come a un cammello: se lo caricate troppo, stramazza. Negli anni Settanta c'era un numero rilevante di uomini che si spostavano di frequente e avevano uno stile di vita promiscuo, condividendo fluidi corporei, droghe e una vita spericolata.

E' probabile che un omosessuale che viveva in una grande città fosse esposto praticamente a qualsiasi agente infettivo che avesse mai vissuto su un organismo umano. In effetti, se uno dovesse organizzare un piano per raccogliere tutti gli agenti infettivi esistenti sul pianeta, potrebbe costruire dei bagni turchi e invitare gente molto socievole a frequentarli. Il sistema immunitario reagirebbe, ma sarebbe stroncato dal numero degli avversari.

Il problema scientifico si mescola con quello morale. Ma quello che sto dicendo non ha niente a che vedere con la morale. Non parlo di "punizione divina" o di altre assurdità. Un segmento della nostra società stava sperimentando uno stile di vita, e le cose non sono andate come previsto. Si sono ammalati. Un altro segmento della nostra società così pluralista, chiamiamoli medici/scienziati reduci della guerra perduta contro il cancro, o semplicemente sciacalli professionisti, hanno scoperto che funzionava.

Funzionava per loro. Stanno ancora pagandosi le loro "BMW" nuove con i nostri soldi.

Tratto da: Ballando Nudi nel Campo della Mente di Kary Mullis:

Nobel per la chimica nel 1993, Kary Mullis è divenuto una leggenda per la scoperta della PCR (Polymerase Chain Reaction), una tecnica che ha rivoluzionato il mondo della chimica e della genetica.
Scienziato dalle curiosità senza limiti, Mullis si è spesso scontrato con le posizioni «ortodosse» della scienza, rifiutando di accettare qualsiasi teorema fondato su prove di seconda mano o testimonianze indirette.
Un genio della chimica che ha comunicato al mondo, senza falsi veli, canalizzazioni o altro, quello che realmente ha scoperto nella sua esperienza di scienziato e nella contemporaneità della vita di uomo che se giudicata da canoni educativi e sociali limitanti può sembrare confusionale. Un libro che apre ed introduce a domande profonde alle quali ogni persona ha il dovere di rispondere attraverso la personale ricerca, scelta ed esperienza. Un uomo/scienziato che dopo il Nobel per la Chimica, si è permesso di raccontare al mondo alcune scomode verità su AIDS e HIV e su altre interazioni tra il mondo del profitto e le attuali conoscenze.

Ballando Nudi nel Campo della Mente Voto medio su 3 recensioni: Da non perdere

giovedì 21 febbraio 2013

"Così, da medico, ho curato mia moglie da un tumore"


Carlo è un odontoiatra lombardo, ha 42 anni e 3 figli piccoli. Scoprì il metodo Di Bella quando la moglie rischiò di morire, nel 2009, dopo la diagnosi di cancro cerebrale invasivo (astrocitoma anaplastico), lo stesso tumore che stroncò Ted Kennedy...

