mercoledì 12 dicembre 2012

Danni da vaccino antimorbillo-antiparotite-antirosolia



Accade che a Rimini, città della recente Sentenza che ha riconosciuto il nesso causale tra autismo e vaccinazioni, ma soprattutto dove si elargiscono premi ai pediatri che fanno vaccinare, su 48 pediatri 8 non siano particolarmente convinti dell’efficacia del vaccino, e di questi tre non lo sono in maniera particolare. Pertanto niente premio e immediata esposizione alla gogna mediatica: quando si parla di vaccini, come ragionamento non fa una piega!
Mentre il direttore della Pediatria di comunità dell’Ausl di Rimini si affanna a imbastire la gogna mediatica a discapito di questi fantastici 8 pediatri, l’Ausl di Rimini diffonde la notizia di tre nuovi casi di morbillo e subito trovano spazio nelle princiali pagine della cronaca locale. Nel 2002 si verificò, a livello nazionale, una vasta epidemia di morbillo, con oltre 40 mila bambini malati, più di 600 ricoverati in ospedale, 15 encefaliti  e 6 decessi.
Come sempre ciò che fa notizia e suggestiona sono i decessi e le complicanze. Peccato che, come al solito, si è omesso di elencare dei 40 mila bambini malati nel 2002 quanti fossero già stati vaccinati e con quale tipo di vaccino. Infatti, è bene ricordare che in quel periodo veniva somministrato un certo MORUPAR [della Chiron] che seminava vittime e disabilità, al quale è legata un’importante sentenza della Corte Costituzionale dello scorso aprile.
Considerato poi che la lezione relativa al vaccino trivalente antimorbillo-antiparotite-antirosolia è difficile da digerire per questi signori votati alla vendita commerciale dei vaccini, più che alla promozione della salute, non solo rimandiamo i lettori a consultare la storia incancellabile della trivalente MPR ma provvediamo a rincarare l’offerta informativa.

Danno da vaccino causato dal vaccino antimorbillo.

Si è a conoscenza di convulsioni che si presentano dal 9° al 12° giorno post-vaccinazione, insicurezza nella deambulazione dal 5° al 12° giorno post-vaccinazione. Soprattutto in relazione all’incertezza nella deambulazione la letteratura scientifica afferma:
Nonostante questo sintomo possa sembrare inquietante, non c’è motivo di preoccupazione, visto che sino ad ora non siamo a conoscenza di danni permanenti. Non si conosce quale meccanismo patologico sia responsabile di questo disturbo.
Inoltre, si presentano danni al sistema circolatorio. Dal 3° al 14° giorno post-vaccinazione può verificarsi una trombocitopenia con emorragie petecchiali che, fortunatamente, in nessun caso hanno portato a complicazioni emorragiche. Si fermano o spontaneamente entro poche ore o entro poche settimane di trattamento con corticosteroidi.
L’encefalite da vaccino antimorbillo si presenta dal 9° al 15° giorno post-vaccinazione. I sintomi sono convulsioni, a volte in combinazione con mal di testa. Anche la panencefalite subacuta sclerotizzante è nota quale complicanza postvaccinica. I sintomi sono un inizio strisciante con cambiamento del carattere e segni di una encefalite cronica con esito letale. Inoltre siamo a conoscenza di paralisi nel senso della Sindrome di Guillain-Barré [GBS].

Danni da vaccino causati dalla vaccinazione antirosolia.

Siamo a conoscenza di artriti, che con l’aumentare dell’età dei vaccinati diventano più frequenti e intense. In casi singoli possono protrarsi per diversi anni.
Sono noti anche casi di convulsioni dopo l’antirosolia. Ma visto che si tratta di un vaccino combinato, non è possibile stabilire se le convulsioni siano causate dall’antiparotite o dall’antimorbillo. Nella maggior parte dei casi la reazione verrà causata dalla componente antimorbillo. L’intervallo è di 14 giorni.
Come complicazioni neurologiche sono state descritte: la Sindrome di Guillain-Barré, mielite e anche casi di encefalite.
Nella letteratura scientifica si legge:
Fino ad ora in nessun caso è stato possibile dimostrare un collegamento causale; la maggior parte delle casistiche pubblicate sono piene di lacune.