Gioia Locati - Ven, 20/04/2012

Questa è la storia di un odontoiatra di 42 anni, Carlo, sposato e con 3 figli piccoli, che è riuscito a cambiare il suo destino. Davanti alla malattia della moglie - un tumore al cervello ad alto grado (astrocitoma anaplastico) che l’ha portata in fin di vita - lui si è comportato come il comandante saggio del Titanic (uno che non è mai esistito).
Ha azzeccato la manovra giusta, pur sfiorando l’iceberg letale. “Dovevo salvarla – dice ora che il tumore della moglie si è fermato – Ci tengo però a dire che se lei fosse morta io non sarei affondato: sono molto credente e sono convinto che Dio ci ami profondamente, anche nella malattia”.
Come vi siete accorti del tumore? (lo stesso che stroncò Ted Kennedy)“Nell’aprile 2009 mia moglie aveva 35 anni, ha avuto un attacco epilettico mentre lavorava. In ospedale le hanno trovato una lesione cerebrale, è stata operata dieci giorni dopo”.
Diagnosi?
“Astrocitoma anaplastico (il cancro delle cellule che sostengono i neuroni) al terzo grado. È un tumore maligno che cresce rapidamente anche se non dà metastasi. Il dramma è che non si riesce a rimuoverlo del tutto perché infiltra i tessuti sani vicini”.
E qual è la cura?“Radioterapia e chemioterapia prolungate nel tempo, la sopravvivenza a due anni è del 50% a cinque anni del 18%.”
Come trovarsi l’iceberg a un palmo dalla prua…Che avete fatto?“Il protocollo prevede 30 sedute di radioterapia e concomitante chemioterapia, si cerca di andare avanti il più possibile, il guaio è stato che dopo tre cicli di chemio mia moglie ha manifestato altissima tossicità al fegato e al sangue: non aveva più globuli rossi e bianchi, né piastrine. Neppure le trasfusioni le davano sollievo. A dicembre è entrata in uno stato cachettico (la condizione del malato terminale)… pensavamo non arrivasse a fine anno…Durante questa mia tragedia non dormivo più, studiavo ogni notte e in ogni pausa del giorno, avrò consultato centinaia di studi e decine di professionisti”.
Dove è approdato?
“Alla terapia Di Bella, innanzittutto: il dottor Achille Norsa ha pubblicato diversi ‘case report’ sui tumori cerebrali, l’ho consultato insieme a Giuseppe Di Bella e a Paolo Lissoni.”.
Quali effetti ha avuto la terapia Di Bella su sua moglie? “Ottimi. Oggi, a tre anni di distanza, lavora e si occupa della famiglia come prima di ammalarsi, il suo cancro non è andato avanti, è rarissimo che un tumore cerebrale di questo tipo resti immobile, gli esami però lo provano. Come dicevano i latini contra factum non datur argomentum, ossia, di fronte ai fatti non serve discutere. Quel che ho capito è che non si può pensare di arrestare un tumore senza la somatostatina (soffoca le cellule maligne, togliendo loro il nutrimento dei vasi sanguigni)."
Ha provato a dirlo a un oncologo tradizionale?“Durante il periodo delle cure i medici degli ospedali mi hanno sempre trattato come un deficiente, ora che vedono mia moglie viva e vegeta tacciono e la guardano come si guarda un fantasma. Ripetevano ‘che queste terapie non servono a nulla’, mentre io dico che se avessero letto Schally, Pollak, Lincoln forse qualche dubbio gli sarebbe venuto. Negli Usa è normale testare i farmaci off label, ossia i medicinali per uno scopo diverso da quello che è scritto sul bugiardino, è il caso della somatostatina e degli inibitori prolattinici usati da Di Bella contro i tumori ma anche di altre sostanze. Là si fa quando le cure tradizionali si rivelano inefficaci, da noi nemmeno è possibile immaginarlo”.
A proposito di altre sostanze, lei non ha curato sua moglie soltanto con il metodo Di Bella.“No. Ero deciso a provarle tutte. Ho impiegato anche altri due farmaci non riconosciuti in Italia. Il primo è CRM 197, scoperto dallo scienziato italiano Buzzi, è la parte non tossica della tossina difterica che provoca, nel malato di tumore, una cascata immunitaria (è in corso una sperimentazione in Giappone su donne con tumore ovarico)”.
Il secondo?E' un oncolitico (‘scioglie’ il cancro), si chiama virus di Newcastle, della famiglia dei virus responsabili dell’aviaria, è un ritrovato di un medico ungherese. In Germania questo prodotto è impiegato nelle cliniche e negli ospedali”.
Quindi ha acquistato i medicinali all’estero.
“Sì, entrambi. Non solo, ho dovuto anche farli somministrare all’estero, perché in Italia sono farmaci vietati”.
Ma non è rischioso mescolare tutte queste sostanze? “Certamente bisogna saperle usare, ci vuole un medico esperto. Quanto al mescolarle mi ero informato, sono adatte a sposarsi con la terapia Di Bella e al caso di mia moglie. La mia fortuna è che so leggere bene in inglese”.
Quindi lei non ci sa dire se il tumore di sua moglie si è stabilizzato per il metodo Di Bella o per le altre due terapie. “Francamente no. Ma non mi importa, quel che conta è che lei stia bene e faccia una vita normale”.
Avrà speso un sacco di soldi.
“Tanti. Sa qual è la tristezza? Che io ho potuto fare tutto questo (tradotto: curare la madre dei miei figli) perché: sono medico, ho studiato e non ho problemi economici, ma gli altri…?”
Per gli altri offre lo Stato…Ma è vero che lei ora fa il consulente gratis?
“E' l’effetto del passaparola, abito in un centro piccolo, ormai ho una discreta competenza sui tumori cerebrali, così la gente viene qui a chiedermi un parere e io per comodità, concentro le consulenze dopo il lavoro. L’ultima ora della giornata la passo così. È il minimo che possa fare dopo quello che ho ricevuto, è il mio modo di aiutare chi sta male”.
Fonte: www.ilgiornale.it

mercoledì 20 febbraio 2013

" Vaccinazioni pediatriche di massa, che senso hanno? " di Roberto Gava


27/01/2013
  La campagna nazionale di vaccinazioni pediatriche ha avuto dei graduali ma significativi cambiamenti negli ultimi due decenni.
 