Danni da vaccino causati dalla vaccinazione antiparotite.

Considerato che la vaccinazione antiparotite esiste solo in combinazione con un vaccino contro il morbillo e la rosolia, in caso di complicazioni non è possibile stabilire quale componente ne sia responsabile.
Siamo a conoscenza di convulsioni dopo la vaccinazione trivalente antimorbillo-antiparotite-antirosolia. Il periodo di incubazione va da 9 a 12 giorni post-vaccinazione. Si suppone che queste reazioni vengano causate dalla componente antimorbillo.
A volte circa 2 settimane dopo la vaccinazione si presentano tumefazioni bilaterali della parotide [parotite]: su 200 vaccinati 1 si ammala di questo tipo di parotite. Più raramente si presentano casi di tumefazione dei testicoli. Si presentano da 4 a 14 giorni dopo la vaccinazione, per poi scomparire.
In caso di tumefazione dei testicoli, che si presenta dopo la malattia indotta parotite, si dice che potrebbe causare la sterilità del soggetto: in caso di tumefazione dopo la vaccinazione i medici vaccinatori affermano che è del tutto innocua e che non c’è pericolo di danni successivi. Fateglielo certificare per iscritto e vedrete che gli passa la voglia di raccontare inesattezze e sottostimare il rischio.
Quando Harris nel 1899 sospettò che il diabete comparso dopo la parotite  avesse un collegamento causale, bastò la descrizione  di un caso [dove si attirava l'attenzione  su un possibile effetto negativo sul pancreas dei batteri della parotite] per trasformare la possibilità in certezza. Nel 1988 Stickl fece notare che negli ultimi 10 anni della Repubblica Federale Tedesca sono stati registrati 19 casi di prima manifestazione del diabete di tipo 1 [insulino dipendente] in collegamento temporale con la vaccinazione. Nonostante questo ogni collegamento causale viene negato.
Inoltre è stato riferito di collegamenti tra la vaccinazione antiparotite e danni all’udito, incertezza deambulatoria, meningite ed encefalite.

Tutti i danni elencati nei casi sopracitati rientrano nelle cosiddette “forme di transizione“, cioè malattie o stati di malessere che inizialmente non venivano collegati alle vaccinazioni.

Sono soprattutto medici francesi che riferiscono di tali forme di transizione, come per esempio il Dottor Albertier, Primario dell’Ospedale di Coulomier, il Dottor Calmar e il Professor Delore tanto per citare qualche nome di riferimento.
Al termine dell’ultima guerra mondiale sono stati descritti inspiegabili cambiamenti in bambini molto piccoli.
I resoconti provenivano soprattutto da paesi dove si vaccinava molto e ancora oggi prosegue questa pratica ancor più arricchita. Negli Stati Uniti si iniziava a vaccinare a due mesi, in Germania le vaccinazioni iniziavano dal giorno successivo alla nascita, e così via in altre nazioni compresa l’Italia. Proprio negli Stati Uniti , negli anni sessanta, le vaccinazioni facoltative vennero , in quasi tutti gli Stati federali, sostituite da quelle obbligatorie. Oggi quasi ogni bambino americano viene vaccinato contro tutto [49 dosi di 14 vaccini prima dei 6 anni], qualcuno in via sperimentale anche contro l’antrace.
Noi, da parte nostra, non nutriamo nessun dubbio che il numero incredibile di vaccinazioni che oggigiorno un bambino deve subire [da 0 a 17 anni] possono causare profondi danni permanenti.
Indovinate quale patologia evolve durante la seconda guerra mondiale?  Sì, proprio l’Autismo descritto dallo psichiatra infantile americano Leo Kanner nel 1943. Perchè questa sindrome non esisteva prima del 1938?
In caso di “vero” autismo è possibile secondo Kanner rilevare 2 sintomi cardinali:
  1. isolamento autistico estremo dal mondo circostante umano
  2. necessità paurosa e forzata di mantenere il mondo degli oggetti invariato [paura del cambiamento]
Nel corso degli anni sono state pubblicate numerose casistiche: oggi esiste una letteratura che non si può più ignorare relativa a bambini autistici con conseguente dislalia [disturbo del linguaggio]. Infatti oggi per diagnosticare una forma di “autismo” sono richiesti due sintomi cardinali:
  1. disturbo dello sviluppo intellettivo
  2. diturbo dello sviluppo linguistico
Pertanto, contrariamente al concetto classico di Kanner nella maggioranza dei casi i bambini definiti “autistici” presentano un danno cerebrale con oligofrenia. In questi casi si sospetta e sempre più spesso si riconosce che si tratta di sintomi parziali non riconosciuti di encefalite postvaccinale. La medicina accademica definisce l’Autismo come una Sindrome biologicamente determinata da un danno cerebro-organico nella prima infanzia.
A complicare il quadro diagnostico ci si mette anche una patologia molto simile all’Autismo, chiamata Sindrome di Heller, ovvero “dementia infantilis“. Questo strano quadro clinico è stato osservato prima da Wygand come caso singolo, successivamente descritto da Heller e poi da Zappert. Si trattava di bambini che inizialmente si erano sviluppati in modo del tutto normale, con i quali per esempio si poteva già parlare. Poi improvvisamente si presentava un cambiamento nello sviluppo. Come primo sintomo c’erano disturbi del linguaggio ed entro pochi mesi avveniva una scomposizione intellettiva. In breve tempo un bambino allegro si trasformava in un bambino oligofrenico, o come si diceva allora in modo dispregiativo, idiota.

Encefalite ed encefalopatia postvaccinica.

Da quando il Prof. Lucksch, patologo all’Università di Praga, ha portato in diversi studi scientifici la prova del collegamento causale di tali danni cerebrali con una precedente vaccinazione, non è stato più possibile negare che le vaccinazioni possano causare dei danni.
Tra il 1924 e il 1927 Lucksch pubblicò diversi studi, chiamando il danno cerebrale causato dal vaccino antivaioloso “encefalite postvaccinica” [pve].
Nel 1938 [lo stesso dei bambini venuti all'attenzione di Kanner] i Professori austriaci Kaiser e Zappert riferiscono di oltre 240 casi fino ad allora noti in Austria. Hanno adottato la definizione coniata dal Prof. Lucksch, chiamandola malattia “encefalite postvaccinica” e raccolto la loro esperienza in un libro dallo stesso nome. Non avevano notato l’importanza di un fatto che successivamente richiedeva particolare attenzione: dei 240 bambini citati nel loro libro, 237 superavano al momento della vaccinazione i 3 anni. Solo tre bambini avevano da 1 a 3 anni.
Contrariamente a quanto avveniva in Austria, in Italia e in altri paesi si vaccinava tra il primo e secondo anno di età. Di conseguenza l’età in cui viene vaccinato il bambino riveste grandissima importanza.
Il patologo olandese E. De Vries dimostrò che il cervello dei bambini, a causa della propria immaturità, non è in grado fino a circa il terzo anno di vita di reagire al danno causato dalla vaccinazione in un certo modo, che noi chiamiamo infiammazione. Nei primi tre anni si crea semplicemente un’edema cerebrale enorme, che significa la fuoriuscita di particelle ematiche dai vasi sanguigni. Questo può raddoppiare il peso del cervello [normale circa 1250 g per un uomo adulto].
Le pelli molli del cervello sono sempre ricche di sangue e lipidi e non mancano quasi mai di tumefazioni. Questo tipo di reazione è stata definita da De Vries come “encefalopatia postvaccinica” [malattia cerebrale che si presenta dopo una vaccinazione]. Questa definizione di De Vries è azzeccata, proprio perchè non si riescono a trovare dei segni infiammatori che in medicina terminano in -ite.
I pochi specialisti che allora si occupavano di danni da vaccino distinguevano tra encefalopatia postvaccinica blandaencefalite postvaccinica.  Nel 1972 venne per esempio pubblicato presso l’editore Schattauer un fascicolo del Prof. Ehrengut di Amburgo, Direttore dell’Istituto di Vaccinazione, e dei suoi collaboratori, con il titolo “encefalopatia postvaccinica” [se lo trovate ancora, vi consigliamo caldamente la lettura].
Questa differenzazione tra le due forme di patologia non fa ancora parte della cultura generale medica, pur avendo ampie conseguenze!
Essa spiega per esempio perchè apparentemente vi sono molti più casi di bambini con disabilità intellettive etichettati come “autistici”, completamente normali dal punto di vista genetico, rispetto alle segnalazioni di danni da vaccino. Infatti, l’encefalite ha un quadro clinico ben definito e ben riconoscibile, mentre l’encefalopatia è difficilmente riconoscibile e più facilmente plasmabile alla diagnosi/etichetta di Autismo.