Una volta le vaccinazioni obbligatorie erano solo 3, ma dal 1991 sono diventate 4 essendo stata resa obbligatoria la vaccinazione antiepatite B.
A partire dal 2001, però, al posto di questi 4 vaccini (contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B), senza alcuna legge dello Stato, si è imposta di fatto l’usanza di somministrare l’Esavalente che, oltre ai precedenti 4 vaccini, contiene anche quello contro pertossLa campagna nazionale di vaccinazioni pediatriche ha avuto dei graduali ma significativi cambiamenti negli ultimi due decenni.
Una volta le vaccinazioni obbligatorie erano solo 3, ma dal 1991 sono diventate 4 essendo stata resa obbligatoria la vaccinazione antiepatite B.
A partire dal 2001, però, al posto di questi 4 vaccini (contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B), senza alcuna legge dello Stato, si è imposta di fatto l’usanza di somministrare l’Esavalente che, oltre ai precedenti 4 vaccini, contiene anche quello contro pertosse e l’emofilo B.
Il vaccino Esavalente è sicuramente di comodo uso, ma è altrettanto sicuro? Gli studi pubblicati dall’Industria Farmaceutica sembrerebbero garantirlo, ma la letteratura scientifica indipendente denuncia che il rischio che un bambino ha di subire danni da vaccino è tanto maggiore quanto più il bambino è piccolo e tanto è maggiore il numero di vaccini somministrati contemporaneamente (cfr. il mio articolo “Pericolo esavalente: vaccino ritirato”).
Però ci si chiede: se lo Stato impone 4 vaccini, perché i genitori devono essere costretti, di fatto, a somministrarne 6? Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
Contemporaneamente a questi interventi, negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad una improvvisa abolizione della distinzione tra vaccini obbligatori e facoltativi, con la conseguenza che i genitori credono che tutti i vaccini siano obbligatori, mentre restano obbligatori sempre e solo i suddetti 4. Cosa giustifica questa politica sanitaria? Sono forse aumentati i casi di queste patologie infettive pediatriche? E se questo non è accaduto, cos’altro può spiegare tali prese di posizione? E ancora: al giorno d’oggi nel nostro Paese sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Una risposta dettagliata a queste domande richiede più spazio di quello ora disponibile, ma credo che un accenno sia possibile (l’argomento è stato ampiamente trattato nel mio libro “Le Vaccinazioni Pediatriche” con più di 1500 studi scientifici discussi nel testo).

1 – Il vaccino esavalente è sicuro?
Chi sapeva che il vaccino esavalente è stato sospettato di aver causato numerosi casi fatali di edema cerebrale nei neonati e che per questo nel 2006 è stato ritirato e sostituito dall’attuale (sospeso recentemente per rischio di infezione)? Il Prof. Randolf Penning dell’Istituto di Medicina Legale di Monaco ha documentato più di 120 casi e 6 di questi erano morti lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno dopo, mentre al pubblico il ritiro era stato giustificato da una scarsa protezione verso l’epatite B (cfr. il mio articolo “A proposito dei recenti vaccini ritirati e della libertà vaccinale”).
2) Chi ha permesso all’Industria Farmaceutica di togliere dal commercio alcuni vaccini singoli?
La commercializzazione dei farmaci (i vaccini sono farmaci) è regolata dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che è un Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità sotto la direzione del Ministero della Salute.
3) Sono aumentati i casi delle patologie infettive pediatriche controllabili dai vaccini?
Certamente no, ma non possiamo neppure dire che le vaccinazioni di massa hanno ridotto le malattie infettive a loro associate, perché tutti gli studi epidemiologici indicano che le malattie infettive sono calate grazie alle migliorate condizioni igieniche e ben prima delle vaccinazioni di massa. Un editoriale di una rivista di pediatria afferma: “Nella storia, la maggior diminuzione della morbilità e mortalità causate dalle malattie infettive non è stata merito dei moderni antibiotici o dei vaccini, ma dell’introduzione dell’acqua pulita e delle fognature” (J. Pediatr. 1999).
 
Fig. 1 – Calo della mortalità pediatrica per pertosse e morbillo in Inghilterra e Galles dal 1850 al 1970 (McKeown T. The Modern Rise of Population. Academic Press, New York, 1976)

4) Oggi, nel nostro Paese, sono ancora razionali le campagne vaccinali obbligatorie di massa?
Negli altri Paesi europei le vaccinazioni pediatriche obbligatorie sono molto scarse e anche estremamente eterogenee (vaccini obbligatori in uno Stato non lo sono negli altri). Essendo farmaci, i vaccini hanno potenziali effetti indesiderati (nel nostro Paese mancano gli studi di farmacovigilanza vaccinale): come possiamo iniettare nei neonati (potenzialmente sani) dei farmaci senza avere un minimo di bilancio indipendente del rapporto rischio/beneficio? E perché iniettarli indiscriminatamente?

I trattamenti farmacologici vengono sempre personalizzati negli adulti: perché i bambini dovrebbero fare eccezione? Stiamo distruggendo il presente, il futuro e la felicità dei nostri figli?

Infine, se i vaccini forniscono solo un’immunità temporanea e specifica proteggendo, se va bene, solo verso alcuni tipi di germi, invece di praticare queste vaccinazioni di massa, non è molto più logico, utile, sicuro ed economico agire potenziando l’immunità aspecifica del singolo bambino che lo proteggerà non verso alcuni germi, ma verso tutti i germi, anche se in modo non assoluto? Oggi, questo approccio è perfettamente fattibile!

Fonte: Ilfattoquotidiano.it