Inoltre, nei paesi dove si vaccina tardivamente si riconoscono i danni da vaccino mentre nei paesi dove si vaccina precocemente no. Considerato gli interessi che coinvolgono i nostri apparati Istituzionali della Sanità, ben comprenderete perchè si è deciso di attivare uno scriteriato calendario vaccinale per la vita da 0 anni.
L’encefalopatia non solo è poco riconoscibile allo stadio iniziale, ma crea enormi danni allo stadio successivo. Fa parte della cultura medica generale che le conseguenze tardive sono tanto più gravi quanto più piccolo era il bambino al momento del danneggiamento!
Purtroppo ai tempi del vaccino antipolio orale per molto tempo si propagandava la vaccinazione precoce, oggi è così per un altro vaccino: il vaccino antiepatite B. Ciò non ha portato ad una riduzione dei casi di danno da vaccino, ma ha solo reso meno riconoscibile il danno, ha portato ad un incremento dei casi di morte e alla comparsa di conseguenze tardive particolarmente gravi.
E’ quindi comprensibile, ma assolutamente ingiustificabile, che la medicina ufficiale non avesse e non ha tutt’ora in simpatia un termine che comprende tanto orrore. Meglio mascherarlo dietro alla comoda etichetta Autismo.
Visto che oggi i nostri bambini vengono vaccinati soprattutto nell’età dell’encefalopatia, la medicina ufficiale riconosce il danno vaccinale esclusivamente con una motiviazione riportante il termine “encefalite postvaccinica” e, quando non esiste la sintomatologia di questa malattia, la maggior parte delle richieste di risarcimento vengono respinte, insabbiate e osteggiate con ogni forma e mezzo.
Dispute per il riconoscimento con gli uffici competenti vengono causate anche dai casi meno drammatici. Oggi viene riconosciuto che il danno da vaccino di un bambino piccolo possa svolgersi senza grandi sintomi, soprattutto quando è interessato il sistema nervoso. L’Autismo rientra proprio in questo caso, soprattutto se viene riformulata la diagnosi in encefalopatia.
L’encefalopatia postvaccinica non sempre viene accompagnata da sintomi eclatanti, acuti, come l’inibizione della coscienza fino a perdita della stessa. Può svolgersi anche con pochi sintomi [ma non senza!] definita allora come encefalopatia blanda. Quando si tratta di questo tipo di encefalopatia è necessario, accanto alla determinazione precisa dei sintomi morbosi e comportamentali [per esempio apatia, sonnolenza fuori dal comune, rifiuto del cibo, vomito, enterite] che si sono presentati durante il periodo di incubazione del vaccino, un rilevamento approfondito del percorso successivo.
Sarà inoltre necessario verificare la presenza di un blocco dello sviluppo [notevole rallentamento, perdita di capacità già acquisite] dopo la vaccinazione oppure un progresso di disturbi cerebrali. In caso di un danno da vaccino non è da attendersi tale progresso a meno che non contribuiscano disturbi cerebrali organici. Bisogna inoltre far notare che di norma esiste un parallelismo tra la gravità del quadro clinico dell’encefalopatia postvaccinica e la portata delle conseguenze; dopo un’ecefalopatia caratterizzata da pochi sintomi, fortunatamente per il bambino, in genere il danno cerebrale è limitato.

Fonte: http://autismovaccini.com/2012/12/04/danni-da-vaccino-antimorbillo-antiparotite-antirosolia/

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